ÃÛÌÒ½»ÓÑ

11 febbraio, il Safer Internet Day 11 febbraio, il Safer Internet Day

Terres des Hommes: revenge porn e cyberbullismo i pericoli maggiori su web

In occasione del Safer Internet Day, odierna Giornata mondiale per la sicurezza in rete, istituita e promossa dalla Commissione europea, l’organizzazione non governativa, insieme alla community di Scomodo, lancia l’allarme sui principali rischi percepiti dalla maggior parte dei giovani. Federica Giannotta: le conseguenze sono infine: perdita di autostima, ansia, isolamento

Francesco Ricupero e Michele Raviart – Città del Vaticano


Il 58 per cento dei giovani sotto i 26 anni individua nel “revenge porn†il rischio maggiore che si corre sul web. Seguono l’alienazione dalla vita reale (49%), le molestie (47%) e il cyberbullismo (46%). È quanto emerge dall’indagine dell’â€Osservatorio indifesaâ€, realizzato da Terre des Hommes insieme alla community di “Scomodoâ€, che ha coinvolto oltre 2.700 ragazzi e ragazze sotto i 26 anni, in occasione del “Safer Internet Dayâ€, l’odierna Giornata mondiale per la sicurezza in rete, istituita e promossa dalla Commissione europea, che si celebra in contemporanea in oltre 100 nazioni di tutto il mondo.

Più controlli sul web

Fondamentale resta aiutare la riflessione di ragazze e ragazzi non solo sull’uso consapevole della rete, ma anche sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nella realizzazione di Internet come luogo positivo e sicuro. “Le conseguenze delle espressioni di violenza sono infinite – spiega ai media vaticani Federica Giannotta, responsabile programmi Italia e advocacy di Terre des Hommes – la perdita di autostima, ma anche un crescendo di ansia, di isolamento. Se andiamo a vedere le reazioni c'è una differenza evidente: le ragazze sono più portate ad avere quest'ansia che le accompagna nel momento in cui sono appunto esposte a violenza, mentre i ragazzi sono più portati all'isolamento, a rompere le relazioni con gli altriâ€. Ciò che chiedono i ragazzi è una maggior regolamentazione del web: il 70% ritiene, infatti, che regole più severe potrebbero essere utili nel limitare la violenza online. Il 13% rimane scettico, sostenendo che una regolamentazione non servirebbe a niente; solo il 6% è convinto che ciò potrebbe limitare la libertà. “Come Terres des Hommes – ricorda Giannotta - stiamo lavorando a delle proposte di riforma dell'attuale quadro normativo per rendere comunque più tutelante la vittima di reati sul web. Abbiamo visto che le campagne di sensibilizzazione stanno riscontando effetti positiviâ€. Se il ‘revenge por’ è il fenomeno più temuto, è perché i ragazzi si rendono conto dei rischi di condividere materiale intimo, come foto e video: l’86% riconosce questa pratica come pericolosa. Percentuale che si alza tra le donne e si abbassa leggermente col crescere dell’età. I ragazzi sono inoltre consapevoli di poter denunciare la condivisione di materiali a contenuto intimo e chiederne la rimozione, anche se il 12,5 per cento non sa cosa fare o pensa di non poter fare niente.

Ascolta l'intervista con Federica Giannotta

 

‘Gen Z’ e violenza

Dall’â€Osservatorio indifesaâ€, inoltre, emerge una generazione che ha esperienze di violenza e che la sa riconoscere. La metà dei ragazzi intervistati dichiara di aver subito un episodio di violenza. Le forme più comuni sono quella verbale e psicologica, catcalling, bullismo, molestie sessuali. La violenza verbale e psicologica viene subita in egual misura da maschi e femmine. Sale moltissimo la percentuale di maschi under 14 che ha subito bullismo, dimostrando che questa forma di violenza è sentita nei contesti scolastici o tra gruppi di coetanei. Sebbene tra la ‘Gen Z’ sia forte la consapevolezza dei pericoli della rete, resta la scuola il luogo dove è più probabile che avvengano episodi di violenza, è così per il 56,5 per cento dei ragazzi e delle ragazze. Sono percepiti come pericolosi anche la strada e i luoghi di divertimento.

Riconoscere l’aggressione

Le forme di violenza verbale più frequenti sono insulti e offese, pettegolezzi e dicerie, offese ad amici e parenti, minacce. Quelle di violenza psicologica: umiliazione ed emarginazione, discriminazione, messaggi in chat o sui social. Alla domanda: “Se tu fossi vittima di bullismo e cyberbullismo con chi ne parleresti?†è confortante notare che la maggioranza tra loro si confiderebbe con qualcuno. Solo il 7,5% degli adolescenti non ne parlerebbe con nessuno, mentre il 45% ne parlerebbe con amici, il 31% con i genitori, e solo il 2,23% si rivolgerebbe a un insegnante. “Dall’Osservatorio indifesa di quest’anno - afferma Paolo Ferrara, direttore generale Terres des Hommes Italia - emerge quanto i ragazzi e le ragazze siano consapevoli di ciò che accade sul web e dei rischi che corrono. La proposta di riforma legislativa elaborata dai nostri esperti mira proprio a una tutela più effettiva alle minori vittime di reati onlineâ€. Passi avanti nel contrasto sono indicati anche dal protocollo di intesa siglato dalla ong con la polizia postale “proprio sul contrasto alla violenza online – conclude Ferrara – e siamo felicissimi che si siano uniti a noi gli amici di “Scomodoâ€, la comunità reale di under30 con cui intendiamo avviare nuovi percorsi di partecipazione giovanileâ€.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

11 febbraio 2025, 12:28