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Sviluppo sostenibile. Card. Parolin: ritrovare lo slancio iniziale e lavorare seriamente

Al via la conferenza internazionale “Religioni e obiettivi di sviluppo sostenibile: ascoltare il grido della terra e dei poveri”, fino al 9 marzo presso l’aula nuova del Sinodo. L’incontro, promosso dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, è stato inaugurato dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano

Barbara Castelli – Città del Vaticano

Occorre ritrovare lo “slancio iniziale” e “lavorare con urgenza” per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile: in questo orizzonte le religioni possono dare un “grande contributo”. Lo sottolinea il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, intervenendo alla prima giornata della conferenza internazionale “Religions and the Sustainable Development Goals (SDGs): Listening to the cry of the earth and of the poor”, fino al 9 marzo in Vaticano. L’evento intende valorizzare il contributo che le religioni possono dare alla implementazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, attorno a cinque parole chiave: persone, pianeta, prosperità, partnership, pace. Il porporato riconosce che c’è “un po’ di scoraggiamento”, anche perché “i passi compiuti non sono ancora all’altezza delle aspettative” e, andando avanti, “c’è il pericolo che si perda lo slancio iniziale”. C’è bisogno di recuperare l’entusiasmo delle prime battute e “di rimettersi a lavorare seriamente, senza perdere la speranza”, insiste, “insieme e con urgenza si può lavorare verso un riconoscimento della dignità di ogni persona, un rispetto dei suoi diritti e uno sviluppo sostenibile”.

Agenda 2030

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite. Il progetto ingloba 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi, come la lotta alla povertà e il contrasto al cambiamento climatico. Proprio all’agenda 2030 fa riferimento, nel suo intervento, Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, rimarcando che “oggi più che mai” i leader religiosi sono chiamati a diffondere “i valori della pace, della giustizia, della bontà, della bellezza e della fraternità umana”, per superare “la crisi del mondo moderno”, frutto di una “coscienza umana desensibilizzata” e di “un allontanamento dai valori religiosi”. E sulla dimensione dell’urgenza insiste il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. “Non possiamo rimandare l’impegno per la riduzione delle emissioni, per preservare la ricchezza dell’acqua”, precisa, “e dobbiamo fare in modo che nessuno rimanga indietro”.

Dialogo e creato

Nell’aula del Sinodo, si alternano le voci delle religioni e tutte convengono sul rispetto che l’uomo deve avere per “l’opera di Dio”. “I comandamenti orientano il camino dell’uomo, il suo modo di comportarsi – aggiunge il rabbino David Rosen, direttore internazionale del dipartimento per gli affari interreligiosi dell’American Jewish Committee – e il Talmud vieta ogni forma di distruzione”. Il rabbino parla anche della riduzione degli allevamenti di bestiame, “una delle maggiori cause di inquinamento”, e dell’importanza del sabato, festa del riposo, come giorno per “ripristinare l’equilibrio etico e spirituale”. Nel solco del rispetto del creato anche l’intervento del libanese Sheikh Mohamad Abou Zeid, dell’Islamic Sunni Court in Saida. Chi coltiva un “buon rapporto con Dio”, precisa, non può creare “squilibri nel creato”, non può depredare le risorse di chi verrà dopo di noi.

Ogni essere umano è fondamentale

Il reverendo Martin Junge, segretario generale della Lutheran World Federation, mette in relazione sviluppo sostenibile e diritti umani. “Ogni essere umano è importante per il Signore”, rimarca, “lasciare da parte alcuni diritti umani vuol dire lasciare indietro migliaia di persone, molte delle quali verranno schiacciate”. Il luterano esprime, in particolare, preoccupazione per la condizione di tante donne nel mondo, così come dei giovani, depredati su più versanti del loro stesso futuro. Questo incontro, spiega ai microfoni di Pope mons. Bruno Marie Duffé, segretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, ci permetterà di condividere “le ricchezze delle religioni” e questo dialogo consentirà di “dare una dimensione etica e morale allo sviluppo”.

Il commento di mons. Bruno Marie Duffé

La musica al servizio dello sviluppo

Nel contesto della conferenza internazionale, alle 18:30, si terrà nell’aula Paolo VI un concerto con artisti di fama internazionale, provenienti da diverse parti del mondo e appartenenti diverse religioni. “La musica e l’arte”, ha detto il cardinale Peter Turkson, “sono un veicolo straordinario di edificazione dello spirito e di sviluppo integrale della persona: molti degli artisti invitati per questa serata saranno con noi a dimostrarcelo con le loro performances ma più ancora con le loro storie e la loro vita”. Sul palco, tra gli altri, la Simon Bolivar Symphony Orchestra of Venezuela; il quintetto Progetto Davka; i ballerini Kledi Kadiu, Federica Angelozzi e Sabatino D’Eustacchio; il liutista tunisino Marwan Samer; i giapponesi Hiroko Sato e Naho Yokoyama; il baritono Alessio Quaresima Escobar.

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Religioni e obiettivi di sviluppo sostenibile
07 marzo 2019, 15:46