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A Piacenza un convegno sulla tutela dei minori A Piacenza un convegno sulla tutela dei minori 

Abusi e tutela nella Chiesa, a Piacenza si riflette su come proteggere i minori

Il 19 novembre, nell'ambito delle iniziative legate alla Giornata nazionale di preghiera e sensibilizzazione per le vittime e i sopravvissuti di abusi, l’Università Cattolica del Sacro Cuore organizza una sessione di lavoro in collaborazione con il Servizio diocesano tutela minori. Anna Gianfreda: "Elaborare risposte al fenomeno che guardino al futuro dei sopravvissuti, ma anche degli autori"

Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano

Da una parte, far conoscere a giuristi, avvocati, assistenti sociali, educatori e insegnanti, gli strumenti giuridici di salvaguardia dei minori all’interno e all’esterno della Chiesa. Dall’altra, comunicare in via dialogica le strategie educative, formative e preventive che devono essere implementate in tutti gli ambienti di vita abitati da minori nella società. Si muove su un doppio binario il convegno “Accountability e tutela nella Chiesa. Proteggere i minori dagli abusi oggi”, che si terrà domani, 19 novembre, nel campus di Piacenza dell’Università Cattolica.

 

Organizzata dalle facoltà di Economia e Giurisprudenza e Scienze della formazione dell’Ateneo, la giornata di studi vede la collaborazione del Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Diocesi di Piacenza-Bobbio. L’appuntamento si svolge in occasione della Giornata nazionale di preghiera e sensibilizzazione per le vittime e i sopravvissuti di abusi, promossa per oggi dalla Chiesa italiana, e vuole proporsi come spazio di riflessione interdisciplinare e sensibilizzazione comunitaria sulle azioni di salvaguardia dei minori e dei vulnerabili nella nostra società a partire dagli ambienti ecclesiali, e non solo quelli.

Giustizia e misericordia 

In particolare, obiettivo del convegno – che si potrà seguire anche in streaming - è offrire uno sguardo sistemico sul fenomeno degli abusi, concentrandosi sulla “idea di giustizia che la Chiesa vuole fare propria e che non può essere disgiunta dalla misericordia”, come spiega la professoressa Anna Gianfreda, docente di diritto ecclesiastico e canonico della Cattolica. Nel corso degli anni, spiega l’esperta, “ci si è resi conto che la risposta esclusivamente sanzionatoria non serve da sola a fare prevenzione ma che, da un lato sono necessarie riforme di sistema delle norme canoniche e strutture ecclesiali”. Riforme, come quelle avviate durante il pontificato di Francesco, mirate alla trasparenza o alla rotazione delle cariche di potere nelle associazioni di fedeli o ancora quelle che riguardano l’accesso e la formazione del clero e dei religiosi). D’altra parte, è emersa la necessità che il diritto canonico si ponga in dialogo con altri saperi anche extragiuridici, al fine di elaborare risposte al fenomeno “consapevoli della realtà” e “che guardino al futuro dei sopravvissuti, ma anche degli autori degli abusi”.

Ciò attorno a cui occorre lavorare, anche nella costruzione e interpretazione del diritto canonico, spiega Gianfreda è dunque quella misericordia, da sempre predicata dal Papa, che “comporta accanto all’obbligo di rendere conto delle responsabilità colpevoli, riparando ove possibile i danni inferti, anche la presa in carico degli autori del male, immaginando modalità di risposta che non siano solo incentrate sulla privazione di beni, ma sulla progettazione impegnativa del futuro in funzione salvifica e redentrice dei singoli e della comunità”.

La volontà di far emergere la verità 

Le parole del Papa - “si tratta di fare giustizia alla vittima e non di giustiziare l’aggressore” - e alcuni studi empirici sulle motivazioni che hanno spinto alcuni sopravvissuti agli abusi del clero ad intraprendere azioni giudiziarie contro le istituzioni ecclesiali, dimostrano che “la volontà di fare emergere la verità è la principale spinta alla denuncia e al processo”.  L’azione di salvaguardia, al contempo, richiede la costruzione di “reti”, nella consapevolezza del principio di corresponsabilità nella protezione dei minori. “Reti di salvaguardia – spiega Gianfreda - che intreccino in maniera capillare i fili istituzionali, ecclesiali e ciili, e mettano in comunicazione ambienti educativi abitati da minori e vulnerabili”.

Il programma

La professoressa interverrà alla prima sessione del convegno, che sarà introdotta dalla teologa Linda Ghisoni, sottosegretaria del Dicastero Laici, Famiglia e vita, la quale aveva già offerto un contributo fondamentale nell’ambito del Summit sulla tutela dei minori nella Chiesa tenutosi in Vaticano nel febbraio 2019. Interverrà poi don Gianluca Marchetti, cancelliere vescovile della Diocesi di Bergamo e membro del Consiglio di presidenza del Servizio nazionale di tutela dei minori presso la Cei, sulle buone prassi di salvaguardia dei minori negli ambienti ecclesiali. Spazieranno dalle competenze più psicologiche, pedagogiche e sociali a quelle preventive gli interventi della seconda sessione, durante la quale si svolgerà la tavola rotonda “L’emersione e la prevenzione. Verso una rinnovata cultura della tutela dei minori nella società civile”. Tra i relatori, Sonia Ranieri ed Elisabetta Musi, docenti presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica, ed Elvira d’Amato, già vice Qqestore aggiunto del Servizio di Polizia postale e delle comunicazioni, responsabile del Centro Nazionale per il Contrasto alla pedopornografia online.

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18 novembre 2021, 09:30