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Papa Francesco durante la proiezione di un film in Vaticano. Papa Francesco durante la proiezione di un film in Vaticano.

Il Papa e il cinema, un dialogo fatto di incontri e memorie

Dal 15 al 18 febbraio si celebra il Giubileo degli artisti e del mondo della cultura. Papa Francesco ha un legame speciale con la settima arte, fatto di ricordi personali, scambi con gli artisti, citazioni filmiche ed esperienze sul set

Eugenio Murrali - Città del Vaticano

Il cinema è per Francesco un territorio di memorie, un’officina di creatività. Per capire questo interesse di Jorge Mario Bergoglio verso la settima arte, dobbiamo immaginarlo bambino, nel dopoguerra, mentre, come ha raccontato, assiste insieme ai genitori alle proiezioni dei film neorealisti italiani, che hanno segnato il suo immaginario nelle lontane serate argentine. A queste e ad altre pellicole - capitava di vederne anche tre di seguito - il Papa ha fatto riferimento più volte nei suoi discorsi: “Quando eravamo bambini, i genitori ci portavano a vedere quei film, e ci hanno formato il cuore”, ha detto il 7 dicembre 2019 .

“Il cinema, si sa è un grande strumento di aggregazione. Soprattutto nel dopoguerra ha contribuito in maniera eccezionale a ricostruire il tessuto sociale con tanti momenti aggregativi.”

Lo sguardo di Francesco sul Cinema

In quell’occasione, il Vescovo di Roma ha sintetizzato in tre parole la forza del grande schermo: comunione, creatività, visione. “Il cinema, si sa - ha detto spiegando il primo termine - è un grande strumento di aggregazione. Soprattutto nel dopoguerra ha contribuito in maniera eccezionale a ricostruire il tessuto sociale con tanti momenti aggregativi. Quante piazze, quante sale, quanti oratori, animati da persone che, nella visione del film, trasferivano speranze e attese. E da lì ripartivano, con un sospiro di sollievo, nelle ansie e difficoltà quotidiane. Un momento anche educativo e formativo, per riconnettere rapporti consumati dalle tragedie vissute”. Per Francesco il cinema è anche uno strumento per tornare a parlare del “bello”. Si è rivolto così : “Mi piace il lavoro che fate, il lavoro del cinema, il lavoro dell’arte, il lavoro della bellezza come grande espressione di Dio”. Una bellezza “che è l’armonia, opera dello Spirito Santo”.

L'amore per il neorealismo

Bergoglio, nel suo magistero, fa spesso riferimento a scene o storie viste sul grande schermo, come nell’: “La strada di Fellini è il film che forse ho amato di più. […] Credo poi di aver visto tutti i film con Anna Magnani e Aldo Fabrizi quando avevo tra i 10 e 12 anni. Un altro film che ho molto amato è Roma città aperta”. Nel corso del recente summit vaticano sui diritti dei minori, ha poi ricordato, come già altre volte, I bambini ci guardano di Vittorio De Sica. Troviamo traccia dell’amore di Francesco per il neorealismo nell’intervista realizzata da monsignor Dario Edoardo Viganò nel suo volume del 2021, Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità (Effatà Editrice): “Come sarebbe bello - ha affermato Bergoglio - riscoprire attraverso il cinema l’importanza dell’educazione allo sguardo puro. Proprio come ha fatto il neorealismo”. E ha parlato della settima arte anche come di “catechesi dello sguardo”, di “una pedagogia per gli occhi che cambia il nostro sguardo miope avvicinandolo allo sguardo stesso di Dio”. Questo interesse per la realtà è in sintonia con quanto il Papa ha affermato anche nella : "Io, ad esempio, amo gli artisti tragici, perché tutti potremmo sentire le loro opere come nostre, come espressione dei nostri propri drammi. Piangendo per la sorte dei personaggi, piangiamo in fondo per noi stessi ed i nostri vuoti, le nostre mancanze, la nostra solitudine".

Papa Francesco sul set del documentario di Wim Wenders
Papa Francesco sul set del documentario di Wim Wenders

Non solo Neorealismo: Il pranzo di Babette

Una sorpresa nell’esortazione apostolica : “Le gioie più intense della vita nascono quando si può procurare la felicità degli altri, in un anticipo del Cielo. Va ricordata la felice scena del film Il pranzo di Babette, dove la generosa cuoca riceve un abbraccio riconoscente e un elogio: ‘Come delizierai gli angeli!’”. Il film di Gabriel Axel, tratto da un racconto di Karen Blixen, racconta la generosità di Babette, che, cattolica accolta da Martina e Philippa, figlie di un pastore protestante, anni dopo deciderà di utilizzare il denaro ottenuto da una vincita per rendere omaggio con una grande cena al padre delle due donne. Spende tutto, ma gioisce di aver reso gli altri felici.

