Risposte creative per garantire l’educazione dei più fragili, ai tempi del Covid
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Un ricco percorso di iniziative e risposte educative all’emergenza della pandemia, dagli istituti lasalliani del Mozambico alle “scuole senza frontiere†e muri in Cambogia, dalle tante azioni degli scalabriniani per l’integrazione dei migranti ai progetti per combattere la povertà dei più giovani in Perù. E’ stato questo il tradizionale incontro annuale promosso a Roma dal Bice, l’Ufficio cattolico internazionale per l’infanzia e De La Salle solidarietà internazionale, in occasione della Giornata dei diritti dell’infanzia, che si è tenuto online nel pomeriggio del 26 novembre.
Garantire l'educazione dei più vulnerabili ai tempi del Covid
Analisi ed esperienze sul tema “Garantire l’educazione dei più vulnerabili ai tempi del Covid-19â€, che è l’obiettivo di tutte le organizzazioni cattoliche che fanno rete intorno al Bice, per “unire tante idee creative in un’unica volontà di servireâ€, come ha sottolineato nell’introduzione fratel Jorge Gallardo, vicario generale dei Fratelli delle Scuole Cristiane La Salle. La sfida è quella di “generare una rete di persone e istituzioni che possano influenzare lo sviluppo di politiche pubbliche coerenti con i bisogni dei bambini†ribadita al termine dell’incontro da fratel Diego Munoz Leon, consulente esterno del Bice per la ricerca e lo sviluppo.
Rapporto Unicef: crescono i disturbi mentali tra i più giovani
La pandemia, per fratel Munoz, “ha esposto in modo evidente le nostre vulnerabilitàâ€, e di fronte ai bisogni sempre più forti dei bambini ed adolescenti più fragili, ha sottolineato ancora di più “l’importanza dell’insegnanteâ€, o meglio “della comunità di insegnanti, capace di generare cambiamenti anche piccoli, ma significativiâ€. Il rapporto Childhood 2021 pubblicato nei giorni scorsi dall’Unicef ci ricorda, ha sottolineato ancora fratel Munoz, “che i disturbi mentali sono una delle principali cause di sofferenza†spesso trascurata, “che interferisce con la salute e l'educazione di bambini e adolescenti, influenzando la loro capacità di raggiungere il loro pieno sviluppoâ€. E il Covid lo ha messo ancor più in evidenza.
I suicidi, quarta causa di morte per gli adolescenti
L’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che più del 13% degli adolescenti tra i 10 e i 19 anni ha un disturbo mentale diagnosticato, e questo equivale a 89 milioni di ragazzi e 77 milioni di ragazze. E stima che 45.800 adolescenti muoiano per suicidio ogni anno, più di uno ogni 11 minuti. Il suicidio diventa così la quinta causa di morte tra gli adolescenti dai 10 ai 19 anni, e la quarta per gli adolescenti dai 15 ai 19 anni, dopo gli incidenti stradali, la tubercolosi e la violenza interpersonale. Per le ragazze tra i 15 e i 19 anni, addirittura la terza. Nelle sue conclusioni, il fratello lasalliano consulente del Bice ha ribatito che “nelle scuole, gli adulti sono chiamati a generare protezione intorno ai bambini e agli adolescenti†e a guidarli “nell'esercizio di una cittadinanza rispettosa, generatrice di vitaâ€.
Le università lasalliane fanno rete, cresce la multiculturalità
Nel webinar, il discorso di apertura è stato affidato a Diana Loera Rodriguez, messicana, direttrice associata della Ialu, l’Associazione internazioanle delle università lasalliane, che ha trestimoninzo gli effetti positivi della digitalizzazione degli scambi e delle collaborazioni tra atenei di diverse parti del mondo. Grazie al web, ha detto “migliaia di studenti che non hanno le risorse per viaggiare, possono sperimentare la multiculturalitàâ€. Nella rete Ialu collaborano circa 200 docenti, che hanno coinvolto così i loro 12mila studenti.
Mozambico, il progetto dei tutori di resilienza per i più piccoli
Lo spazio dedicato alle “risposte locali a sfide globali†è stato aperto dalle voci sul Mozambico, come quella di Veronica Hurtubia Toro, esperta in resilienza che collabora con l’Università Cattolica di Milano. Grazie al progetto attivato dall’ateneo italiano, sono stati formati per il Paese africano, 70 tutor di resilienza, che stanno aiutando quasi 10 mila bambini, cercando di rafforzare le risorse che questi e le loro famiglie già posseggono, rendendoli consapevoli dei loro diritti.
