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L'incontro internazionale "Sharing Hope. Horizons for Cultural Heritage" nella sala conferenze dei Musei Vaticani L'incontro internazionale "Sharing Hope. Horizons for Cultural Heritage" nella sala conferenze dei Musei Vaticani

Convegno in Vaticano, patrimonio culturale religioso è codice di pace

Ai Musei Vaticani l’incontro internazionale "Sharing hope - Horizons for Cultural Heritage" promosso con il Dicastero per la Cultura e l’Educazione in occasione del Giubileo degli artisti e del mondo della cultura. Oltre 130 esperti a confronto: “Papa Francesco è nel nostro cuore”. Al termine dei lavori la diffusione di un Manifesto sulla trasmissione del codice culturale e religioso

Paolo Ondarza - Città del Vaticano

Costruire ponti tra passato e futuro, non solo custodi della memoria, ma attori attivi nel promuovere l'eredità culturale religiosa. I musei di tutto il mondo accolgono la sfida lanciata durante l'incontro internazionale  Sharing Hope - Horizons for Cultural Heritage  organizzato oggi dal Dicastero per la Cultura e l'Educazione e dai Musei Vaticani nella sala conferenze delle collezioni pontificie. “L'esperienza religiosa ha fecondato la realtà culturale nel mondo occorrendo recuperarla e riapprenderne il significato” è l'appello del cardinale José Tolentino de Mendonça , prefetto del Dicastero.

Una nuova comunicazione del patrimonio religioso

All'assise, inserita nelle celebrazioni per il Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura, prendono parte circa 130 tra responsabilità di musei, operatori dell'arte, esponenti del mondo accademico e istituzioni culturali. L'obbiettivo è quello di esplorare nuovi linguaggi e strategie per la valorizzazione e trasmissione del patrimonio religioso e artistico.

Il saluto al Papa

Il primo pensiero dei partecipanti è rivolto a Papa Francesco: “È nel nostro cuore”, dice il porporato auspicando un veloce miglioramento delle condizioni di salute: “È con noi e sostiene il progetto che ci vede oggi riuniti”.  

Il cardinale José Tolentino de Mendonça
Il cardinale José Tolentino de Mendonça

Giovani ed esperienza religiosa, una sfida

Secondo il cardinale l'incontro internazionale si propone come “necessario e urgente” anche alla luce del progressivo allontanamento delle giovani generazioni dalla pratica religiosa. “I giovani sono gli eredi del patrimonio culturale”, spiega, e “l'esperienza religiosa, ha fecondato la realtà culturale, la musica, la poesia e le arti visive in tutto il mondo”.

Ascolta l'intervista con il cardinale José Tolentino de Mendonça

Non c'è cultura senza dimensione religiosa

Ricucire il rapporto tra società, cultura e religione è una preoccupazione condivisa: accomuna infatti Chiesa e istituzioni culturali. I lavori del convegno internazionale confluiscono nel "Manifesto" educativo di corresponsabilità nella trasmissione del codice culturale delle religioni diffuso nel pomeriggio.

Il cardinale Tolentino de Mendonça auspica incontro, dialogo, alleanze significative tra attori capaci di mutuo ascolto: senza il riconoscimento del codice culturale religioso, l'essere umano diventa uno sconosciuto a sé stesso. Il patrimonio religioso è un patrimonio di umanità. Non c'è cultura se non si integra anche la dimensione religiosa”.

il convegno organizzato ai Musei Vaticani
il convegno organizzato ai Musei Vaticani

Passato, presente, futuro

I repentini cambiamenti sociali stimolano soluzioni creative. “Mai esclude il ricorso alle nuove tecnologie”, afferma da parte sua il direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta : “La società, i musei e l'arte sono radicalmente cambiati anche solo rispetto all'ultimo Giubileo: vogliamo utilizzare i mezzi digitali, l'intelligenza artificiale, i social network, le forme di comunicazione anche contemporanee per avere uno sguardo bifronte, cioè guardare il passato per vivere il presente e guardare al futuro”. L'importanza delle nuove forme di comunicazione digitale per contrastare una sempre più diffusa ignoranza dell'iconografia religiosa è posta in evidenza anche da Miguel Falomir Faus, direttore del Museo Nacional del Prado.

Ascolta l'intervista a Barbara Jatta

La cultura per il bene comune

“Prioritario è che i musei siano partecipati, accessibili a tutti. A confronto con il 2000, oggi i nostri spazi espositivi sono meno elitari”, osserva Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura italiano, citando esempi virtuosi come il coinvolgimento delle scuole nella creazione di nuovi spazi espositivi o il fecondo dialogo promosso dal Museo delle Civiltà a Roma Eur, tra manufatti provenienti dalle vecchie colonie italiane e le rispettive comunità oggi presenti a Roma.

Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura italiano
Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura italiano

“L'opera d'arte è veicolo di valori umani e di fede universali”, afferma da parte sua Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery di Londra, ricordando l'epoca dei bombardamenti su Londra durante la Seconda Guerra Mondiale. Le opere d'arte furono messe in salvo e dal 1942 si espose un capolavoro al mese: proporre al pubblico il Noli me tangere di Tiziano significò “esprimere il desiderio di unione con le persone care decedute, la speranza di potersi ritrovare oltre la vita terrena”.  

Un momento dei lavori
Un momento dei lavori

Per “ridefinire il senso del sacro oggi” il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco esorta invece a riscoprire il senso del sacro nelle epoche passate: “il divino è stato sempre presente nell'antico Egitto”. Una staffetta di voci autorevoli diverse, un coro di speranza: “Vogliamo che la nostra professione nel mondo dell'arte e della cultura, ciò per cui ci impegniamo quotidianamente, divenga veramente un veicolo di pace”, puntualizza Barbara Jatta: “L'obiettivo di tutti è il bene comune, la costruzione di una società migliore”.

I simboli religiosi tornino a parlare

In quest'ottica, per evitare che la religione diventi oggetto di manipolazioni e strumentalizzazioni ideologiche in tempi funestati da conflitti in varie parti del mondo, secondo il cardinale Tolentino de Mendonça occorre “che la conoscenza del mondo religioso sia presente nella cultura dei nostri giovani”. Il pensiero del cardinale va all'avanzato e “talvolta aggressivo processo di secolarizzazione” che ha interrotto il naturale rapporto con la religione: “è necessario proporre un cammino di mutua conoscenza affinché sia ??riconosciuto il valore della religione come 'risorsa culturale'. Il paesaggio urbano è ricco di simboli religiosi” ma – osserva il prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione – spesso non ne consociamo il significato, “sono diventati muti: se non sappiamo leggerli, i simboli non raccontano la loro storia”. Da qui la necessità di una “mistagogia culturale, un'iniziazione culturale” che vede coinvolti credenti e non, tutti eredi della tradizione religiosa e cristiana.

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15 febbraio 2025, 14:39