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Francesco: l'ingiustizia che fa piangere i poveri e la terra non è invincibile

Ai partecipanti alla Conferenza su religioni e sviluppo sostenibile, ricevuti oggi in udienza in Vaticano, Papa Francesco indica la necessità di una "conversione ecologica" del mondo attuale. Le sfide, dice, sono complesse, e i gruppi e le persone religiose hanno un ruolo chiave da svolgere in questo

Adriana Masotti - Città del Vaticano

“Vi incoraggio a continuare a lottare per il cambiamento che le circostanze attuali richiedono, perché l’ingiustizia che fa piangere la terra e i poveri non è invincibile”. E' il messaggio di speranza che Papa Francesco ha voluto lanciare stamattina ai circa 400 partecipanti alla Conferenza internazionale sul tema: "Religioni e obiettivi di sviluppo sostenibile", ricevuti questa mattina nella Sala Clementina. I lavori, promossi dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, sono cominciati ieri e si concluderanno domani, sabato 9 marzo. 

Lo sviluppo umano: inclusivo e rispettoso della natura

La prima cosa che il Papa sottolinea è l’importanza dell’ascolto e dell’inclusione di più voci quando si parla di sostenibilità, perché le opinioni e le proposte siano il più possibile il risultato di un processo partecipativo globale. Il concetto di sviluppo, però, è un concetto complesso, osserva, e a lungo la sua idea è stata quasi interamente limitata alla crescita economica e materiale, con l’indice del prodotto interno lordo quale unico indicatore. Ciò ha obbligato quasi “a sfruttare irrazionalmente sia la natura sia gli esseri umani”.

In realtà, come ha messo in risalto il mio predecessore San Paolo VI, parlare di sviluppo umano significa riferirsi a tutte le persone, non solo a pochi, e all’intera persona umana, non alla sola dimensione materiale. Pertanto, una fruttuosa discussione sullo sviluppo dovrebbe offrire modelli praticabili di integrazione sociale e di conversione ecologica, perché non possiamo svilupparci come esseri umani fomentando crescenti disuguaglianze e il degrado dell’ambiente.

Necessarie risposte concrete al grido dei poveri e della terra

Lo sviluppo umano richiede, dunque, l’abbandono di modelli negativi per imboccare liberamente e responsabilmente percorsi alternativi. Anche le religioni sono chiamate in causa e il Papa auspica che da questa Conferenza possano emergere “risposte concrete al grido della terra e al grido dei poveri”.

Proposte concrete per facilitare lo sviluppo di chi è nel bisogno, avvalendosi di quella che il Papa Benedetto XVI ha ravvisato come 'la possibilità di una grande ridistribuzione della ricchezza a livello planetario come in precedenza non era mai avvenuto' . Politiche economiche concrete che siano incentrate sulla persona e che possano promuovere un mercato ed una società più umani. Misure economiche concrete che prendano seriamente in considerazione la nostra casa comune. Impegni etici, civili e politici concreti per svilupparsi al fianco della nostra sorella terra, e non malgrado essa.

Sviluppo inseparabile da giustizia e fraternità 

Tutto nel mondo è connesso, tutto è in relazione ed è necessario trovare risposte comuni per il bene della Terra e dell’umanità. Le religioni devono, dice Francesco, mettere a disposizione di tutti i propri valori per un dialogo vero “sul modo in cui costruire il futuro del nostro pianeta”. E riprendendo la Laudato sì, ricorda che “la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri”.

Obiettivi economici sostenuti da obiettivi etici

Persone, pianeta, prosperità, pace e partnership sono le cinque P in cui si articola l’Agenda delle Nazioni Unite in merito agli obiettivi di sviluppo da raggiungere entro il 2030 e anche la Conferenza in corso in Vaticano è articolata sulla stessa linea. Questo, afferma il Papa, può servire “a preservare da una concezione della prosperità basata sul mito della crescita e del consumo illimitati". E sebbene ancora alcuni sostengano questa visione, “un approccio integrale ci insegna che questo non è vero”. E continua:

Se è certamente necessario puntare a una serie di obiettivi di sviluppo, questo non è però sufficiente per un ordine mondiale equo e sostenibile. Gli obiettivi economici e politici devono essere sostenuti da obiettivi etici, che presuppongono un cambiamento di atteggiamento, la Bibbia direbbe un cambiamento di cuore.

L'importanza delle religioni e delle popolazioni indigene 

In tutto questo “le religioni hanno un ruolo chiave da svolgere”. A cominciare, suggerisce il Papa, dal riconoscimento dei propri errori e negligenze nei confronti degli altri, del creato e del Creatore. E indica l’importanza di un gruppo speciale di persone religiose, le popolazioni indigene, custodi e specialisti, come riconosce anche l’Unesco, di culture e relazioni uniche con l’ambiente naturale. E dice:

Aggiungerei che, in un mondo fortemente secolarizzato, tali popolazioni ricordano a tutti la sacralità della nostra terra. Per questi motivi, la loro voce e le loro preoccupazioni dovrebbero essere al centro dell’attuazione dell’Agenda 2030 e al centro della ricerca di nuove strade per un futuro sostenibile.

Uno sforzo comune per rimediare ai danni compiuti 

Di fronte alle sfide complesse del nostro tempo, ribadisce Papa Francesco, le risposte non possono che essere a loro volta complesse e articolate.

Se siamo veramente preoccupati di sviluppare un’ecologia capace di rimediare al danno che abbiamo fatto, nessuna branca delle scienze e nessuna forma di saggezza dovrebbero essere tralasciate, e ciò include le religioni e i linguaggi ad esse peculiari. Le religioni possono aiutarci a camminare sulla via di un reale sviluppo integrale, che è il nuovo nome della pace.

L'ingiustizia non è invincibile

Un compito, questo, che potrebbe sembrare troppo arduo, riconosce il Papa, ma non impossibile. Da qui l’incoraggiamento ai partecipanti alla Conferenza a proseguire nel percorso di cambiamento per un futuro sostenibile inclusivo. “L’ingiustizia che fa piangere la terra e i poveri – conclude - non è invincibile".

Ascolta il servizio con la voce del Papa

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08 marzo 2019, 12:20