Gli scalabriniani e l'accompagnamento ai migranti
Da Roma, Claudio Oroni, responsabile dell’Area di animazione interculturale dell’Agenzia scalabriniana per la cooperazione allo sviluppo (Ascs), ha presentato la campagna “Una sola casaâ€, la risposta dei missionari scalabriniani all’emergenza della pandemia, per sostenere il prossimo che soffre “la marginalizzazione e lo spaesamento provocato dalla crisiâ€. Risposta all’emergenza sociale, garantendo “i bisogni essenziali, a partire da quelli alimentari e di sussistenzaâ€, con 7.500 pacchi distribuiti e servizi di risposta all’emergenza sanitaria, lavorativa e culturale, valido aiuto per più di 20 mila persone in Europa e Africa.
L'ambulatorio solidale e la sartoria sociale
Dall’Ascs anche risposte all’ emergenza sanitaria, con la nascita di #Wasi (casa), spazio di ascolto, confronto e condivisione alle donne migranti, per aiutarle a superare i traumi derivanti dal processo migratorio. Un servizio gratuito fornito in spagnolo, tagalog, ucraino, portoghese e russo da psicologhe madrelingua. E poi l’ambulatorio solidale, primo soccorso, visite e farmaci gratuiti, per chi vive ai margini a Casa Scalabrini 634, nella zona di via Casilina a Roma. E per l’emergenza lavorativa aiuto per ritrovare l’impiego perduto e il progetto sartoria sociale per migranti. Infine per l’emergenza culturale che colpisce in particolare i giovani, la costruzione “di nuove narrative di solidarietà e forme di comunione attraverso i nuovi media socialiâ€. E l’attivazione di campi estivi su “Le rotte migratorie, l’accoglienza in Italia e la lotta al caporalato†per giovani dai 18 ai 30 anni.
Fratelli in Libano, risposta al Covid e all'esplosione al porto
Dal Libano, il direttore del progetto Fratelli, fratel Gilbert Ouilabegue, ha parlato di come le iniziative per i piccoli profughi da Siria e Iraq, e gli emarginati libanesi, hanno risposto all’emergenza coronavirus prima, e a quella dell’esplosione del porto di Beirut poi. Pacchi di aiuti per le famiglie che hanno perso tutto con allagato un pacchetto per i più piccoli, con libri da colorare, matite colorate e pastelli, quaderni e piccoli giocattoli. Quando le scuole erano chiuse per frenare i contagi, gli educatori di Fratelli raggiungevano i bambini nei rifugi per portare i compiti settimanali, e una volta al mese un ‘insegnante valutava i bambini “in presenzaâ€.
Le "scuole senta frontiere" in Cambogia
Dal Medio Oriente all’estremo Oriente, Davy Tith, direttrice dell’Oec, Operazioni infanzia della Cambogia ha presentato “Scuole senza frontiereâ€, il progetto di una scuola non formale per educare i bambini delle campagne, spesso costretti dalla povertà dei genitori a lavorare invece che studiare. Un vero miracolo, ha commentato il segretario generale del Bice, Alessandra Aula.
In Perù spazi di ascolto per le famiglie e la radio per i bambini
In Perù, infine, Rosa Agama Goni, coordinatrice di progetti e volontariato dell’Associazione Tarpusunchis, legata alle scuole lasalliane, ha sottolineato il drammatico aumento, in conseguenza della pandemia, della povertà infantile e adolescenziale. “Migliaia di bambini e adolescenti – ha spiegato - hanno abbandonato la scuola, sono rimasti orfani, hanno avuto problemi di salute mentale o sono vittime di violenza familiareâ€. È stato costruito “uno spazio di ascolto per sostenere le famiglie in momenti di crisi psicosociale, che punta all'equilibrio emotivo, alla prevenzione e alla protezione dei bambini di fronte ai nuovi e crescenti rischiâ€. Strumento di crescita e condivisione per i più piccoli è anche Radio Rimarinakusunchis La Salle, dove i bambini stessi parlano dei loro
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