ĂŰĚŇ˝»ÓŃ

Scontri di piazza a Baghdad Scontri di piazza a Baghdad 

Le proteste in Iraq. Suor Eshoa: per i giovani nessuna prospettiva

Una quarantina le persone morte finora nei violenti scontri nel sud del Paese. Il premier Mahdi promette riforme mentre si attende la riunione del parlamento per esaminare le richieste della piazza. La testimonianza di una religiosa sul malcontento e la crisi che percorre il Paese

Marco Guerra – Città del Vaticano

Centinaia di manifestati di nuovo in piazza oggi a Baghdad, dove si registrano ancora scontri con la Polizia che ha sparato lacrimogeni per disperderli. Intanto è salito a oltre 40 morti e più di 2000 feriti il bilancio delle proteste  avvenute venerdì in diverse località del centro e del sud.

Violenze nel sud del Paese

Gli scontri si sono concentrati nella capitale e nelle province meridionali di Basra, Maysan, Dhi Qar e Muthanna. Nel sud sciita la rabbia dei manifestanti ha preso di mira nuovamente le sedi dei partiti-milizia filo-iraniani. e alcune sono state date alle fiamme. Altre sono state difese da miliziani che non hanno esitato a sparare sulla folla. Cinque civili sono stati uccisi ad Amara, e altri cinque a Nassiriya.

Il parlamento esamina le richieste della piazza

Le manifestazioni ribadiscono il profondo malcontento per il carovita e un sistema politico accusato di essere clientelare, corrotto e fondato sulle divisioni religiose e comunitarie.  L’Iraq è il secondo produttore di petrolio al mondo ma un cittadino su cinque vive al di sotto della soglia di povertà e la disoccupazione giovanile è intorno al 25 per cento. Il premier Adel Abdel Mahdi, del quale ricorre in questi giorni il primo anniversario del mandato, ha promesso riforme politiche ed economiche. Si attende l'esito della riunione del Parlamento che nelle prossime ore esamina le richieste della piazza.  Il Grande Ayatollah Ali Sistani, la massima autorità sciita irachena, che tre settimane fa aveva espresso sostegno alle proteste, stamani ha invitato i manifestanti e polizia a mantenere la calma e a non far ricorso alla violenza.

Amnesty denuncia uso di pallottole

Nel frattempo Amnesty International ha fatto appello alle autorità perchè rispettino il diritto di protesta e ha riportato le testimonianze che affermano che le forze di sicurezza irachene hanno sparato lacrimogeni e pallottole vere a Baghdad.

Suor Hanan: in piazza soprattutto giovani

“Ad animare le proteste sono giovani qualificati che non hanno prospettive” ci ha raccontato Suor Hanan Eshoa, religiosa delle Figlie di Maria Immacolata, raggiunta telefonicamente presso la casa generalizia di Baghdad:

Ascolta l'intervista a Suor Eshoa

 

R. - In realtà quasi tutto il Medio Oriente è infiammato da queste manifestazioni da Baghdad a Beirut.... La popolazione scende in piazza contro la corruzione soprattutto... In Iraq ci sono stati alcuni scontri più violenti questo mese e non si sa complessivamente quanti siano i morti e i feriti...

Perché c’è questo malessere contro le istituzioni? Il popolo iracheno in quali condizioni sociali si trova?

R. – La cosa certa è che la maggior parte dei manifestanti sono giovani: dottori, avvocati, soprattutto chi ha concluso gli studi e non trova lavoro. Poi ci sono altri che lavorano e non ricevono lo stipendio o che cercano una vita migliore, cioè chiedono la sicurezza...Sono tutti contro la corruzione e in realtà queste  manifestazioni hanno origine anche da quello che è successo l’anno scorso a Bassora. Sono tutti contro la corruzione perché non trovano lavoro. Per esempio ci sono dottori che vanno a vendere il tè... In un paese così ricco non si trova il diritto alla dignità umana...

 

Il cardinale Sako ha espresso solidarietà a chi manifesta pacificamente. La Chiesa accompagna con il dialogo le persone che esprimono questo malessere?

R. - Certo la Chiesa e il cardinale Sako e tutti i vescovi cattolici e non cattolici hanno chiesto e raccomandato al popolo iracheno, di tutte le religioni, di stare calmi e a manifestare pacificamente, di impegnarsi per i loro diritti e di non fare del male...

I cristiani possono avere un ruolo nel rinnovamento dello Stato iracheno?

R. – Sì, certo. Alcuni hanno un ruolo importante nel parlamento e potrebbero averlo anche per lo sviluppo del Paese, per riconoscere ai cittadini il diritto di avere un lavoro, in una terra così ricca.

 

 

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

26 ottobre 2019, 12:26