Dieci parole per dieci anni
Fabio Colagrande – Città del Vaticano
È possibile riassumere i primi dieci anni di pontificato di Papa Francesco in altrettante parole simbolo? Probabilmente no. Ce ne vorrebbero molte di più per abbozzare un ragionamento sensato e approfondito sui temi principali del suo magistero. La sfida diventa più interessante se però la scelta ricade su coppie di vocaboli tra i quali è possibile stabilire un nesso: di contrapposizione o concordanza. Con questa idea, la redazione podcast di Radio Vaticana – Pope, ha varato un progetto per il decennale: cinque episodi speciali del podcast settimanale “Le chiavi di Pietro”, ciascuno dei quali dedicato a due parole esemplari del pontificato, vale a dire più volte utilizzate dal Papa dal 13 marzo 2013 in poi. In ogni episodio sono proposti inserti audio dai discorsi e dalle omelie di Papa Francesco, mentre tre ospiti sono chiamati in causa per commentare e intrecciare le parole del Papa, dal punto di vista teologico ma anche in una prospettiva laica, per incarnarle nella vita della Chiesa e della società.
Balconear e chiasso
Il primo podcast, online già dal 2 marzo, gioca sull’opposizione tra il neologismo bergogliano “balconear”, importato dal linguaggio popolare di Buenos Aires per spronare i cristiani che stanno alla finestra, e il “chiasso” benefico di chi si mette in gioco per annunciare il Vangelo. “Il cristianesimo è impastare la propria vita con le storie degli uomini e delle donne – spiega nel podcast don Michele Falabretti, responsabile della Pastorale Giovanile della Cei – per questo il Papa chiede a tutti, anzitutto ai giovani, di non stare fuori dal mondo e dalla vita”. “Il chiasso che ci chiede Francesco – riflette don Michele Madonna, prete dee-jay a Napoli - non è quello sterile delle discoteche ma il baccano per annunciare che Gesù esiste realmente”.
Periferia e scarto
Nel secondo episodio si ritrova il collegamento tra le “periferie”, come punto di osservazione privilegiato, e lo “scarto” di cui sono vittime coloro che le abitano. “Come ci spiega Francesco, dalla prospettiva delle periferie - commenta don Claudio Burgio, attivo nella pastorale carceraria a Milano - il Vangelo appare sempre più reale, più capace di interpretare i giorni, le storie e il dolore stesso. È proprio dalla periferia che tu impari riconoscere la preziosità dell'annuncio cristiano”. “In una società, dove è predominante la cultura dello scarto – aggiunge Soemia Sibillo del Cav Mangiagalli di Milano - dobbiamo davvero prendere coscienza che un bimbo non nato non mancherà solamente alla sua mamma ma mancherà a tutti noi”.
Chiacchiericcio e fratellanza
Nel terzo podcast si gioca sul contrasto tra il “chiacchiericcio” che divide e la “fratellanza” del “nessuno si salva da solo”. “Sapeste quanti pazienti arrivano da me distrutti da giudizi tossici - racconta lo psicologo Salvo Noè - da quel chiacchiericcio che molte volte è presente anche all'interno delle famiglie e porta solo dolore. Come ricorda il Papa: chi giudica accusa sempre”. “Francesco ci invita a capire che la fratellanza è un valore per tutti i popoli – nota fra Emiliano Antenucci, rettore del Santuario della Vergine del Silenzio – e le parole possono essere o dei muri di divisione oppure, soprattutto per noi cristiani, dei ponti di fraternità”.
Clericalismo e mondanità
Nel quarto episodio del podcast si parla di due mali della Chiesa strettamente legati: il “clericalismo” e la “mondanità spirituale”. “Il Papa ci mette in guardia perché il clericalismo è un rischio a cui tutti siamo esposti, che siamo preti o laici o laiche, e questa idea di essere depositari di un potere di origine divina è la radice di ogni abuso, fisico o spirituale”, spiega la teologa pastoralista Assunta Steccanella. “Dal 13 marzo di dieci anni fa - aggiunge fratel MichaelDavide Semeraro, monaco benedettino - la Chiesa è entrata in ciò che Papa Francesco chiama un processo di conversione, dalla mondanità spirituale e dal clericalismo. Tutto questo esige una rinuncia: dobbiamo uscire da quelle tentazioni che ci spingono a usare la religione per il proprio potere, per i propri privilegi”.
Orfanezza e tenerezza
L’ultimo podcast collega invece l’assenza del padre, “l’orfanezza” con la riscoperta della “tenerezza”. ”Con il termine orfanezza, Papa Francesco definisce la condizione in cui si trovano i nostri giovani e le nostre giovani perché i loro adulti di riferimento non sono veramente all'altezza della loro vocazione generativa”, riflette il teologo don Armando Matteo. “Per tornare ad essere adulti devono tornare al Padre, all' esperienza gioiosa della fede”. “La tenerezza a cui ci invita il Papa - spiega madre Elena Francesca Beccaria, abbadessa del monastero di Santa Chiara a Roma - s’impara in quell’atteggiamento orante che ci mette di fronte alla bontà del Padre che è nei cieli: facendoci riconoscere, tutta la tenerezza che ha usato verso di noi”.
A commentare le dieci parole ci sono anche il missionario comboniano padre Daniele Moschetti, lo scrittore e psicoterapeuta Alberto Pellai, Giuseppe Milan, docente presso l’istituto universitario Sophia, la psicoterapeuta Rossella Barzotti e Riccardo Cristiano, vaticanista e scrittore. Il primo episodio è online sul sito vaticannews.va e su Spotify già da giovedì 2 marzo. Il secondo e il terzo sono in rete da giovedì 9 marzo. Lunedì 13 marzo, giorno dell’anniversario dell’elezione di Papa Francesco, saranno pubblicati il quarto e il quinto.
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