Armi nucleari: solo la loro esistenza minaccia la sopravvivenza del Pianeta
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Dal Memoriale della Pace a Hiroshima, Papa Francesco ha dichiarato immorale non solo l'uso delle armi nucleari, ma anche il loro possesso. Una esplicitazione di quanto già aveva espresso due anni fa in Vaticano nell'ambito del Simposio sul disarmo integrale, incontro alla cui organizzazione contribuì anche il Movimento Senzatomica, insieme a Rete Disarmo. Ne è presidente, Daniele Santi, che ai microfoni di Radio Vaticana Italia fa il punto sul Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari e commenta l’accorato appello di Papa Francesco oggi a Hiroshima
R. - R. - E’stato un momento molto emozionante. Per il valore che ha un messaggio così profondo lanciato da una persona così importante come Papa Francesco, in un luogo che è il simbolo del disastro e del terrore, ma anche della rinascita. Quando visitai Hiroshima per la prima volta rimasi scioccato dal vedere una città fiorente e piena di vita, di persone... proprio là, però, camminando per le strade, si continua a intravedere lo spettro della tragedia, ci sono ancora i tronchi degli alberi che sono stati bruciati…
Come hai accolto le parole di Papa Francesco sulla immoralità anche del solo possesso delle armi nucleari?
R. - Diciamo che per la prima volta ha fatto un commento simile, ma forse ancora non così profondo e forte, nel novembre 2017. Era stata organizzata dal Vaticano una Conferenza internazionale di alto livello per il disarmo nucleare, all’epoca eravamo stati molto onorati di collaborare. In quella occasione, nel ai partecipanti, il Papa disse che ovviamente la Chiesa da tempo era già contro l’uso dell’energia nucleare per fini militari e condannò con fermezza la minaccia del loro uso, nonché il loro stesso possesso. Oggi è stato esplicitato ancora più chiaramente come immorale anche solo il possesso delle armi nucleari. Come anche ha accennato nel suo messaggio, oggi queste armi esplodono nelle nostre menti, generano brutti sogni ancor prima di essere utilizzate, la loro esistenza minaccia la sopravvivenza della specie umana sulla Terra. Non è dunque solo un problema tra nazioni che le possiedono o meno, siamo tutti fratelli su questo pianeta: questo è il messaggio del Papa e non è giusto che ci siano alcuni fratelli economicamente più potenti, perché tecnologicamente più avanzati, che possano permettersi di creare qualcosa i cui effetti li subiscono tutti gli abitanti della Terra. Questo è assolutamente immorale. Quindi credo che il Papa abbia veramente dato un aiuto, un contributo importantissimo al Movimento per il disarmo nucleare.
Come intendete procedere nell’opera di sensibilizzazione a livello mondiale?
R. – Parlando di “Ican” - che ricordiamo è una coalizione di oltre 500 organizzazioni - l’obiettivo principale è la ratifica del Trattato di Proibizione delle Armi nucleari da parte di 50 Stati. Oggi lo hanno ratificato 33 e di recente un ultimo Stato lo ha firmato, quindi sono 80 le firme di cui 33 sono ratificate. Ricordiamo che dopo la 50ma ratifica il Trattato entrerà in vigore. Ci stiamo impegnando molto in questa direzione affinché entro la fine del 2020 ci siano le 50 ratifiche. In particolare, per l’Italia, Rete italiana per il Disarmo, insieme a Senzatomica, che rappresenta la voce della società civile, ha lanciato da anni una Campagna che si chiama “Italia ripensaci”. Il nostro Movimento, lo ricordiamo, ha una sua specificità: il vero nemico non sono le armi nucleari in quanto tali, né gli Stati che le posseggono o le producono, il vero nemico è il modo di pensare che giustifica le armi nucleari, cioè l’essere pronti ad annientare, a distruggere ed a fare evaporare una persona, nel momento in cui si frappone tra me e la realizzazione dei miei obiettivi. E quindi, per dirla in un altro modo, il fine non giustifica mai i mezzi. I mezzi con cui noi portiamo avanti la pace, o qualsiasi altro ideale, nella vita che conduciamo tutti i giorni, sono essi stessi la pace, e quindi utilizzare le armi per garantire la pace è veramente prendere in giro le persone. Nel mondo si spendono 1.636 miliardi di dollari ogni anno per le spese militari. Con il 10% di questi soldi, si potrebbero realizzare tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
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