La campagna Laudato si’ in Bangladesh: “Un cattolico, un albero”
Fr. Benedict Mayaki, SJ - Città del Vaticano
Gli alberi significano tante cose. Per alcuni sono la promessa di sollievo dal sole rovente in una giornata molto calda, per altri sono fonte di sostentamento, per altri ancora l’espressione della bellezza che la natura ci offre.
In Bangladesh, splendido Paese dell’Asia meridionale, i vescovi cattolici hanno lanciato una campagna per piantumare 400 mila alberi: un’iniziativa audace per celebrare il quinto anniversario dell’enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune, il cui è ancora in corso.
Quando, nello scorso agosto, nel Centro della di Dacca è stata lanciata la campagna per la piantumazione di alberi, i vescovi, guidati dall’arcivescovo emerito di Dacca, cardinale Patrick D’Rozario, hanno piantato tre alberi a simboleggiare il clero e i religiosi, i fedeli laici e gli stessi vescovi. In quell’occasione, i presuli hanno incoraggiato tutti a fare altrettanto in ciascuna delle otto diocesi del Paese.
Alberi ovunque
Il numero degli alberi che saranno piantati – circa 400.000 – rappresenta la cifra approssimativa della popolazione cattolica nel Paese e si basa sul criterio “un cattolico – un albero”, ha spiegato il cardinale D’Rozario.
“Ogni cattolico in Bangladesh pianterà un albero per identificarsi come leale cittadino del mondo: infatti, dobbiamo prenderci grande cura della nostra casa comune, ma anche del nostro Paese”, ha sottolineato il porporato.
Gli alberi vengono piantati nei complessi abitativi e nei campus di parrocchie, conventi, istituzioni religiose e scuole gestite dalla Chiesa. Nelle aree rurali,
dove i terreni sono vasti, le persone sono incoraggiate a piantare alberi nei loro campi. Negli insediamenti urbani, i cattolici sono invitati ad aderire alla campagna di piantumazione di alberi approfittando dei giardini sui tetti. Gli abitanti delle città, che hanno terreni o una casa in campagna o nei villaggi, possono chiedere ai loro amici e vicini di aiutarli a piantare alberi nei loro giardini.
Il cardinale D’Rozario ha spiegato che a ciascuna delle otto diocesi del Bangladesh è stato assegnato un determinato numero di alberi, a seconda del numero dei fedeli. La campagna per la piantumazione degli alberi è stata accolta anche dal Movimento degli studenti cattolici del Bangladesh (Bangladesh Catholic Student Movement - Bcsm) e dal Forum Unito delle Chiese (United Forum of Churches) che, con i suoi 200.000 cristiani di altre denominazioni non cattoliche, hanno accettato di partecipare all’iniziativa della piantumazione di alberi.
I cristiani sono dunque stati invitati a piantare diversi tipi di alberi da frutto “in modo che possano mangiare dal loro stesso giardino”. C’è una specie particolare che i vescovi incoraggiano a piantare ed è il teak, un legno resistente, che può essere utilizzato anche per l’edilizia e per la realizzazione di mobili. Per garantire la sopravvivenza degli alberi la piantumazione deve avvenire in due stagioni monsoniche: per questo, il primo gruppo è stato piantato nel 2020 e i restanti nella stagione monsonica del 2021.
Perché piantare gli alberi?
Tra i tanti modi possibili di rispondere alle sollecitazioni dell’enciclica Laudato si’, i vescovi del Bangladesh hanno scelto la campagna per la piantumazione degli alberi perché
è particolarmente congeniale al contesto nazionale e perché l’idea è stata ben accolta dalle parrocchie e dalle associazioni laicali nelle diocesi.
Il cardinal D’Rozario ha spiegato inoltre che i vescovi del Bangladesh hanno istituito un comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita del padre fondatore della nazione: Bangabandhu Sheik Mujibur Rahman. Questo giubileo, celebrato in questi mesi, è seguito dal 50.mo di indipendenza del Bangladesh, che ha ottenuto l’indipendenza dal Pakistan il 26 marzo 1971: per questo, le celebrazioni per il 50.mo si protraggono dal 26 marzo 2021 al 26 marzo 2022.
Questi due giubilei – sottolinea il porporato – coincidono con l’Anno speciale voluto dal Papa per il quinto anniversario della Laudato si’, che può dare il suo contributo in prospettive umane e cristiane agli altri due giubilei.
Inoltre, la piantumazione di alberi è un movimento in diffusione in molte regioni del Bangladesh nelle quali gli alberi sono stati distrutti per erosione, a causa dei cicloni e della deforestazione e dove, con l’ispirazione dell’iniziativa dei vescovi, è in corso un programma di implementazione volto alla piantumazione di un milione di alberi.
La conversione ecologica
Gli alberi, aggiunge il cardinal D’Rozario, hanno molte prerogative: danno “equilibrio allo squilibrio ecologico” indotto dai cambiamenti climatici, proteggono le persone e le loro proprietà dalle devastazioni provocate dai frequenti cicloni che si abbattono sul Bangladesh e favoriscono la pioggia nella stagione secca.
Questa campagna per la piantumazione di alberi non è però soltanto un ulteriore programma agricolo isolato: essa è volta a sottolineare l’attuale crisi ecologica portata alla ribalta dalla Laudato si’. Promuove al tempo stesso la conversione ecologica, richiamando l’attenzione sulla nostra irresponsabilità e sui nostri fallimenti nella cura dell’ambiente, e rafforza uno spirito di “crescita, cura e condivisione”. Risponde poi anche alla funzione pedagogica di insegnarci a sviluppare “un rapporto con la creazione, con il creatore e con gli esseri umani – in particolar modo i poveri”.
Laudato si’ negli anni…
Fin dalla pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ nel maggio 2015, la Chiesa in Bangladesh ha intrapreso diverse iniziative per promuovere il rispetto della creazione; tra queste, l’organizzazione di seminari, raduni e simposi, insieme alla pubblicazione di diversi testi per creare consapevolezza tra i fedeli e ispirare iniziative ad hoc.
Il Tempo del Creato 2020 (1 settembre - 4 ottobre scorsi) ha avuto per tema “Il Giubileo della Terra” ed è stato osservato in Bangladesh con giornate di preghiera, omelie, seminari e programmi educativi. La Federazione delle Conferenze dei vescovi asiatici (Asian Bishops Conferences - Fabc) ha anche scritto una lettera pastorale ai fedeli, incoraggiandoli a prendere misure per ridurre i rifiuti e l’inquinamento e promuovere la pulizia nel loro ambiente. In maniera simile, i vescovi hanno scritto ai fedeli delle singole diocesi suggerendo ulteriori azioni concrete per le comunità parrocchiali, le pie società e le organizzazioni laicali.
Sale della terra
Soddisfatto per il continuo successo della campagna di piantumazione di alberi, il cardinale D’Rozario auspica che questa iniziativa faccia aumentare la consapevolezza e la motivazione delle persone a rispondere al grido della terra e aiuti i fedeli a crescere nella loro spiritualità e nell’amore di Dio, del prossimo e della creazione.
Anche se la Chiesa cattolica rappresenta soltanto lo 0,2 per cento della popolazione bengalese, il porporato afferma che l’impatto di questa iniziativa è molto forte: essa infatti dà un contributo al programma nazionale di piantumazione di alberi con una prospettiva teologica, cristiana ed ecclesiale.
“La Chiesa è come il sale della terra”, ha aggiunto il cardinale D’Rozario. “Non serve tanto sale per un piatto di riso: ne basta un pizzico per renderlo saporito”.
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