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Myanmar: suor Ann in ginocchio Myanmar: suor Ann in ginocchio 

Myanmar: in ginocchio per la pace

E’ diventata virale sui siti di tutto il mondo la foto di suor Ann, la religiosa che si è inginocchiata in ex Birmania di fronte agli agenti durante le manifestazioni per la democrazia. E, mentre continuano le manifestazioni contro il colpo di Stato militare, la comunità internazionale chiede la fine delle repressioni e minaccia nuove sanzioni

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

In arrivo nuove misure contro i militari in Myanmar. In particolare gli Stati Uniti mettono all’indice i generali golpisti. C’è fermento fuori dell’ex Birmania, che per dieci anni ha vissuto in democrazia, sia pure controllata, sino al colpo di stato del 1° febbraio scorso. La giunta moltiplica le accuse di reati nei confronti di Aug San Suu Kyi, leader della Lega per la Democrazia, agli arresti domiciliari e non risponde alle richieste internazionali di porre fine al pugno duro. Ancora manifestazioni ieri dopo il sanguinoso giorno che ha visto cadere 18 dimostranti.

Da sola contro la violenza

Sui siti e sui giornali di tutto il mondo campeggiano le immagini della religiosa cattolica saveriana nella città di Myitkyina, capitale dello stato Kachin, nel Nord del Mynamar, mentre in ginocchio supplica le forze di sicurezza in tenuta antisommossa di non sparare sui giovani manifestanti che protestavano pacificamente. Il suo nome è suor Ann Nu Thawng, della congregazione religiosa di San Francesco Saverio e il suo gesto non violento, coraggioso, semplice, ma efficace, è diventato il simbolo, qualunque sarà la sua evoluzione, della crisi birmana, e rimarrà l’effigie indelebile di una richiesta popolare di libertà e di democrazia per ora inascoltata.

L’impegno della Chiesa

Da quando è iniziata la crisi politica in Myanmar la Chiesa è sempre stata in prima linea per ricondurre il tutto sulla strada del negoziato. Il cardinale Charles Bo, arcivescovo di Yangon e presidente dei vescovi birmani, in prima persona ha esortato a salvare il Myanmar, ormai trasformato in un campo di battaglia, attraverso un piano nazionale di cooperazione con le autorità. L’intenzione della Chiesa è quella di incoraggiare e mediare un dialogo tra le parti. “Solo l’amore, non l’odio, vince l’odio”, queste le parole pronunciate dal porporato nell’omelia della Santa Messa nella seconda domenica di Quaresima, “non venga più “versato sangue innocente su questa terra”. 

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02 marzo 2021, 10:25