RDCongo, i pigmei e i comboniani: un impegno lungo 50 anni
Emiliano Sinopoli - Città del Vaticano
Fino a cinquant’anni fa, la popolazione pigmea della Repubblica Democratica del Congo - dove il Papa sarà il prossimo luglio - viveva emarginata ai confini della foresta, vittima di pregiudizi. I primi padri comboniani si impegnarono ad aiutarla per integrarla nel tessuto sociale, ma con difficoltà che rimangono ancora oggi. “Non è facile, anzitutto, individuare i pigmei all’interno della foresta, e poi approcciarsi a loro”, spiega a Pope padre Pierre Latevi, missionario comboniano di nazionalità togolese, parlando del progetto di scolarizzazione che la famiglia religiosa cui appartiene ha promosso nella zona di Mungbere, nel nord-est del Paese. “Spesso - prosegue - ci chiediamo quale possa essere la loro reazione di fronte a un individuo che non appartiene alla loro etnia. Un'altra difficoltà è la lingua parlata. Per questo è necessario trovare un buon interprete in ogni villaggio”.
L'origine della missione: l'opera di padre Lombardo
Padre Pierre, promotore dell’iniziativa, racconta che questo progetto di scolarizzazione, deve molto all’opera missionaria di padre Pietro Lombardo. “Padre Pietro - riferisce il missionario - anch’egli comboniano, nel 1981 avviò proprio a Mungbere la sua nuova missione: è qui che fece il primo tentativo di ‘convivenza’ con i pigmei della foresta pluviale dell’Ituri. Dopo i primi difficili approcci fatti assieme ad un catechista - continua - riuscì a raggiungere anche i più ritrosi e a fare accettare la loro presenza. L’anno successivo, nel 1982, la Direzione Generale dei Comboniani inserì la sua attività nella programmazione della Congregazione”.
Le urgenze: analfabetizzazione e dispersione scolastica
Soltanto negli ultimi 20 anni ha avuto inizio un programma di scolarizzazione, sanitario e di sviluppo che coinvolgesse direttamente i Pigmei. “La percentuale di iscrizione dei bambini e degli adolescenti nelle scuole è ancora molto bassa - osserva padre Pierre - in particolare nell'istruzione secondaria, dove sono quasi del tutto assenti. Il tasso di analfabetismo ovunque è superiore al 97% e quello delle donne è intorno al 99%”. Al di là del fatto di dover subire un atteggiamento discriminatorio - aggiunge il religioso - altri fattori aggravanti nel processo di abbandono scolastico sono i matrimoni in età precoce, l'alcolismo e la dipendenza dalle droghe”.
Scuole “ORA”: osservare, riprodurre e assimiliare
“Nei villaggi in cui si trovano i campi pigmei - riporta ancora il comboniano - abbiamo realizzato delle scuole denominate ‘ORA' (Observe, Reproduce and Assimilate) per tutti i bambini dai 6 ai 10 anni. Oltre alle discipline scolastiche di base, organizziamo anche dei corsi per la coltivazione dei campi e l’allevamento del bestiame. Alla fine del ciclo scolastico - spiega - tutti gli studenti, prima di andare in collegio, devono sostenere un esame di ammissione”. Nel centro di Mungbere i Missionari Comboniani hanno costruito un collegio che attualmente ospita circa 110 ragazzi. “Questa struttura - commenta padre Latevi - sebbene sia stata costruita per i ragazzi pigmei, lascia le porte aperte anche ai giovani di etnia Bantu, l’altra popolazione che popola questa zona, per promuovere l'integrazione”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui