Czerny: dal Papa un richiamo sull’uso spregiudicato della tecnologia
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
L’intelligenza artificiale è un tratto distintivo del presente, in continuo cambiamento e “necessita di un’attenta disamina per assicurarsi che sia davvero al servizio del bene comune, che protegga il valore inalienabile della persona umana e che promuova i nostri diritti fondamentali”. Per questo motivo Papa Francesco, dedicando il all’intelligenza artificiale, ha voluto identificare le sfide che le nuove tecnologie pongono per costruire un mondo più giusto e più fraterno. Lo ha spiegato il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, alla conferenza stampa di presentazione del Messaggio nella Sala Stampa della Santa Sede, alla quale sono intervenuti il professor Mathieu Guillermin, associato presso l’Université Catholique de Lyon e coordinatore del progetto internazionale “New Humanism at the time of Neuroscience and Artificial Intelligence”, padre Riccardo Lufrani, professore di Teologia delle tecno scienze e di Teologia Morale all’Università Lumsa di Roma, e la professoressa Barbara Caputo, ordinaria al Politecnico di Torino, co-fondatrice e presidentessa di Focoos.ai.
Le sfide antropologiche
Il capo Dicastero ha evidenziato che nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2024 il Papa richiama l’attenzione sull’“uso spregiudicato della tecnologia, esclusivamente governato dalla brama di profitto e da interessi di parte” che può provocare “disuguaglianze, ingiustizie, tensioni, conflitti”. L’intelligenza artificiale, dunque, pone sfide non soltanto tecniche “ma anche antropologiche, educative, sociali e politiche”, scrive Francesco, e allora spaventa l’uso che se ne fa ai fini della guerra, ha sottolineato Czerny. Sempre più sofisticate e distruttive, le intelligenze artificiali “tolgono la responsabilità umana dalla scena della battaglia”.
Formare ed educare all’uso delle tecnologie
Ma “l'intelligenza artificiale può anche minacciare la giustizia sociale”, ha proseguito il cardinale, perché ad esempio nel mondo del lavoro, si “stanno eliminando sempre più posti di lavoro, con un forte aumento della povertà”. Nell’ambito dell'informazione, invece, “ci sono nuovi modi per distorcere deliberatamente le parole e le immagini, per disinformare e manipolare, e questi seriamente mettono in pericolo l'ordine civile e il governo democratico”. E allora, come sottolinea il Papa, è fondamentale l’educazione. “Formare coloro che progettano gli algoritmi e le tecnologie digitali affinché siano essi stessi più responsabili - ha rimarcato il prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale -, poi educare tutti, soprattutto i giovani, a usare le nuove tecnologie in modo consapevole e al pensiero critico rispetto al loro impatto, soprattutto sui poveri e sull'ambiente”.
Servono normative
Infine il porporato ha rilevato la necessità di “normative efficaci all'interno degli Stati, nonché accordi multilaterali e trattati vincolanti” per potere “disciplinare lo sviluppo e l'uso dell'intelligenza artificiale in modo responsabile”. Per questo il Messaggio di Francesco esorta capi di Stato, autorità politiche, leader della società civile ad “esercitare la corresponsabilità”, ha concluso il cardinale Czerny, e invita tutti a “prestare attenzione e scegliere bene, se vogliamo consegnare alle generazioni future un mondo migliore e più pacifico”.
Il richiamo del Papa alla responsabilità
Rispondendo, poi, ad alcune domande dei giornalisti, il cardinale Czerny ha specificato che a proposito di intelligenza artificiale è ancora prematuro mettere sullo stesso piano i vantaggi, i benefici e i rischi, ma che il Messaggio del Papa richiama in particolare alla responsabilità. Circa la definizione di intelligenza artificiale, sulla quale ancora non c’è totale chiarezza, la professoressa Caputo ha spiegato che va intesa come elaborazione automatica del dato digitale, gestione della sempre più crescente quantità di informazioni digitali, nell’ambito della quale il profitto sta diventando l’aspetto primario.
Sussidi per diffondere il Messaggio di Francesco
Per far conoscere meglio il messaggio del Papa, aiutare a comprenderne il tema e ad esplorarne le implicazioni, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha messo a disposizione alcuni sussidi multimediali in italiano, inglese, portoghese, spagnolo e francese, e ancora materiale informativo e riflessioni teologiche.
Aprire una riflessione etica
Per il professor Guillermin quello del Papa per la Giornata Mondiale della Pace è “un messaggio di speranza poiché, lontano da ogni rifiuto tecnofobico” che riconosce il potenziale positivo dell’intelligenza artificiale, ma è anche un “appello all’impegno e alla responsabilità” e a non cadere in una visione riduttiva della vita umana e più ampiamente della realtà. In pratica, Francesco “mette in guardia dal rischio di perdere il controllo su noi stessi” che può scaturire da “una sorta di ‘dittatura tecnologica’ originata da “un desiderio ossessivo di controllare tutto”. “È nostro dovere arricchire la nostra riflessione etica”, ha asserito lo studioso, ricordando che, come afferma Papa Francesco, “il rispetto fondamentale della dignità umana esige che ci rifiutiamo di permettere che l’unicità della persona venga identificata con un insieme di dati”.
Sviluppare una teologia delle tecno-scienze
Nel suo intervento, invece, padre Lufrani si è soffermato sul fatto che “da anni Papa Francesco ci avverte che stiamo vivendo un cambiamento d’epoca” e che “l’uomo sta trasformando la realtà storica e naturale in modo radicale”, con un “miglioramento generale delle condizioni di vita dell’umanità” che però “va di pari passo con crescenti destabilizzazioni e disuguaglianze che minano la pacifica convivenza”. Per questo occorre sviluppare “una filosofia ‘artificiale’” e una “teologia delle tecno-scienze”, accogliendo “l’invito del Papa a contribuire, ognuno nel suo ambito, a garantire che i progressi nello sviluppo di forme di Intelligenza Artificiale ‘servano in definitiva alla causa della fraternità umana e della pace nel mondo’”.
Una materia da rendere accessibile a tutti
Dell’insegnamento nelle università dell’intelligenza artificiale ha parlato la professoressa Caputo, facendo presente che “oggi sono troppo pochi gli atenei nel mondo dove gli studenti possono usufruire di infrastrutture computazionali adeguate” per lo studio della materia. Questo perché “i supercalcolatori, necessari per lo sviluppo e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale Generativa, sono estremamente costosi” e dunque “merce preziosa, destinata principalmente a sostenere la ricerca e lo sviluppo dei privati a scapito della formazione universitaria, spesso anche quando tali infrastrutture di calcolo sono state create con ingenti finanziamenti pubblici”. Per l’esperta è necessario impegnarsi per garantire a tutti una “formazione tecnica di qualità nel campo dell’Intelligenza Artificiale”, perché questa sia un “vero strumento di pace”.
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