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Nella Sala Stampa della Santa Sede la conferenza di presentazione del Giubileo delle forze armate, di polizia e di sicurezza Nella Sala Stampa della Santa Sede la conferenza di presentazione del Giubileo delle forze armate, di polizia e di sicurezza

Fisichella: il Giubileo delle Forze Armate è un orizzonte che richiama alla pace

Nella Sala stampa della Santa Sede, stamane la presentazione degli eventi dell’Anno Santo dedicati alle Forze Armate, di polizia e di sicurezza, in programma domani e domenica. "Senza la speranza, non c'è la pace". Oltre trentamila gli iscritti provenienti da più di cento Paesi del mondo. "A oggi nessuna modifica al programma ufficiale del Giubileo - ha detto Fisichella - Il Papa dovrebbe essere presente" alla Messa in San Pietro

Isabella Piro – Città del Vaticano

“L'esigenza della pace interpella tutti”: monsignor Rino Fisichella , pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione - Sezione per le questioni fondamentali dell'evangelizzazione nel mondo, è partito dalle parole di Papa Francesco per introdurre il Giubileo delle Forze Armate, di polizia e di sicurezza. L'evento, in programma sabato 8 e domenica 9 febbraio, è il secondo grande appuntamento giubilare del 2025, dopo quello del mondo della comunicazione, a fine gennaio. Nella conferenza di presentazione, svoltasi stamani, 7 febbraio, nella Sala Stampa della Santa Sede, il presule ha sottolineato, sulla scia del Pontefice, che la pace non è solo un annuncio, ma richiede azioni concrete ed efficaci. Il prossimo evento giubilare, quindi, si colloca in un orizzonte che impone, in prima istanza, il richiamo alla pace, perché essa non è semplice assenza di guerra, né mero equilibrio di forze contrastanti, bensì opera della giustizia che contempla “il rispetto dei popoli, della loro dignità e la pratica della fratellanza umana”.

Monsignor Rino Fisichella pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione - Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo
Monsignor Rino Fisichella pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione - Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo

La pace e la sicurezza non hanno confini 

Guardando, poi, a Roma, il pro-prefetto ha sottolineato il grande lavoro svolto dalle forze di sicurezza, evidenziando come, grazie al loro impegno discreto, ma costante, i pellegrini ei cittadini si sentono al sicuro per potere vivere e celebrare il Giubileo in pace. L'auspicio è che ciò che possa accadere anche nelle altre parti del mondo. Attualmente, gli iscritti all'evento di domani e domenica sono circa trentamila, dei quali ventimila provengono dall'Italia. Hanno dato la loro adesione anche le persone in congedo e le associazioni che combattono nel settore. Saranno inoltre presenti delegazioni provenienti da oltre cento Paesi perché – ha evidenziato monsignor Fisichella - “la pace e la sicurezza superano i confini territoriali per estendersi al mondo intero”.

Il programma di sabato e domenica 

Tra i Paesi più rappresentanti ci sono Spagna, Stati Uniti, Slovacchia, Slovenia, Ucraina, Francia, Brasile, Croazia, Colombia, Paraguay, Indonesia, Argentina, Svizzera, Austria, Lituania, Belgio, Paesi Bassi, Ecuador, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda. Inoltre, nonostante siano particolarmente impegnati nella sicurezza del Papa e di piazza san Pietro, non mancheranno le Guardie svizzere, la Gendarmeria e il corpo dei Vigili del fuoco vaticani, che saranno presenti con le rispettive delegazioni.

Il sabato mattina sarà dedicato al pellegrinaggio alla Porta Santa alla basilica Vaticana. Nel pomeriggio, alle 15.00, in piazza del Popolo, si terrà un momento di benvenuto offerto dalle forze armate e di polizia italiane, con l'esibizione di alcune bande musicali, perché anche la musica è uno “strumento valido di pace”. Domenica mattina, infine, la messa del Papa in piazza san Pietro, con alcuni corpi militari impegnati nel servizio liturgico. “Il Giubileo è speranza e la ravviva nel cuore di quanti lavorano per la pace e la sicurezza. Possa esso essere dedicato a tutte le popolazioni che vivono in guerra, affinché a tutti possa essere restituita la dignità perduta”, ha concluso il presule.

Il supporto umanitario a Gaza e nel Libano 

Ha preso quindi la parola l'ammiraglio di divisione e capo di Stato maggiore Fabio Agostini: tracciando una panoramica delle forze armate per la pace, ha ricordato l'impegno in 37 missioni internazionali, con circa 7.700 uomini e donne, dispiegati in 25 diversi Paesi tra Europa, Medio Oriente, Africa, Mediterraneo. Complessivamente, ha aggiunto, 15.000 militari sono dediti ogni giorno alla sicurezza dell'Italia e internazionale, con compiti di sicurezza e stabilizzazione, addestramento delle forze armate locali, prevenzione di terrorismo, pirateria, traffici illeciti e deterrenza di eventuali atti di aggressione ai Paesi europei.

