Il Papa: giustizia sociale ¨¨ dare ai poveri, la propriet¨¤ privata non ¨¨ intoccabile
Alessandro Di Bussolo ¨C Città del Vaticano
Per costruire ¡°la nuova giustizia sociale¡± dobbiamo ammettere ¡°che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto alla proprietà privata¡± e ne ha sottolineato sempre la funzione sociale. Quando, ricorrendo alle leggi e al diritto, ¡°diamo ai poveri le cose indispensabili, non diamo loro le nostre cose, né quelle di terzi¡±, ma ¡°restituiamo loro ciò che è loro¡±. E¡¯ il cuore dell¡¯intervento che Papa Francesco invia, in un videomessaggio, al primo incontro virtuale dei Giudici membri dei Comitati per i diritti sociali di Africa e America sul tema ¡°La costruzione della giustizia sociale. Verso la piena applicazione dei diritti fondamentali delle persone in condizioni di vulnerabilitࡱ, che si tiene dal 30 novembre al 1 dicembre in Perù.
Quello della proprietà è un ¡°diritto naturale secondario¡±
Ai giudici, pubblici ministeri, consulenti, avvocati di Argentina e Brasile, Canada e Stati Uniti, Cuba e Guatemala, ma anche Marocco, e membri della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, molti dei quali hanno partecipato al vertice del 3-4 giugno 2019 in Vaticano, il Papa ricorda, al termine del suo discorso, che, per la dottrina sociale della Chiesa, ¡°il diritto di proprietà è un diritto naturale secondario derivante dal diritto che hanno tutti, nato dalla destinazione universale dei beni creati¡±. E quindi che: ¡°Non c¡¯è giustizia sociale che possa fondarsi sull¡¯iniquità, che presuppone la concentrazione della ricchezza¡±.
Essere giudici: una ¡°missione¡± e una ¡°responsabilità sociale¡±
Il primo intervento, breve, di Papa Francesco, alla due giorni on line che fa seguito al vertice, un anno fa in Vaticano, dei giudici panamericani sui diritti sociali e la dottrina francescana, è un saluto, in spagnolo, nel quale il Pontefice sottolinea ai magistrati che questa ¡°pausa" del loro lavoro ordinario li aiuterà ¡°ad acquisire una dimensione più completa della loro "missione" e della loro "responsabilità sociale¡±.
Giudici come poeti, per curare i poveri e la terra
Il Papa riprende quindi un¡¯immagine usata nell¡¯incontro di un anno e mezzo fa nella Casina Pio IV in Vaticano: i giudici impegnati nei diritti sociali, alla pari dei movimenti sociali, sono dei poeti. E la chiarisce: ¡°Il poeta ha bisogno di contemplare, pensare, comprendere la musica delle realtà e plasmarla con parole¡±.
Voi, in ogni decisione, in ogni sentenza, siete di fronte alla felice possibilità di fare poesia: una poesia che curi le ferite dei poveri, che integri il pianeta, che protegga la madre terra e tutta la sua discendenza. Una poesia che ripari, redima, e nutra.
Una "giustizia giusta" rende felici i Paesi
Quindi Francesco si appella ai giudici: ¡°Non rinunciate a questa possibilitࡱ. Con decisione e con coraggio, ¡°siate consapevoli che tutto ciò che potete apportare con la vostra rettitudine e il vostro impegno è molto importante¡±. Perché ¡°quando una giustizia è realmente giusta, quella giustizia rende felice i Paesi e degni i loro abitanti¡±. Infatti, e così il Pontefice conclude il suo saluto iniziale, ¡°nessuna sentenza può essere giusta, nessuna legge legittima se ciò che generano è più disuguaglianza¡±, oppure ¡°più perdita di diritti, indegnità o violenza¡±. ¡°Una poesia che non trasforma - è l¡¯ammonimento finale del Papa - è solo una manciata di parole morte¡±.
Le cinque basi per una nuova giustizia sociale
Alle donne e gli uomini che in due continenti ¡°lavorano per dispensare giustizia¡± e pensano a come ¡°costruire la nuova giustizia sociale¡± Francesco elenca poi, nel suo discorso che apre i lavori, cinque basi di questa giustizia sociale. Le vostre idee, prima di tutto, non dovrebbero perdere di vista la realtà¡
l¡¯angosciante quadro in cui una piccola parte dell¡¯umanità vive nell¡¯opulenza, mentre a un numero sempre maggiore di maggiore la dignità è sconosciuta e i loro diritti umani vengono ignorati e violati. Non possiamo pensare sconnessi dalla realtà.
