Terres des Hommes: revenge porn e cyberbullismo i pericoli maggiori su web
Francesco Ricupero e Michele Raviart – Città del Vaticano
Il 58 per cento dei giovani sotto i 26 anni individua nel “revenge porn” il rischio maggiore che si corre sul web. Seguono l’alienazione dalla vita reale (49%), le molestie (47%) e il cyberbullismo (46%). È quanto emerge dall’indagine dell’”Osservatorio indifesa”, realizzato da Terre des Hommes insieme alla community di “Scomodo”, che ha coinvolto oltre 2.700 ragazzi e ragazze sotto i 26 anni, in occasione del “Safer Internet Day”, l’odierna Giornata mondiale per la sicurezza in rete, istituita e promossa dalla Commissione europea, che si celebra in contemporanea in oltre 100 nazioni di tutto il mondo.
Più controlli sul web
Fondamentale resta aiutare la riflessione di ragazze e ragazzi non solo sull’uso consapevole della rete, ma anche sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nella realizzazione di Internet come luogo positivo e sicuro. “Le conseguenze delle espressioni di violenza sono infinite – spiega ai media vaticani Federica Giannotta, responsabile programmi Italia e advocacy di Terre des Hommes – la perdita di autostima, ma anche un crescendo di ansia, di isolamento. Se andiamo a vedere le reazioni c'è una differenza evidente: le ragazze sono più portate ad avere quest'ansia che le accompagna nel momento in cui sono appunto esposte a violenza, mentre i ragazzi sono più portati all'isolamento, a rompere le relazioni con gli altri”. Ciò che chiedono i ragazzi è una maggior regolamentazione del web: il 70% ritiene, infatti, che regole più severe potrebbero essere utili nel limitare la violenza online. Il 13% rimane scettico, sostenendo che una regolamentazione non servirebbe a niente; solo il 6% è convinto che ciò potrebbe limitare la libertà. “Come Terres des Hommes – ricorda Giannotta - stiamo lavorando a delle proposte di riforma dell'attuale quadro normativo per rendere comunque più tutelante la vittima di reati sul web. Abbiamo visto che le campagne di sensibilizzazione stanno riscontando effetti positivi”. Se il ‘revenge por’ è il fenomeno più temuto, è perché i ragazzi si rendono conto dei rischi di condividere materiale intimo, come foto e video: l’86% riconosce questa pratica come pericolosa. Percentuale che si alza tra le donne e si abbassa leggermente col crescere dell’età. I ragazzi sono inoltre consapevoli di poter denunciare la condivisione di materiali a contenuto intimo e chiederne la rimozione, anche se il 12,5 per cento non sa cosa fare o pensa di non poter fare niente.
‘Gen Z’ e violenza
Dall’”Osservatorio indifesa”, inoltre, emerge una generazione che ha esperienze di violenza e che la sa riconoscere. La metà dei ragazzi intervistati dichiara di aver subito un episodio di violenza. Le forme più comuni sono quella verbale e psicologica, catcalling, bullismo, molestie sessuali. La violenza verbale e psicologica viene subita in egual misura da maschi e femmine. Sale moltissimo la percentuale di maschi under 14 che ha subito bullismo, dimostrando che questa forma di violenza è sentita nei contesti scolastici o tra gruppi di coetanei. Sebbene tra la ‘Gen Z’ sia forte la consapevolezza dei pericoli della rete, resta la scuola il luogo dove è più probabile che avvengano episodi di violenza, è così per il 56,5 per cento dei ragazzi e delle ragazze. Sono percepiti come pericolosi anche la strada e i luoghi di divertimento.
Riconoscere l’aggressione
Le forme di violenza verbale più frequenti sono insulti e offese, pettegolezzi e dicerie, offese ad amici e parenti, minacce. Quelle di violenza psicologica: umiliazione ed emarginazione, discriminazione, messaggi in chat o sui social. Alla domanda: “Se tu fossi vittima di bullismo e cyberbullismo con chi ne parleresti?” è confortante notare che la maggioranza tra loro si confiderebbe con qualcuno. Solo il 7,5% degli adolescenti non ne parlerebbe con nessuno, mentre il 45% ne parlerebbe con amici, il 31% con i genitori, e solo il 2,23% si rivolgerebbe a un insegnante. “Dall’Osservatorio indifesa di quest’anno - afferma Paolo Ferrara, direttore generale Terres des Hommes Italia - emerge quanto i ragazzi e le ragazze siano consapevoli di ciò che accade sul web e dei rischi che corrono. La proposta di riforma legislativa elaborata dai nostri esperti mira proprio a una tutela più effettiva alle minori vittime di reati online”. Passi avanti nel contrasto sono indicati anche dal protocollo di intesa siglato dalla ong con la polizia postale “proprio sul contrasto alla violenza online – conclude Ferrara – e siamo felicissimi che si siano uniti a noi gli amici di “Scomodo”, la comunità reale di under30 con cui intendiamo avviare nuovi percorsi di partecipazione giovanile”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui