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In Nuova Zelanda, la Chiesa cattolica accoglie con favore il rapporto provvisorio della Royal Commission sugli abusi In Nuova Zelanda, la Chiesa cattolica accoglie con favore il rapporto provvisorio della Royal Commission sugli abusi

Abusi, Nuova Zelanda: Chiesa accoglie con favore il rapporto Royal Commission

Presentato oggi in Parlamento il documento provvisorio sulle riparazioni per le vittime all’interno di istituzioni statali e religiose. Il testo contiene alcune raccomandazioni alla Chiesa. Vescovi: accanto ai sopravvissuti, con responsabilità e trasparenza

Isabella Piro – Città del Vaticano

Accompagnamento, responsabilità e trasparenza: sono le tre parole-chiave con le quali la Chiesa cattolica in Nuova Zelanda commenta la pubblicazione del Rapporto provvisorio della Royal Commission sulle riparazioni per le vittime di abusi, perpetrati all’interno di istituzioni statali e religiose. Il documento è stato presentato oggi in Parlamento ed offre alcuni suggerimenti su come dare ascolto ai sopravvissuti e riparare al danno loro inferto. Il testo è stato accolto con favore dalla Conferenza episcopale nazionale (Nzcbc), dagli ordini religiosi e dal “Te Rōpū Tautoko”, ovvero il gruppo che coordina il lavoro della Chiesa cattolica con la Royal Commission. “Lo studieremo attentamente – si legge sul sito dei vescovi neozelandesi – e vedremo come possiamo implementare le raccomandazioni” in esso contenute.

Le raccomandazioni della Commissione

“I leader della Chiesa – prosegue la nota – sono stati sfidati dalla Commissione a cambiare il loro approccio alle questioni relative agli abusi”. Ciò significa, ad esempio, facilitare la presentazione delle denunce e l’accesso ai risarcimenti; impegnarsi con la Royal Commission e con il governo per istituire un sistema di riparazione indipendente per i sopravvissuti; garantire una maggiore indipendenza degli enti ecclesiali coinvolti; stabilire risorse aggiuntive per sostenere le vittime che rivelano abusi; rivedere il sistema di assegnazione dei titoli onorifici, affinché la Chiesa comprenda l’impatto che hanno, sui superstiti, i responsabili di abusi che li detengono; stabilire protocolli specifici per rispondere alle accuse di abuso, in qualunque modo esse vengano presentate; assicurare la formazione continua e professionale del personale ecclesiastico nel settore; pubblicare linee-guida, ad uso delle autorità ecclesiastiche, riguardanti le esequie di noti colpevoli di abusi.

Vescovi: ascolto attento delle vittime

"Abbiamo ascoltato attentamente ciò che i sopravvissuti hanno detto alla Royal Commission – afferma il cardinale John Dew, presidente della Nzcbc - già in precedenza, abbiamo sostenuto l'istituzione di un sistema di riparazione indipendente. Ora, questo rapporto fornisce una serie di raccomandazioni che possiamo studiare per aiutarci ulteriormente, mentre camminiamo a fianco dei sopravvissuti agli abusi". Gli fa eco suor Margaret Anne Mills, presidente della Conferenza delle Superiori generali: “Riconosco il danno subito dai sopravvissuti agli abusi – sottolinea – accolgo con favore questo rapporto e lo vedo come un passo per cambiare le cose, sia ora che in futuro”.

La road map della Chiesa per un lavoro proattivo

Dal suo canto, Catherine Fyfe, presidente di “Te Rōpū Tautoko”, ribadisce: “Il nostro gruppo di lavoro ringrazia la Commissione per la redazione di questo rapporto e non vede l'ora di aiutare i leader della Chiesa lungo il percorso di revisione e attuazione delle raccomandazioni" in esso contenute. Da sottolineare, però, che in attesa della pubblicazione del documento, la Chiesa “ha lavorato in modo proattivo”: “Te Rōpū Tautoko”, infatti, “ha creato una road map da attuare in tutte le aree della Chiesa per apportare delle migliorie” così da prevenire, affrontare, curare e riparare agli abusi. “La road map rende chiaro a tutti i progressi che stiamo facendo e il lavoro che ancora bisogna fare – continua la Fyfe – questo ci fornisce un senso di responsabilità e di trasparenza”.

Tutti gli abusi sono inaccettabili e indifendibili

Nello specifico, la road map ribadisce che “ogni persona ha un’innata dignità umana” e che quindi “tutte le forme di abuso sono inaccettabili e indifendibili”. Di qui, l’esortazione a lavorare con responsabilità per “fermare gli abusi nella Chiesa; ascoltare, imparare e sostenere i sopravvissuti; agire rapidamente in caso di denuncia; garantire l’assunzione di responsabilità da parte di chi è stato riconosciuto colpevole; cooperare attivamente con la Royal Commission; impegnarsi nella trasparenza”.

Salvaguardare bambini, giovani e adulti vulnerabili

“Sono stati fatti e vengono continuamente fatti sforzi significativi per affrontare le denunce di abuso e la salvaguardia di bambini, giovani e adulti vulnerabili – continua “Te Rōpū Tautoko” – e questi sforzi hanno portato a cambiamenti e miglioramenti significativi negli ultimi 25 anni”, nell’ottica di un costante “processo di revisione degli standard professionali” del settore. Naturalmente, resta ancora molto da fare: “La sfida per tutti, nella Chiesa – sottolinea la road map – è quella di avere sempre più informazioni sulle vittime, il che implica comprendere il loro trauma e l’impatto che esso ha a lungo termine, sulle diverse generazioni e su l’intera comunità”.

Come lavora la Royal Commission

Istituita dal governo neozelandese nel 2018, la Commissione Reale di inchiesta sugli abusi è un organismo indipendente che indaga sui casi di abuso sessuale, ma anche fisico, emotivo e psicologico, verificatisi tra il 1950 e il 1999 in istituti statali e religiosi. Obiettivo del suo operato: verificare l’adeguatezza dei processi di riparazione e stabilire come sostenere le vittime. Nell’autunno 2020, la Commissione ha ascoltato le testimonianze di sopravvissuti, mentre in una seconda fase, svoltasi a marzo 2021, sono stati chiamati a testimoniare i rappresentanti delle istituzioni religiose, tra cui il cardinale Dew, che ha presentato le scuse formali della Chiesa cattolica neozelandese alle vittime di abusi.

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15 dicembre 2021, 10:22