Opera collettiva di chi si fa carico del dolore altrui
La seconda base della nuova giustizia sociale, per il Pontefice, è riconoscere che questa è ¡°un¡¯opera collettiva¡±, nella quale ¡°tutti e tutte le persone benintenzionate sfidano l¡¯utopia e ammettono che, come il bene e l¡¯amore, anche la giustizia è un compito che si deve conquistare ogni giorno¡±, perché lo squilibrio è la tentazione di ogni istante. Per questo, ed è la terza base, è necessario ¡°un atteggiamento d¡¯impegno, seguendo il cammino del buon samaritano¡±, perché è troppo frequente la tentazione ¡°di disinteressarsi degli altri, specialmente dei più deboli¡±.
Dobbiamo ammettere che ci siamo abituati a passare di lato, a ignorare le situazioni finché queste non ci colpiscono direttamente. L¡¯impegno incondizionato è farci carico del dolore dell¡¯altro, e non scivolare verso una cultura dell¡¯indifferenza.
Basarsi sulla storia ci chi ha dato la vita per l¡¯umanità integrata
La quarta ¡°e obbligata¡± riflessione per chi vuol realizzare ¡°una nuova giustizia sociale per il nostro pianeta, assetato di dignitࡱ è per Papa Francesco considerare la storia ¡°come asse conduttore¡±. ¡°Lì - spiega - ci sono le lotte, i trionfi e le sconfitte. Lì si trova il sangue di quanti hanno dato la propria vita per un¡¯umanità piena e integrata¡±. Sono le radici delle esperienze, ¡°anche quelle della giustizia sociale che oggi vogliamo ripensare, far crescere e potenziare¡±.
Siamo popolo con il popolo, non élite di Dio
La quinta base, prosegue il Papa, ¡°è il popolo¡±: non pretendiamo ¡°di essere élite illuminata, ma popolo, dimostrandoci costanti e instancabili nel lavoro di includere, integrare e sollevare chi è caduto¡±. Perché quelli che seguono il cammino della ¡°élite di Dio¡±, ¡°finiscono nei tanto noti clericalismi elitari che lavorano per il popolo, ma non fanno nulla con il popolo¡±, e non si sentono popolo.
Solidali: lottare contro la cultura ¡°di usare gli altri¡±
E in conclusione Francesco chiede a coloro che vogliano ripensare l¡¯idea di giustizia sociale, di dimostrarsi ¡°solidali e giusti¡±. Solidali, lottando ¡°contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, di terra e di alloggio. Terra, tetto e lavoro, techo, tierra y trabajo, le tre ¡®T¡¯ che ci rendono degni¡±:
Lottando, insomma contro quanti negano i diritti sociali e lavorativi. Lottando contro quella cultura che porta a usare gli altri, a schiavizzare gli altri e finisce col togliere la dignità agli altri.
Giusti: restituire ai poveri ciò che è loro
E giusti, sapendo che, ¡°quando, ricorrendo al diritto, diamo ai poveri le cose indispensabili, non diamo loro le nostre cose, né quelle di terzi, bensì restituiamo loro ciò che è loro¡±. Un¡¯idea che abbiamo, spesso, perso:
Costruiamo la nuova giustizia sociale ammettendo che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto alla proprietà privata e ha sottolineato sempre la funzione sociale di ogni sua forma. Il diritto di proprietà è un diritto naturale secondario derivante dal diritto che hanno tutti, nato dalla destinazione universale dei beni creati.
Non fate teorie, ma una nuova pratica giudiziaria
Non c¡¯è giustizia sociale ¡°che possa fondarsi sull¡¯iniquitࡱ conclude il Pontefice, rappresentata dalla ¡°concentrazione della ricchezza¡±. L¡¯augurio finale è che tutto ciò che verrà costruito in questi due giorni sulla nuova giustizia sociale ¡°sia più di una mera teoria, ma piuttosto una nuova e urgente pratica giudiziaria, che contribuisca a far sì che l¡¯umanità possa, in un futuro molto vicino, integrarsi nella pienezza e nella pace¡±.
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