Rapsodia in agosto di Akira Kurosawa

Nel corso della alla parrocchia romana Santa Maria a Setteville, il 15 gennaio 2017, Francesco ha ricordato un’esperienza personale: “Quando ero a Buenos Aires, alcune catechesi le facevo con un film, e poi facevo riflettere su questo film, e alla fine veniva la catechesi, la settimana dopo, così avevano una settimana per pensare al film. […] Per esempio, per spiegare il dialogo tra i nonni e i bambini, che è tanto importante, c’è un film di 20 anni fa, che vi raccomando – voi lo troverete – Rapsodia in agosto; è giapponese, di Kurosawa”.

Papa Francesco e Martin Scorsese a colloquio nel 2024
Papa Francesco e Martin Scorsese a colloquio nel 2024

Andrej Rublëv di Tarkovski e la capacità di stupirsi

Tornando all’incontro con la Fondazione Ente dello Spettacolo, Francesco ha rivelato quel giorno un’altra pellicola prediletta riportandone un’immagine stupenda. “Penso a quel capolavoro che è l’Andrej Rublëv di Tarkovski: l’artista rimane muto a causa del trauma della guerra. Viene da pensare a ciò che sta accadendo anche oggi nel mondo. Rublëv non dipinge più, nemmeno parla più. Si aggira smarrito in cerca di un senso, finché assiste alla fusione di una campana. E al primo rintocco di quella grande campana il suo cuore si riapre, la sua lingua si scioglie, riprende a parlare e riprenderà a dipingere. E lo schermo si riempie dei colori delle sue icone. Il suono della campana, che esce dalla terra e dal bronzo, come per miracolo, riempie di stupore l’animo dell’artista e in un certo senso egli avverte in esso la voce di Dio, che gli sussurra: ‘Apriti’. Come aveva detto Gesù nel Vangelo: ‘Effatà’ (Mc 7,34)”.

Francesco “protagonista non attore”

Con il regista tedesco Wim Wenders lo scambio è andato oltre la semplice conversazione e si è trasformato nel documentario del 2018 girato nella Città del Vaticano: Papa Francesco. Un uomo di parola, esperienza raccontata da monsignor Dario Edoardo Viganò in un libro. Qui il Pontefice è divenuto “protagonista non attore” del racconto di una chiesa sognata, “povera per i poveri”.
Anche il regista di Sacro GRA, il leone d’oro Gianfranco Rosi, ha creato un film, In viaggio, basato soprattutto su video d’archivio per raccontare l’impegno del Pontefice nelle sue visite apostoliche, ben 37 in 53 Paesi, nei primi nove anni. Una peregrinazione che è stata anche predicazione di valori e critica alla cultura dello scarto.

Papa Francesco e Roberto Benigni alla Giornata mondiale dei bambini
Papa Francesco e Roberto Benigni alla Giornata mondiale dei bambini

L’attenzione verso gli artisti

La relazione del Papa con il cinema è arricchita dagli incontri e dal dialogo diretto con i protagonisti. “Quando penso a Papa Francesco devo dire che la prima parola che mi viene in mente è compassione”, ha detto Martin Scorsese in un’intervista rilasciata al direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda. Tra i due uomini c’è grande e reciproca ammirazione, tanto che il regista ha affermato recentemente di aver risposto all’appello rivolto dal Pontefice agli artisti decidendo di preparare un film su Gesù tratto da un romanzo del giapponese Shūsaku Endō.
Resta nella memoria lo slancio d’affetto del regista e attore premio Oscar per La vita è bella, Roberto Benigni, che nella Giornata mondiale dei bambini del 2024 fece sorridere il Papa chiamandolo in causa con la sua simpatia: “Lei è argentino, possiamo ballare un tango!”. E ancora tra molti incontri potremmo citare da ultimo l’udienza con 200 artisti nel giugno 2023 e quella con gli interpreti dello humour nel 2024, tra i quali era presente Whoopi Goldberg.

Papa Francesco, Matteo Garrone e il cast del film "Io capitano"
Papa Francesco, Matteo Garrone e il cast del film "Io capitano"

Proiezioni in Vaticano

In questi anni il Vaticano ha ospitato a volte proiezioni di film di particolare valore umano. Per esempio, nel 2015, nella Casina di Pio IV  è stata organizzata la visione di Unbroken di Angelina Jolie, che il Pontefice ha anche ricevuto, colpito dalla storia dell'atleta olimpico e reduce di guerra Louis Zamperini e dal suo percorso di fede. Lo scorso anno, all’interno dei lavori del Sinodo sulla sinodalità, i partecipanti hanno potuto assistere alla proiezione di Io capitano, il film di Matteo Garrone sulle storie di emigrazione dall’Africa verso l’Europa alla presenza del regista e di Mamadou Kouassi, uno dei migranti ispiratori dell’opera. Anche il Papa - molto attento a questo tema - l'aveva incontrato l’anno prima con lo stesso Garrone e il resto del cast.
 

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13 febbraio 2025, 12:16