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Un dibattito tra gli studenti e il teologo francescano fra Sarcevic (secondo da sinistra) nei lavori di gruppo della Scuola estiva di teologia di Dubrovnik Un dibattito tra gli studenti e il teologo francescano fra Sarcevic (secondo da sinistra) nei lavori di gruppo della Scuola estiva di teologia di Dubrovnik

La teologia dell’accoglienza e del dialogo al centro della Scuola di Dubrovnik

Nel seminario diocesano dell’antica città marinara della costa dalmata, le relazioni dei cinque docenti e i dibattiti con studenti e giovani teologi cattolici, ortodossi e protestanti, hanno sviluppato le proposte del Papa al convegno sulla Teologia nel Mediterraneo, tenuto a Napoli nel giugno 2019. Domani la chiusura della seconda Scuola estiva promossa dal vescovo Uzinić

Alessandro Di Bussolo – Dubrovnik (Croazia)

La teologia dell’accoglienza e del dialogo e la libertà dei teologi “di sperimentare strade nuove”, per lasciare “spazio alla novità dello Spirito del Risorto”, come indicato da Papa Francesco nel suo intervento al , sono state al centro di tutti i lavori della seconda Scuola estiva di Teologia di Dubrovnik, che si chiude domani.

Papanikolaou: il dialogo ci avvicina alla verità

Nelle loro letture del mattino, che hanno fatto da guida al dibattito con 44 studenti e giovani teologi cattolici, ortodossi e protestanti croati, bosniaci, serbi, sloveni e montenegrini, i cinque docenti invitati dagli organizzatori, hanno sottolineato, come Aristotele Papanikolaou, teologo ortodosso greco-statunitense, che il dialogo con chi ha visioni del mondo diverse “ci aiuta ad avvicinarci alla verità, a non allontanarci da essa”. “L'ascolto e il dialogo con gli altri” ha spiegato il teologo, co-fondatore e senior associate presso il Center for Orthodox Christian Studies di Fordham e il Center for the Study of Law and Religion della Emory University di Atlanta, sempre negli Usa, “è arricchente, e può aiutarci ad incastonare meglio i punti fermi della nostra tradizione”.

Sarcević: essere solidali è profetico anche se rischioso

In precedenza, nella prima giornata dei lavori, dopo l’introduzione dell’arcivescovo Mate Uzinić, amministratore apostolico a Dubrovnik e coadiutore a Rijeka, il teologo francescano di Sarajevo fra Ivan Sarcević, ha ricordato che, soprattutto dove nazionalismo e populismo sono più forti, “essere compassionevoli e solidali con i membri di un'altra nazione o con coloro che sono in qualche modo espropriati e poveri è pieno di rischi”. Ma la solidarietà e l’accoglienza, anche se rischiose, sono fondamentali, e il profeta deve essere “solidale con il rischio, fino, alla fine, a dare la vita. Certo, è un compito difficile, ma è l'ideale della fede”.

Una domanda a Tomas Halìk al termine della sua relazione su ""verso un nuovo ecumenismo"
Una domanda a Tomas Halìk al termine della sua relazione su ""verso un nuovo ecumenismo"

Halìk: le Chiese rinuncino al loro egocentrismo

Un terzo docente della Scuola, il teologo e filosofo cattolico ceco monsignor Tomas Halìk, docente all’Università Carolina di Praga, nella sua lettura di ieri, ha indicato la costruzione di “un nuovo ecumenismo, che includa le persone che stanno oltre i confini visibili delle Chiese e delle religioni”, come un passo verso quella “fratellanza universale” “che è il grande tema del pontificato di Papa Francesco”. Che sarà possibile solo se le Chiese cristiane “resisteranno alle tentazioni dell’egocentrismo e del narcisismo collettivo, del clericalismo, isolazionismo e provincialismo”.

Gesù ci chiede di amare i nemici e chi non è come noi

Solo così, per il teologo che è stato consigliere del presidente ceco Havel, “la cristianità potrà abbracciare e usare le proprie diversità e differenze come una ricchezza, e aiutare la famiglia umana a non andare verso la distruzione della civiltà ma verso la formazione di una ‘civitas ecumenica’, una cultura di comunicazione, condivisione e rispetto per la diversità”. L’amore che Gesù ci chiede anche verso i nemici e i “diversi” da noi è stato al centro delle relazioni di suor Teresa Forcades, medico, teologa e monaca benedettina catalana, e Miroslav Volf, teologo evangelico croato-statunitense dell’Università di Yale, New Haven, collegato via “Zoom” con la Scuola. 

