Il Manifesto sulla trasmissione del codice culturale religioso
MANIFESTO SULLA TRASMISSIONE DEL CODICE CULTURALE RELIGIOSO
Noi, direttori, curatori, accademici e rappresentanti di istituzioni museali ed espositive globali o coinvolti nel campo patrimoniale e artistico, ci uniamo in questo manifesto per riaffermare il nostro impegno nella promozione del patrimonio culturale religioso come codice universale di speranza, di pace, di dialogo e riflessione.
Riconosciamo che le nostre Istituzioni non sono soltanto custodi della memoria, ma attori chiave nel decodificare, trasmettere e reinterpretare i significati profondi dell’eredità religiosa e artistica come codice di ispirazione per le nuove generazioni. In un’epoca di rapidi cambiamenti, assistiamo a un’evoluzione complessa nel rapporto tra i giovani e i beni culturali, segnato da sfide, ma anche da straordinarie opportunità. Il nostro impegno, riaffermato durante l’incontro Sharing Hope. Horizons for Cultural Heritage, si concentra sull’interpretazione contemporanea del patrimonio culturale religioso, e sull’educazione con l’obiettivo di costruire ponti tra passato e futuro.
1. Accessibilità e decodificazione
Nell’epoca in cui viviamo si constata una crescente disconnessione culturale. Tuttavia, si avverte anche una crescente curiosità quando il patrimonio culturale è reso accessibile attraverso linguaggi e strumenti contemporanei.
Noi ci impegniamo a rendere il patrimonio religioso un’esperienza viva e significativa che parli all’immaginario e alle domande profonde delle nuove generazioni. Non si tratta solo di preservare il passato, ma di renderlo rilevante per il nostro futuro comune.
2. Inclusione e innovazione nei linguaggi culturali
Riconosciamo che i social media e le piattaforme digitali hanno trasformato radicalmente l’accesso alla cultura. Per le nuove generazioni queste tecnologie rappresentano un accesso immediato e immersivo al patrimonio. Tuttavia, è necessario superare l’approccio superficiale spesso associato alla fruizione digitale. Ci impegniamo a implementare le narrazioni interattive, gli storytelling e le attività partecipative per rendere sempre di più il patrimonio culturale religioso una fonte di ispirazione creativa e spirituale.
3. Educazione per un coinvolgimento attivo e profondo
L’educazione è la chiave per creare un rapporto duraturo tra il patrimonio religioso e le nuove generazioni, che devono essere incoraggiate a non limitarsi a osservare, ma a interagire con le opere, scoprendo il loro significato spirituale e culturale, e in particolare il valore della dimensione simbolica. Riconosciamo, in questa prospettiva l’importanza del silenzio e la necessità di arginare la massificazione che mina il valore della fruizione dell’arte. Stabilendo un «patto globale della bellezza» (Papa Francesco), ci impegniamo a promuovere iniziative come progetti e attività creative che possano stimolare un dialogo profondo e formativo con il patrimonio.
4. Intelligenza artificiale e i ponti verso il futuro
L’intelligenza artificiale e la digitalizzazione offrono possibilità straordinarie per avvicinare le nuove generazioni al patrimonio culturale religioso. Realtà virtuale, applicazioni interattive e algoritmi intelligenti possono essere utilizzati per creare esperienze personalizzate e immersive.
Vogliamo impegnarci perché, attraverso queste tecnologie, le nuove generazioni non solamente possano esplorare il passato, ma anche contribuire alla sua reinterpretazione con creatività e sensibilità, sapendo che «nessun algoritmo potrà sostituire la poesia, l’ironia e l’amore» (Papa Francesco).
5. Consapevolezza e ricontestualizzazione
Nei processi di trasmissione culturale, la ricontestualizzazione del patrimonio è sempre stata una pratica considerata normale. Le nuove generazioni devono essere messe nella condizione di poter interrogare criticamente il significato delle opere, il loro contesto storico e le questioni etiche legate alla provenienza. La de-culturazione erode tradizioni fondamentali per le identità dei popoli, rendendo difficile trasmettere un codice culturale autentico, senza ridurlo a esposizione estetica o a una narrazione semplificata.
Ci impegniamo a bilanciare conservazione e interpretazione, evitando di estrapolare gli oggetti artistici dal loro orizzonte ermeneutico originario e riconoscendo i limiti delle dinamiche di potere che influenzano la costruzione del sapere espositivo.
6. Sostenibilità culturale
La salvaguardia del patrimonio religioso con pratiche sostenibili che proteggano sia l’ambiente sia il contesto culturale da cui proviene è ormai un requisito imprescindibile. La trasmissione di questo codice deve infatti avvenire nel rispetto delle risorse naturali e della dignità dei popoli che lo hanno generato.
Ci impegniamo nella difesa del patrimonio religioso, includendo storie di comunità locali, tradizioni popolari e minoranze religiose che ne hanno arricchito l’espressione storica e artistica.
7. Custodia e trasmissione in tempi di crisi
I giovani devono essere visti non solo come fruitori, ma come custodi attivi del patrimonio culturale religioso, protagonisti capaci di affrontare le sfide di un mondo in crisi. I conflitti, i cambiamenti climatici e le crisi globali rendono urgente una riflessione sulla conservazione e fruizione del patrimonio, evidenziando il suo valore come testimonianza di fede, resilienza e speranza. In questo senso ci impegniamo, inoltre, a rafforzare le reti internazionali che ci uniscono.
In un’epoca di grandi sfide culturali, politiche e sociali, consideriamo fondamentale colmare la distanza tra la tradizione e il presente in modo creativo. I musei, le università e le altre istituzioni, oggi più che mai, sono chiamati a rispondere con creatività, responsabilità e visione. Questo manifesto intende riconoscere e valorizzare il ruolo attivo delle nuove generazioni come protagonisti della trasmissione culturale, incoraggiandole a vedere il patrimonio religioso come una risorsa viva e un punto di partenza per immaginare il futuro.
Musei Vaticani, 15 febbraio 2025
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