H¨¦rouard: l¡¯Ue post-Covid sia solidale perch¨¦ la crisi non tolga dignit¨¤ ai fragili
Giada Aquilino - Città del Vaticano
Dopo il varo del Recovery Fund per affrontare l¡¯emergenza coronavirus in Europa, la Commissione degli Episcopati dell'Unione Europea (Comece) esorta il Vecchio Continente a mostrare compattezza e solidarietà.
Con un della Commissione sugli Affari Sociali, la Comece punta l¡¯attenzione sulla ¡°questione della giustizia¡±: ¡°un piano di ripresa ambizioso - si legge nel documento - sarebbe un segno visibile del fatto che l'Ue e i suoi Stati membri sono tornati sulla strada della solidarietࡱ.
Unità fraterna
Il testo ripropone la preghiera di Papa Francesco nella dello scorso 22 aprile, affinché ¡°l¡¯Europa riesca ad avere¡± una ¡°unità fraterna che hanno sognato¡± i suoi padri fondatori. Da qui parte pure la riflessione di monsignor Antoine Hérouard, presidente della Commissione della Comece sugli Affari Sociali e vescovo ausiliare di Lille.
R. - Anche la nostra chiamata è a ritrovare questo spirito dei padri fondatori, perché abbiamo notato come l¡¯Europa in questa crisi non abbia mostrato almeno all'inizio un segnale di unità, di fraternità: ciascun Paese ha agito un po' per conto proprio, lasciando indietro i Paesi più in difficoltà, penso anche in particolare all'Italia quando è cominciata l¡¯epidemia. Adesso il nostro desiderio è di salutare lo sforzo e la volontà che sembra essere manifestata dalla dichiarazione della Commissione Ue e della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per avere un passo molto importante per creare a livello economico, sociale e finanziario una solidarietà più concreta.
Voi sottolineate l¡¯urgenza di un piano di ripresa che metta al centro la questione della giustizia: da dove ripartire allora?
R. - Abbiamo sottolineato tre punti. Il primo è la giustizia ecologica. Dobbiamo anche cambiare il nostro modo di consumare e produrre, con cambiamenti profondi nella vita quotidiana di ciascuno per essere più rispettosi dell'ambiente, secondo il cammino proposto per esempio della Laudato si¡¯ di Papa Francesco. Il secondo è l'attenzione alla giustizia sociale perché questa crisi, come tutte le altre, sta creando delle differenze molto forti fra la gente: vediamo che molte persone si ritrovano senza lavoro e senza denaro. Quindi questa esigenza della giustizia sociale va posta al centro del progetto di aiuto per le regioni e i Paesi che hanno più bisogno. Il terzo punto di questo sforzo riguarda la questione del denaro, delle tasse, quindi una giustizia fiscale: come avere un sistema che sia più giusto e nel quale ognuno paghi il proprio conto e non cerchi di trovare un cammino fuori casa per non pagare le tasse.
A quali emergenze si pensa in questo momento? La salvaguardia dell'ambiente, la povertà¡
R. - Queste sono le due priorità, anche perché la questione della povertà sarà una sfida davvero forte davanti a noi e non abbiamo una coscienza ancora molto chiara della profondità della crisi economica e sociale che troviamo in Europa e in tutto il mondo. In questa crisi dobbiamo allora avere al centro dell'attenzione i più piccoli, quelli che hanno più da soffrire in tale situazione, per aiutare ciascuno ad avere una vita dignitosa.
Le polemiche sull¡¯opportunità di riaprire le frontiere in questa nuova fase dell¡¯emergenza possono in qualche modo ostacolare una ripresa del continente?
R. - Bisogna essere attenti, non andare troppo veloci perché l¡¯epidemia non è finita, anche se la situazione sanitaria è migliorata. Però è vero che nel progetto europeo la circolazione delle persone - e non soltanto delle merci - è una cosa importante. Anche a livello economico: per tanti Paesi che hanno una grande parte dell'economia basata sul turismo questo è anche uno scopo molto prioritario, ma sarebbe meglio farlo in un piano più equilibrato fra i diversi Stati, evitando che ciascuno prenda la sua decisione sperando di essere in posizione più favorevole rispetto agli altri.
La Comece come vede l¡¯Europa del dopo pandemia?
R. - Le speranze sono in una coscienza più profonda, sul fatto che il nostro futuro deve essere comune. E se lo sarà, questo significa che dobbiamo aiutarci gli uni e gli altri, ricercando più profondamente la solidarietà, che è mancata. La solidarietà è il fondo del progetto europeo, perché se ci siamo messi insieme per fare alcune cose congiuntamente, per condividere certi valori è perché pensiamo che abbiamo qualcosa in comune. Ed è ciò che dobbiamo ribadire, ritrovare e forse anche spiegare meglio.
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