Giubileo delle Forze Armate: orientarsi a “traguardi” che portano alla pace
Isabella H. de Carvalho – Città del Vaticano
L’Anno Santo deve aprire “traguardi” e “cammini” che conducono alla pace e servono uomini “di buona volontà che sentono profondamente che è possibile”. Monsignor Sergio Siddi, vicario generale dell'Ordinariato militare in Italia, ai media vaticani, ha inquadrato in questo contesto il Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza, che si svolgerà l’8 e il 9 febbraio. Riprendendo anche il tema giubilare, “Pellegrini di speranza”, ha sottolineato che “la speranza è proprio questo”, avere la certezza che la pace “è possibile”. “La certezza non sta in una parola, non sta neanche in un evento - ha detto -. Sta in un messaggio, oppure, ancora di più, in un’azione da parte di Dio che va a toccare il cuore dell'uomo dandogli quella speranza vera che non viene da un camminare e basta - ha proseguito -, ma viene proprio dal fatto che è Dio che agisce sempre”.
La speranza può ispirare un futuro migliore
Il tenente colonnello Ozren Lukenda, della Marina militare della Croazia, ufficiale di Stato maggiore nella missione “Eu Navfor Med-Irini”, ha, invece, definito il tema della speranza “come un'ancora che tiene la boa in mare” e che può ispirare un “futuro migliore”. Giovanni Paolo II, ha ricordato il militare croato, ha “cambiato il corso degli eventi” e ha dato “molta speranza” con la famosa frase “non abbiate paura”, con la quale ha inaugurato il suo pontificato il 22 ottobre 1978, mentre il mondo soffriva per le tensioni geopolitiche della guerra fredda. Quarantasette anni dopo, nel 2025, in un mondo che si trova ancora di fronte a numerosi conflitti, il colonnello Lukenda auspica che quella speranza si possa ritrovare e che “soprattutto arrivi ai cuori delle persone”.
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