Non manca, inoltre, il supporto umanitario alle popolazioni in difficoltà. Un punto particolare del suo intervento Agostini lo ha dedicato  infatti a Gaza: “Siamo intervenuti dall'inizio della crisi – ha ricordato – con la nave 'Vulcano' e dal dicembre 2023 al febbraio 2024 un team sanitario interforze ha curato e circa 69 pazienti minori”. Il medesimo impegno si è registrato in Libano, prestando assistenza ai civili feriti a causa del conflitto in corso; nel ponte aereo con la Giordania per trasportare medicinali a Gaza; e nella riapertura del valico di Rafah. E sono allo studio operazioni nuove umanitarie nelle medesime regioni, perché “la pace e la sicurezza non sono mai scontate”.

L’ammiraglio di divisione e capo di Stato maggiore Fabio Agostini
L’ammiraglio di divisione e capo di Stato maggiore Fabio Agostini

Senza la speranza non c'è la pace 

Dal canto suo, il tenente colonnello Ozren Lukenda , della Marina militare della Croazia, ufficiale di Stato maggiore nella missione “Eu Navfor Med-Irini” - operazione militare aeronavale varata nel marzo 2020 dall'Unione europea per assicurare il rispetto delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu che dal 2011 vietano il traffico di armi da e per la Libia – si è soffermato sul termine “speranza”. Nel contesto militare, ha detto, esso significa soprattutto condurre operazioni di peacekeeping , perché senza la speranza di costruire la pace “non avremmo nulla”.

 

Il tenente colonello Ozren Lukenda, della Marina militare della Croazia, ufficiale di Stato maggiore nella missione “Eu Navfor Med-Irini”
Il tenente colonello Ozren Lukenda, della Marina militare della Croazia, ufficiale di Stato maggiore nella missione “Eu Navfor Med-Irini”

I militari non sono  Rambo, ma persone 

Toccante, poi, la testimonianza di monsignor Sergio Siddi , vicario generale dell'Ordinariato militare in Italia: tra le popolazioni che vivono realtà difficili, di guerra, crisi e conflitto, ha detto, “molte volte i cappellani militari si trovano davanti a bambini che non sanno giocare, non sanno disegnare”. Il suo sguardo è andato anche agli uomini e alle donne arruolati: “Coperta dalla divisa c'è una persona che sperimenta le angosce, i fallimenti, le paure, le sofferenze di tutti. L'immagine di Rambo non è mai esistita nel mondo militare: i nostri ragazzi non sono Rambo, ma persone che si dedicano con tutte le loro fragilità a un servizio che è unico”.

Monsignor Sergio Siddi, vicario generale dell'Ordinariato militare in Italia
Monsignor Sergio Siddi, vicario generale dell'Ordinariato militare in Italia

Vivere il Giubileo anche a bordo delle navi militari 

Per chi vive lontano da casa e resta per molti mesi in mare, a bordo di navi militari, ha aggiunto monsignor Siddi, è stata offerta la possibilità di vivere il Giubileo. “Non sono state aperte delle vere e proprie 'Porte Sante' – ha spiegato - ma nelle cappelle presenti all'interno delle imbarcazioni c'è la possibilità di vivere un momento di preghiera e di speranza in questo senso. Nel mondo, poi, molte cappelle dedicate al mondo militare, a volte costituite da una semplice tenda, sono divenute “chiese giubilari”.

Alcuni dati 

Interpellato dai giornalisti, monsignor Fisichella ha ricordato le tante volte in cui il Papa ha deplorato la corsa agli armamenti ed ha ribadito che il Pontefice ha “una voce profetica” e che il suo compito è quello di denunciare a gran voce le ingiustizie. L'auspicio è che le sue parole possano “trovare orecchie più attente soprattutto durante il Giubileo dei governanti”, in programma dal 20 al 22 giugno.  

Quanto allo stato di salute del Papa, attualmente affetto da bronchite, il pro-prefetto ha confermato la presenza del Pontefice alla messa di domenica ed ha infine offerto qualche dato generale sui pellegrini giunti a Roma: dal 24 dicembre, ha detto, hanno attraversato la Porta Santa della basilica Vaticana circa 1.300.000 persone. Al contempo, ha concluso, è bene ricordare che “i numeri non sono un criterio di validità per la riuscita del Giubileo: quello che conta è ciò che esso porta nel cuore delle persone".

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07 febbraio 2025, 12:53