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Movimento Cattolico Clima: insieme con il Papa per cambiare i cuori

A distanza di qualche giorno dall’abbraccio di Papa Francesco ai popoli indigeni, incontrati all’Ifad, nella sede della Fao a Roma, il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima commenta le sue parole e presenta le iniziative in ricordo di suor Dorothy Stang, uccisa nel 2005 in Amazzonia

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Papa Francesco non volge lo sguardo dall’altra parte ma si fa interprete del dolore dei popoli indigeni, esorta a guardare al Creato, “ferito in molte regioni dall’avidità umana, da conflitti bellici che generano una marea di mali e di disgrazie, come pure dalle catastrofi naturali che lasciano al loro passaggio penuria e devastazione”. Lo fa nel , riunito dall’Ifad alla sede della Fao a Roma.

La fraternità per aprire la porta al domani

La parola chiave che percorre tutto il suo discorso è fraternità. “Non possiamo continuare a ignorare questi flagelli – afferma Papa Francesco - rispondendo ad essi con indifferenza e mancanza di solidarietà, o posponendo le misure che li possono affrontare in modo efficace. Al contrario, solo un vigoroso senso di fraternità rafforzerà le nostre mani per soccorrere oggi quanti ne hanno bisogno e aprire la porta del domani alle generazioni che vengono dietro di noi”. 

Piena sintonia con l’impegno del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima

“Fraternità è il senso del nostro impegno – racconta a Pope Cecilia Dall’Oglio, direttrice dei programmi europei del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima (Ascolta qui l’intervista) – spesso dobbiamo domandarci se ci sentiamo davvero responsabili nei confronti del Creato e dei nostri fratelli”. “C’è bisogno di un grande lavoro tra di noi, di dialogo soprattutto perché il rischio è che si demandino le grandi sfide dell’umanità a chi si interessa di questi temi specifici”. “Non si può delegare – afferma Cecilia Dall’Oglio – su questioni importanti come la riforma agraria, lo sviluppo dell’imprenditoria agricola, il landgrabbing: temi al centro del prossimo Sinodo dei vescovi per l’Amazzonia in programma ad ottobre”.

Nel ricordo di suor Dorothy

Impossibile non trovare comunanza di visione tra Papa Francesco e suor Dorothy Stang, religiosa statunitense uccisa il 12 febbraio 2005 in Brasile da uomini armati che volevano mettere a tacere il suo impegno a favore delle popolazioni indigene. Prima di morire – hanno raccontato le sue consorelle – prese la Bibbia dalla borsa e iniziò a leggere le Beatitudini in particolare il passaggio: “Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia”.

Un cammino per trasformarci in fratelli

Spesso suor Dorothy diceva: “solo un profondo cambiamento nel nostro modo di vivere – i nostri valori e i nostri atteggiamenti – può portare nuova vita al nostro mondo”. “Per ricordarla e per prepararci al Sinodo – spiega Cecilia Dall’Oglio – il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima ha lanciato alcune iniziative come, per la Quaresima, il digiuno dalle carni. Bisogna considerare che l’allevamento dei bovini è una delle principali ragioni della deforestazione in Brasile”. Il consumo medio di carne produce 60 volte in più le emissioni di gas serra rispetto al consumo di frutta, verdure e cereali. Un segno di attenzione come, in vista della Giornata Mondiale della Terra, quello di piantare un albero. “E’ un cammino – sottolinea la direttrice dei programmi europei del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima – per riprendere energia, per stringere nuovi legami, per aiutare lo sviluppo rurale perché la terra è vita, la terra è mamma”. Sul sito del Movimento è possibile reperire informazioni su tutte le iniziative in programma e scaricare sussidi appositamente preparati “per ascoltare il grido della terra e il grido dei poveri”.

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17 febbraio 2019, 08:00