Renovabis: l'impegno tedesco per una nuova Croazia

In una delle serate della Scuola, Joerg Basten di Renovabis e Stefan Vesper, per 20 anni segretario generale del Comitato dei cattolici tedeschi (Zdk), hanno dato la loro testimonianza sul cammino sinodale in Germania. Basten, che per l''associazione promossa dai vescovi tedeschi per lo sviluppo dei Paesi dell'Europa orientale, si occupa di Croazia, Repubblica Ceca, Polonia e Russia, spiega a Pope l'impegno di Renovabis nel Paese ex Jugoslavo.

Ascolta l'intervista a Jurgen Basten (Renovabis in Croazia)

In quali settori si concentra in questo momento la vostra azione in Croazia?

Renovabis, l'azione di solidarietà dei cattolici tedeschi per le popolazioni dell’Europa dell'est aiuta in Croazia nel settore dell'educazione, nelle scuole e nelle università con progetti per i giovani, e in progetti sociali, per esempio per i malati, per i senzatetto. Molti progetti li facciamo con gli ordini religiosi e con le associazioni cattoliche locali. Un terzo tipo di progetti riguardano seminari e incontri come questa Scuola di teologia a Dubrovnik.

Avete progetti per sostenere l'integrazione dei migranti della Rotta balcanica qui in Croazia, in modo che non cerchino tutti di raggiungere solo la Germania, ma si fermino anche in Paesi come questo?

Nel settore dei migranti Renovabis lavora insieme con la Caritas qui a Croazia e a Bosnia e con il Jesuit Refugee Service. Ma è un problema molto difficile quello di integrarli qui, in questa cultura. C'è un progetto dell’Università Cattolica di Zagabria per integrare i migranti, insieme con il Jesuit Refugee Service e stanno provando a realizzarlo a Rijeka e  salita a Rijeka e a Djakovo. E noi lo sosteniamo con il nostro aiuto.

Il video dell'intervista a Joerg Basten (Renovabis per la Croazia)

Perché è importante sostenere iniziative di formazione anche ecumeniche come questa Scuola in questa regione?

In Croazia e nei Balcani abbiamo visto che sono nati problemi di convivenza tra diversi gruppi etnici e religiosi, che hanno portato anche ad una guerra. Ora la riconciliazione è un cammino difficile, perché in tutti i gruppi etnici e religiosi ci sono state vittime. Renovabis è d’accordo con il vescovo Uzinić, che la cosa migliore sia riunire giovani di diverse religioni e diverse etnie qui in una Scuola per dare loro la possibilità di incontrarsi.

Qual è la risposta dei cattolici tedeschi alle vostre collette periodiche per aiutare l'Europa Orientale? C'è attenzione e sensibilità verso i fratelli in difficoltà dell'Europa orientale?

Tutti i cattolici nel mondo hanno la sensibilità per aiutare: la carità è una forma concreta della nostra fede, non soltanto in Germania. In Germania Renovabis è una delle organizzazioni di carità, che lavora in particolare lavora per i Paesi dell'Est e la solidarietà dei nostri fedeli in Germania è grande.

Qui alla Scuola di teologia estiva di Dubrovnik, avete portato una testimonianza su come si sta svolgendo il cammino sinodale della Chiesa tedesca. Può essere un esempio anche per altre Chiese locali, questo cammino che voi state facendo?

Ringrazio gli organizzatori di questa Scuola estiva di teologia a Dubrovnik, di averci dato la possibilità di parlare su questo tema. L’argomento principale di questa scuola era la teologia politica, è il cammino del nostro Sinodo è un esempio come una Chiesa può proporre un cambiamento. In Germania i vescovi stanno discutendo con i laici insieme per trovare una soluzione ai problemi che abbiamo. Non so se questo si potrà ripetere in altri Paese, ma è stato interessante di raccontare come noi in Germania facciamo le cose e cosa gli altri pensano. E’ stata una discussione molto vivace, e penso sia stata utile per tutti coloro che ci hanno ascoltato

Anche in voi cattolici impegnati nella carità, c'è speranza che questo vostro Sinodo apra di più la Chiesa in Germania alla società civile?

Il Santo Padre ha chiesto alla Chiesa di diventare più sinodale, e ha avviato un processo sinodale che durerà due anni per il Sinodo dei Vescovi. Noi pensiamo che le nostre riflessioni in Germania sono una preparazione per questo Sinodo. Siamo sicuri che tutti vedono che in Germania non ci sono soluzioni pronte, ma abbiamo solo preparato le discussioni.

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Immagini dalla Scuola estiva di teologia di Dubrovnik 2021
23 luglio 2021, 16:05