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Taizé, al via l'incontro europeo annuale in diretta streaming

Sarà il primo Capodanno online quello proposto dai Fratelli di Taizé. La città di Torino avrebbe accolto i circa 15mila giovani che solitamente partecipano per pregare con la Comunità, ma la pandemia ha costretto a sfruttare la rete. La sfida che inizia oggi, 27 dicembre, continua così, ci racconta fratel David. Anche per sostenerci abbiamo dovuto reinventarci: producevamo ceramiche, ora vendiamo biscotti per i mercati dei villaggi vicini

Antonella Palermo – Città del Vaticano

Con creatività e spirito di adattamento, la comunità di Taizé, forte anche dell'incoraggiamento ricevuto dal Papa, sfrutta l’opportunità digitale per mantenere la connessione con i gruppi generati in tutto il mondo. Il tradizionale raduno di fine anno - che nel 2020 si sarebbe dovuto svolgere a Torino - si terrà online. 

Il programma con tutte le attività (dal 27 dicembre all’1 gennaio) sarà accessibile attraverso il canale Youtube di Taizé e i vari link saranno pubblicati sul sito www.taize.fr. Saranno proposte delle introduzioni bibliche in inglese con sottotitoli in francese, tedesco, spagnolo, italiano, portoghese e polacco. I workshop saranno in inglese con, per ogni workshop, traduzioni simultanee in altre tre o quattro lingue. Fratel David, tra i responsabili dell’accoglienza dei giovani, spiega come è maturata l’articolazione degli appuntamenti di queste giornate in questa forma ‘sperimentale’:

Ascolta l'intervista a Fratel David

“Già a marzo, all’inizio della pandemia, quando abbiamo dovuto chiudere l’accoglienza a Taizé, ci eravamo detti che sarebbe stato importante sostenere la preghiera di tante persone che sono vicine alla comunità”, racconta. “Abbiamo cominciato a diffondere delle preghiere in diretta da Taizé e ci siamo resi conto del coinvolgimento di tante persone, gente sorpresa di questa modalità ma anche contenta. Tutti erano chiusi in casa e hanno detto che l’appuntamento di preghiera quotidiana era il centro della loro giornata e che permetteva loro di organizzare tutte le attività proprio attorno a questo perno”. Da qui la convinzione che bisognava continuare a condividere. Nel corso dell’anno la comunità ha proseguito in questo stile, diffondendo qualche momento di riflessione biblica. Fratel David si augura che l’incontro a Torino potrà essere realizzato l’anno prossimo. Intanto ci si prepara al collegamento web con i giovani di tutto il mondo.

Sperare nel tempo favorevole e nel tempo sfavorevole

E’ la speranza la parola chiave attorno a cui ruoteranno tutti i momenti. In un tempo di spaesamento, paura, sfiducia, dove trovare le ragioni di speranza? “Le troviamo in tante iniziative di giovani che non vogliono chiudere gli occhi di fronte alla sofferenza degli altri”, risponde fratel David, che cita l’esempio del Libano. “Abbiamo visto la crisi, l’esplosione, le difficoltà. Eppure, proprio là, i giovani si sono messi in moto per aiutare il prossimo e vivere la fraternità. Ed è stata visibile”. Altro segno importante è l’attenzione che si è sviluppata sull’ecologia. Anche in questo ambito – sottolinea - vediamo tanti giovani impegnati e sensibili per rispettare la creazione che Dio ci ha dato. E’ un tema di interesse, tanto che vi è dedicato anche uno degli incontri nei prossimi giorni.

Gruppo di ragazzi nella comunità
Gruppo di ragazzi nella comunità

Workshop online su temi di attualità

"Ero straniero e mi avete accolto": scoprire nuovi orizzonti di speranza con alcuni migranti e rifugiati. E’ uno degli appuntamenti più attesi, così come la conversazione sulle tensioni – che si esprimono in violenza, ingiustizia e rabbia - in atto nel nostro mondo. La pandemia non poteva essere trascurata. “Passare dalla competizione alla cooperazione: le sfide della salute pubblica nel mondo ai tempi del Covid-19” è infatti un altro dei workshop in calendario. Si avrà poi modo di ascoltare l’esperienza di giovani coinvolti in varie iniziative sociali e politiche e si concluderà con un dialogo, che si preannuncia molto ricco, tra quattro cristiani di diverse tradizioni sull’interrogativo: cos’è la Chiesa? Previsti interventi da Albania, Paesi Bassi, Filippine, Ghana, Regno Unito, Stati Uniti. Il dialogo tra fedi e culture è uno dei tratti distintivi della spiritualità di Taizé: “Cerchiamo di far incontrare persone anche molto diverse tra loro che si mettono insieme per cercare di costruire un mondo più umano, nello stile fraterno di cui parla Papa Francesco”, dice fratel David a cui chiediamo anche un commento al testo dell’ultima enciclica 'Fratelli tutti'. “Il Papa è molto realista, concreto – spiega - vede le difficoltà che esistono nel nostro mondo ma il quadro che ci dà non è negativo. La fraternità è un valore non solo per i cattolici”.

Laboratorio di ceramica (ph. Anahì Clemens)
Laboratorio di ceramica (ph. Anahì Clemens)

Produrre biscotti per sostenersi durante la pandemia

La comunità di Taizé è costituita da una settantina di fratelli e 35 volontari. Vive del proprio lavoro; ha un laboratorio di ceramica, una esposizione dei suoi manufatti che vende in loco. “Con il confinamento non potevamo proseguire così – racconta fratel David – e quindi abbiamo cercato di fare qualcosa di genere alimentare, poiché questo era un settore che sarebbe rimasto aperto”. E allora avanti con la creatività. “Abbiamo cominciato a fare i biscotti. Li vendiamo nei mercati delle città vicine… sono andato anche io a vendere. E mi sono accorto che possiamo incontrare persone che non vengono in chiesa ma che sono contente di incontrarci e parlare un po’. Persone che ci chiedono di pregare per qualche intenzione particolare, per trovare un conforto. Insomma, laddove tutto era chiuso, ci siamo resi conto che si poteva fare un lavoro pastorale”.

I biscotti prodotti dalla comunità di Taizé
I biscotti prodotti dalla comunità di Taizé

I ricordi di una donna cresciuta accanto alla comunità

Françoise Deschaumes è presidente dell’associazione dell’accoglienza dei giovani a Taizé. Fino all’età di vent’anni ha abitato in una casa a quattro chilometri dalla sede della comunità. Ricorda le sue continue visite in un clima di assoluta ‘normalità’ e confidenza:

Ascolta l'intervista a Francoise Deschaumes

“Andavamo lì sempre, per Natale. C’era una forte amicizia, una grande continuità nel frequentare la comunità. Era un po’ la mia famiglia”, racconta da Napoli dove si è trasferita cinquant’anni fa. “All’epoca c’erano una quindicina di frati. Spesso andavo anche dalla sorella di Frère Roger a prendere il tè. La loro spiritualità mi ha dato la capacità di conservare sempre uno sguardo positivo verso la vita, la gioia di ringraziare. Ne ho tratto una grande forza. Mi manca la loro presenza affettiva”. Françoise è una insegnante, ama i giovani profondamente: “Accoglierli è sempre una scoperta, ho imparato molto da loro, restando in ascolto. A Taizé ho vissuto in una dimensione di scambio continuo, senza giudizio, una cosa che dobbiamo ricercare sempre”. 

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27 dicembre 2020, 08:30