Le esequie del cardinale Cacciavillan
Pope
Un uomo che fidava in ogni avvenimento nella Provvidenza divina, dotato di una “finezza di tratto†che suscitava simpatiaâ€. È il ritratto di Agostino Cacciavillan, , un uomo e un cardinale stimato, un uomo di Dio, dotato del fiuto interiore, di quel “sensus ecclesiae†che lo distingueva nel suo lavoro a servizio del Papa. A tracciarlo dall’altare della Cattedra in San Pietro è stato il decano delle porpore, il cardinale Giovanni Battista Re, durante la messa funebre scomparso del porporato trevigiano, scomparso a 95 anni sabato scorso.
Il coraggio della verità
Passando in rassegna le fasi salienti del suo ministero – tre decenni trascorsi a varie latitudini a rappresentare il Papa in vari continenti come nunzio apostolico – fino al rientro nella Santa Sede nel ’98, richiamato da Giovanni Paolo II a l governo dell’Apsa, il cardinale Re ha rilevato che “in tutti questi incarichi, identico fu lo spirito che animò†il confratello scomparso, “una solida fede, il coraggio della verità in ogni circostanza e l’amore per le anime, conditi da “viva intelligenza, l’equilibrio di giudizio, il profondo senso del dovere e una finezza di tratto, che suscitava stima e simpatiaâ€.
Abbandonarsi a Dio
Agostino Cacciavillan, ha proseguito il decano del Collegio cardinalizio, “aveva radicato nell’anima il senso della Provvidenza Divina. Diceva di averlo appreso in casa, soprattutto da suo padre e questo gli dava serenità nelle situazioni anche più difficili e pesanti†e in questo abbandonarsi a quanto Dio “aveva disposto e disponeva nella sua vita, trovava serenità e pace interiore anche nei casi che gli costarono fatiche e sacrificiâ€.
Informato fino all’ultimo
Al tramonto della vita, col sopraggiungere di problemi di deambulazione che lo avevano costretto in casa, “lo trovavo - ha raccontato il cardinale Re - sempre perfettamente lucido di mente, con ancora ottima memoria e ben informato sugli avvenimenti riguardanti la vita della Chiesaâ€, lui “che nei 9 anni passati in Segretaria di Stato era stato capo dell’Ufficio Informazioni e Documentazioneâ€.
Il suo motto episcopale, ha ricordato ancora il decano del Colelgio, “era In virtute Dei, che riecheggia – come egli spiegava – un’espressione dell’Apostolo San Pietro, affermando che è la potenza di Dio ad agire nei suoi ministri e riconoscendo che è Dio a salvare il mondo con la nostra collaborazioneâ€.
Al termine della celebrazione, Papa Francesco è sceso in Basilica per presiedere i riti l rito dell’Ultima Commendatio e della
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