Sinodo, Instrumentum Laboris: Chiesa in missione con l¡¯impegno di tutti
Isabella Piro ¨C Città del Vaticano
Come essere Chiesa sinodale missionaria? È questo l¡¯interrogativo di fondo da cui parte l¡¯Instrumentum laboris (IL) della prossima sessione del Sinodo dei vescovi, in programma dal 2 al 27 ottobre sul tema ¡°Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione¡±, la seconda della XVI Assemblea generale ordinaria, dopo quella del 2023. Il documento raccoglie i frutti dello scorso anno, integrandoli con gli esiti di altri incontri, come quello internazionale dei parroci (svoltosi a Sacrofano, in provincia di Roma, dal 29 aprile al 2 maggio scorsi) e quelli dei dieci gruppi di studio che, su incarico del Papa, hanno approfondito alcune tematiche emerse dal Sinodo del 2023. L¡¯IL ¨C pubblicato oggi, martedì 9 luglio, e presentato presso la Sala stampa della Santa Sede - non offre alcuna ¡°riposta prefabbricata¡±, bensì ¡°indicazioni e proposte¡± sul modo in cui la Chiesa, nel suo insieme, può e potrà rispondere ¡°all¡¯esigenza di essere ¡®sinodale in missione¡¯¡±, cioè una Chiesa più vicina alle persone, meno burocratica, che sia casa e famiglia di Dio, in cui tutti i battezzati siano corresponsabili e partecipi alla sua vita nella distinzione dei diversi ministeri e ruoli.
Le cinque parti del documento
Il documento è strutturato in cinque sezioni: introduzione, fondamenti e tre parti centrali. L¡¯introduzione fa memoria del cammino percorso finora e ne evidenzia i traguardi già raggiunti, come l¡¯uso diffuso della metodologia sinodale della Conversazione nello Spirito. Seguono i fondamenti (n. 1-18) che si soffermano sulla comprensione della sinodalità, vista come un cammino di conversione e di riforma. In un mondo segnato da divisioni e conflitti, si sottolinea, la Chiesa è chiamata ad essere segno di unità, strumento di riconciliazione e di ascolto per tutti, specialmente per i poveri, gli emarginati, le minoranze tagliate fuori dal potere. ¡°Come la luna ¨C si legge nell¡¯IL -, la Chiesa brilla di luce riflessa: non può intendere la propria missione in senso autoreferenziale, ma riceve la responsabilità di essere il sacramento dei legami, delle relazioni e della comunione in vista dell¡¯unità di tutto il genere umano¡± (n. 4). Ribadendo, poi, che ¡°la sinodalità non comporta in alcun modo la svalutazione della particolare autorità e lo specifico compito che Cristo stesso affida ai pastori¡± (n. 8), il documento sottolinea che ¡°la sinodalità non è fine a sé stessa¡± e richiama il legame tra essa e la missione, ¡°intimamente congiunte¡± (n. 9).
Valorizzare le donne nella Chiesa
I fondamenti danno anche ampio spazio (n.13-18) alla riflessione sul ruolo delle donne in tutti gli ambiti della vita della Chiesa, evidenziando ¡°la necessità di dare un riconoscimento più pieno¡± ai loro carismi e alla loro vocazione. ¡°Dio ha scelto alcune donne come prime testimoni e annunciatrici della risurrezione¡±, ricorda l¡¯IL; esse, dunque, ¡°in forza del Battesimo sono in condizione di piena uguaglianza, ricevono la medesima effusione di doni da parte dello Spirito e sono chiamate al servizio della missione di Cristo¡±. Il primo cambiamento da operare, dunque ¡°è quello della mentalitࡱ, con ¡°una conversione a una visione di relazionalità, interdipendenza e reciprocità tra donne e uomini, che sono sorelle e fratelli in Cristo, in vista della comune missione¡±.
Partecipazione e responsabilità femminile
In alcune culture, emerge dall¡¯IL, ¡°permane forte la presenza del maschilismo¡±; per questo, alla seconda sessione sinodale si chiede ¡°una più ampia partecipazione delle donne nei processi di discernimento ecclesiale e a tutte le fasi dei processi decisionali¡± insieme a ¡°un più ampio accesso a posizioni di responsabilità nelle diocesi e nelle istituzioni ecclesiastiche¡±, nonché nei seminari, negli istituti, nelle facoltà teologiche e ¡°nel ruolo di giudice nei processi canonici¡±. I suggerimenti riguardano anche le consacrate, per le quali si auspica ¡°un maggiore riconoscimento e un più deciso sostegno¡± alla loro vita e ai loro carismi, insieme al ¡°loro impiego in posizioni di responsabilitࡱ.
Sul diaconato femminile prosegue la riflessione teologica
Quanto all¡¯ammissione delle donne al ministero diaconale, l¡¯IL riporta che essa viene richiesta da ¡°alcune Chiese locali¡±, mentre altre ¡°ribadiscono la loro contrarietࡱ (n. 17). Il tema, si evidenzia, ¡°non sarà oggetto dei lavori¡± del prossimo ottobre e pertanto è bene che ¡°prosegua la riflessione teologica¡±. Ad ogni modo, la riflessione sul ruolo delle donne ¡°evidenzia il desiderio di un rafforzamento di tutti i ministeri esercitati dai laici¡±, per i quali si richiede che ¡°adeguatamente formati possano contribuire alla predicazione della Parola di Dio anche durante la celebrazione dell¡¯Eucaristia¡± (n. 18).
Parte I - Le relazioni con Dio, tra fratelli e tra le Chiese
Dopo l¡¯introduzione e i fondamenti, l¡¯IL si sofferma sulle relazioni (n. 22-50) che permettono alla Chiesa di essere sinodale in missione, ovvero le relazioni con Dio Padre, tra i fratelli e le sorelle e tra le Chiese. Carismi, ministeri e ministeri ordinati sono dunque essenziali in un mondo e per un mondo che, fra tante contraddizioni, è alla ricerca di giustizia, pace e speranza. Dalle Chiese locali emerge inoltre la voce dei giovani che richiedono una Chiesa non di strutture, né di burocrazia, bensì fondata su relazioni che suscitano e si vivono in dinamiche e percorsi. In quest¡¯ottica, l¡¯Assemblea di ottobre potrà analizzare la proposta di dare vita a nuovi ministeri, come quello ¡°dell¡¯ascolto e dell¡¯accompagnamento¡±. ¡°Serve una ¡®porta aperta¡¯ della comunità ¨C spiega il testo -, attraverso cui le persone possano entrare senza sentirsi minacciate o giudicate¡± (n. 34).
Parte II ¨C Percorsi formativi e discernimento comunitario
Tali relazioni andranno poi sviluppate cristianamente lungo percorsi (n. 51-79) adeguati e contestualizzati, perché ¡°non c¡¯è missione senza contesto, non c¡¯è Chiesa senza radicamento in un luogo preciso¡± (n. 53). Fondamentali saranno dunque la formazione e il ¡°discernimento comunitario¡± che permette alle Chiese di prendere decisioni opportune, articolando la responsabilità e la partecipazione di tutti. Evidenziando, poi, che "la famiglia, in quanto comunità di vita e di amore, è un luogo privilegiato di educazione alla fede e alla pratica cristiana", l'IL afferma che "nell¡¯intreccio delle generazioni è scuola di sinodalità. Tutti, i deboli e i forti, i bambini, i giovani e gli anziani, hanno molto da ricevere e molto da dare" (n. 55).
L¡¯importanza dell¡¯accountability
Ma tra i percorsi da seguire ci sono anche quelli che permettono a quanti hanno responsabilità ecclesiali di rendere conto con trasparenza del loro operato per il bene e la missione della Chiesa. ¡°Una Chiesa sinodale ha bisogno di cultura e pratica della trasparenza e del rendiconto (accountability) ¨C si legge nell¡¯IL - che sono indispensabili per promuovere la fiducia reciproca necessaria per camminare insieme ed esercitare la corresponsabilità per la comune missione¡± (n. 73).
Una Chiesa credibile richiede trasparenza e rendiconto
Ricordando poi che ¡°il rendere conto del proprio ministero alla comunità appartiene alla tradizione più antica, risalendo alla Chiesa apostolica¡± (n. 74), il documento di lavoro sottolinea che oggi ¡°la richiesta di trasparenza e rendiconto nella Chiesa e da parte della Chiesa si è imposta a seguito della perdita di credibilità dovuta agli scandali finanziari e soprattutto agli abusi sessuali e di altro genere su minori e persone vulnerabili. La mancanza di trasparenza e di forme di rendiconto alimenta il clericalismo¡± (n. 75), il quale si fonda erroneamente sull¡¯assunto che i ministri ordinati non debbano rendere conto a nessuno dell¡¯esercizio della loro autorità.
Servono strutture di valutazione
Rendiconto e trasparenza, insiste l¡¯IL, riguardano tutti i livelli della Chiesa e non si limitano all¡¯ambito degli abusi sessuali e finanziari, bensì toccano anche ¡°i piani pastorali, i metodi di evangelizzazione e le modalità con cui la Chiesa rispetta la dignità della persona umana, ad esempio per quanto riguarda le condizioni di lavoro all¡¯interno delle sue istituzioni¡± (n. 76). Di qui, il richiamo a ¡°necessarie strutture e forme di valutazione ¨C intesa in senso non moralistico - del modo in cui sono esercitate le responsabilità ministeriali di ogni genere¡± (n. 77). Al riguardo, il documento ricorda la necessità che la Chiesa garantisca, ad esempio, la pubblicazione di un rendiconto annuale sia sulla gestione di beni e risorse, sia sullo svolgimento della missione, inclusa ¡°una illustrazione delle iniziative intraprese in materia di safeguarding (tutela dei minori e delle persone vulnerabili) e di promozione dell¡¯accesso delle donne a posizioni di autorità e della loro partecipazione ai processi decisionali¡± (n. 79).
Parte III ¨C I luoghi del dialogo ecumenico e interreligioso
L¡¯IL analizza, poi, i luoghi (n. 80-108) in cui prendono forma relazioni e percorsi. Luoghi da intendersi non semplicemente come spazi, quanto piuttosto come contesti concreti, caratterizzati da culture e dinamismi della condizione umana. Invitando a superare una visione statica e un¡¯immagine piramidale delle relazioni e delle esperienze ecclesiali, il documento di lavoro ne riconosce piuttosto la varietà e la pluralità, le quali consentono alla Chiesa - una e universale - di vivere in circolarità dinamica ¡°nei luoghi e dai luoghi¡±, senza cadere né nei particolarismi, né nell¡¯appiattimento. Anzi: è proprio in questo orizzonte così delineato che vanno inseriti i grandi temi del dialogo ecumenico, interreligioso e con le culture. In questo contesto, si inserisce anche la ricerca di forme di esercizio del ministero petrino aperte alla ¡°situazione nuova¡± del cammino ecumenico, verso l¡¯unità visibile dei cristiani (n. 102 e 107).
Pellegrini di speranza
Infine, il documento ricorda come ognuna delle domande che contiene vuole essere un servizio alla Chiesa e una possibilità di guarire le ferite più profonde del nostro tempo. L¡¯Instrumentum laboris si conclude quindi con un invito a proseguire il cammino come ¡°pellegrini di speranza¡±, anche nella prospettiva del Giubileo del 2025 (n. 112).
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