#LaudatoSi6: il Papa, la dignità dell’uomo e la cura del creato
Giada Aquilino - Città del Vaticano
È necessario “un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della naturaâ€. L’ di Papa Francesco, pubblicata il 24 maggio 2015, compie sei anni e, in piena emergenza per la pandemia, risuonano quanto mai attuali le riflessioni del Pontefice sul momento storico che viviamo. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì - sottolinea Francesco nel documento - una “sola e complessa crisi socio-ambientale†(139) che induce ognuno di noi a domandarsi quale “tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo†(160).
L’Anno speciale di anniversario
A maggio dello scorso anno, nel quinto anniversario, il Papa indice un Anno speciale di riflessione e approfondimento che termina in queste ore, voluto per richiamare ancora una volta “l’attenzione al grido della terra e dei poveriâ€, con l’impegno di “tutte le persone di buona volontà†alla cura “della nostra casa comune e dei nostri fratelli e sorelle più fragiliâ€.
Adesso, con l’aiuto del - @VaticanIHD #LaudatoSi6 #LaudatoSiWeek #LaudatoSiYear - e della che si conclude con la presentazione domani di una Piattaforma di Iniziative ad hoc, ricordata dallo stesso Francesco ieri al , la Chiesa di tutto il mondo dà testimonianza del cammino compiuto finora, ²¹±ô±ô’insegna dell’ecologia integrale, e di quello da proseguire. Ne sono prova le tante Storie Laudato si’ pubblicate da Pope e L’Osservatore Romano, dal Camerun alla Malaysia, d²¹±ô±ô’Ucraina agli Emirati Arabi, d²¹±ô±ô’Australia ²¹±ô±ô’Italia, dal Brasile al Bangladesh, racconti di come l’enciclica stia ispirando azioni concrete per combattere la fame, il disboscamento, il cambiamento climatico, l’inquinamento, la povertà, l’incuria.
Il pensiero del Papa
Nel corso dell’Anno speciale di anniversario della Laudato si’, Papa Francesco snocciola i temi dell’enciclica ed esorta più volte a maturare “una ferma volontà di sviluppare e attuare misure concrete, che favoriscano la dignità di tutte le persone nei loro rapporti umani, familiari e lavorativi, combattendo allo stesso tempo le cause strutturali della povertà e lavorando per proteggere l’ambiente naturaleâ€, come ribadito nell’ottobre scorso nel ai partecipanti al convegno internazionale di EcoOne, iniziativa culturale internazionale del Movimento dei Focolari.
Pandemia e clima
Il Papa nota inoltre come gli effetti di ciò che sta accadendo, in primis quelli della pandemia oltre alle conseguenze di inquinamento e cambiamenti climatici, abbiano rilevanza su qualsiasi aspetto della vita, sociale ed economico, etico e politico. Nel per il “Virtual Climate Ambition Summitâ€, videoconferenza internazionale organizzata sotto l’egida Onu, a dicembre sottolinea come tutto incida “sulla vita dei più poveri e fragiliâ€,
richiamando una “responsabilità di promuovere, con un impegno collettivo e solidale, una cultura della cura, che ponga al centro la dignità umana e il bene comuneâ€. Di qui la necessità di un’azione globale, che coinvolge anche la Santa Sede. “Lo Stato della Città del Vaticano s’impegna a ridurre a zero le emissioni nette prima del 2050, intensificando - assicura - gli sforzi di gestione ambientale, già in corso da alcuni anni, che rendano possibile l’uso razionale di risorse naturali come l’acqua e l’energia, l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, la riforestazione, e l’economia circolare anche nella gestione dei rifiutiâ€.
In occasione del , dal 1° settembre al 4 ottobre scorsi, Francesco non tace l’enorme “debito ecologico†di oggi, dovuto al “depredamento†delle risorse e “²¹±ô±ô’uso eccessivo dello spazio ambientale comune per lo smaltimento dei rifiutiâ€, invocando una “giustizia riparativaâ€. A tale proposito, rinnova l’appello a “cancellare il debito dei Paesi più fragili alla luce dei gravi impatti delle crisi sanitarie, sociali ed economiche†da affrontare per l’emergenza Covid.
Sporcarsi le mani
La crisi sociale ed economica, che “molti patiscono nella propria carne e che sta ipotecando il presente e il futuro nell’abbandono e nell’esclusione di tanti bambini e adolescenti e di intere famiglieâ€, è al centro in novembre del ai giovani partecipanti ²¹±ô±ô’evento “Economy of Francescoâ€. Il Papa mette in luce che tale emergenza “non tollera†che vengano privilegiati “gli interessi settoriali a scapito del bene comuneâ€: la via non è quella delle “scorciatoie†ma dello “sporcarsi le maniâ€, verso un cambiamento di stili di vita, modelli di produzione e consumo, “strutture consolidate di potere che oggi reggono la societàâ€.
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Un passaggio cruciale quest’ultimo, che punta ad umanizzare il mondo, anche attraverso l’educazione, superando i contraccolpi del Covid. Il Pontefice lo chiarisce intervenendo con un in ottobre al Global Compact on Education. È tempo, annuncia, “di sottoscrivere un patto educativo globale per e con le giovani generazioni†al fine di “formare persone matureâ€. Perché l’educazione rimane “il naturale antidoto alla cultura individualistica, che a volte degenera in vero e proprio culto dell'io e nel primato dell'indifferenzaâ€: il nostro futuro non è “la divisione, l'impoverimento delle facoltà di pensiero e d'immaginazione, di ascolto, di dialogo e di mutua comprensioneâ€, bensì l’impegno di tutte le componenti della società, “le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l'umanità interaâ€.
Incontro, dialogo e cooperazione
Un coinvolgimento che Francesco invoca pure di fronte ad intere popolazioni sradicate dalla propria terra e costrette a migrare, da guerre e violenze ma anche “a seguito di disastri naturali causati dal climaâ€: una “grande emergenza della nostra epocaâ€. Il Papa nella agli ultimi Orientamenti pastorali per gli sfollati climatici proposti dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, spinge a “sforzarci di vedere la sofferenza che ogni storia comportaâ€, proponendo una rilettura della Laudato si’ per “prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade […] e così riconoscere qual è il contributo che ciascuno può portare†(19). Non usciremo da crisi come quelle del clima o del Covid, prosegue, “rinchiudendoci nell'individualismo, ma solo stando insieme, attraverso l'incontro, il dialogo e la cooperazioneâ€. D’altra parte, come osservato già nel dello scorso anno, “peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarlaâ€.
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