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La Comece per un'Europa solidale dopo il varo del Recovery Fund

Il poderoso piano economico da 750 miliardi di euro annunciato ieri dalla Commissione Europea, il cosiddetto Recovery Fund, per far fronte alla crisi causata dalla pandemia di coronavirus riceve il giudizio positivo della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea (Comece). In un documento i punti presi in esame dall’organismo. Le misure per la ripresa, si afferma, devono essere all'insegna della giustizia sociale ed ecosostenibile

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

“In questo momento, in cui l'unità è molto necessaria tra noi e tra le Nazioni, preghiamo oggi per l'Europa, affinché riesca a creare questa unità fraterna sognata dai padri fondatori dell'Unione Europea”. La Comece parte dalle parole di Papa Francesco, pronunciate nella Messa a Casa Santa Marta il 22 aprile scorso, per commentare il varo del Recovery Fund in Europa e mettere in evidenza come il Vecchio Continente, proprio attraverso le difficoltà attuali, debba mostrare compattezza e solidarietà. Il progetto europeo nasce da lontano – si legge nel documento della Comece – come risposta alla tragedia umana causata dalla Seconda Guerra Mondiale. Questa fu l’ispirazione che portò i padri fondatori a creare una comunità che oggi è diventata l'Unione Europea.

Solidarietà e condivisione per vincere la pandemia

Oggi, di fronte alla nuova tragedia della pandemia di Covid-19, la Comece chiede all'Unione Europea di rinnovare lo spirito di solidarietà e di concordare un piano di ripresa da realizzare con spirito di giustizia. Il coronavirus e le sue conseguenze – si legge nel documento – hanno colpito l'Unione Europea in modo inaspettato e brutale, mettendo a nudo le nostre vulnerabilità, l’inadeguatezza delle sanità pubbliche, nonché la fragilità e le debolezze nell'agire efficacemente in tempi di crisi. Mancanze, queste, che hanno messo in ombra i principi di solidarietà e alle quali si è cercato di rispondere con chiusure unilaterali delle frontiere e altri protezionismi, che hanno causato la delusione di molti cittadini riguardo al progetto europeo originario.

Un piano di ripresa all'insegna dei valori europei

Mentre le conseguenze della pandemia hanno rivelato l’incapacità dell’Europa di essere all'altezza dei suoi valori in tempi di crisi, il piano di ripresa, proposto dalla Commissione Europea, definisce una chiara prospettiva per un'Unione, che mira a crescere unita. Si tratta di un segno visibile – afferma la Comece – di come gli Stati membri siano tornati sulla strada della solidarietà. Dopo le iniziative immediate che l'Ue ha adottato in risposta alla crisi, tra cui il primo pacchetto di misure, le reazioni altrettanto immediate della Banca Centrale Europea e le tabelle di marcia congiunte per la ripresa e l'abolizione delle misure di contenimento del Covid-19, il Recovery Fund da 750 miliardi di euro da destinare agli Stati membri più bisognosi attraverso sovvenzioni a fondo perduto per 500 miliardi di euro e prestiti per 250 miliardi, risponde in qualche modo all'appello del Messaggio di Pasqua di Papa Francesco, che chiedeva “un'ulteriore prova di solidarietà, anche attraverso soluzioni innovative”.

Giustizia economica, giustizia sociale e giustizia ecologica

Un’altra delle sfide che il documento della Comece mette in evidenza è quello della realizzazione di una giustizia ecologica oltre che economica. La pandemia ha rivelato sia la nostra dipendenza sia il nostro impatto disastroso su un ecosistema molto fragile. Un virus che causa una malattia polmonare ci ha fatto capire che non possiamo vivere sani su un pianeta malato e inquinato. Allo stesso tempo, la pandemia ci ha dimostrato che non è troppo tardi per agire: le immagini delle fonti d'acqua meno inquinate in tutte le città europee e le scoperte scientifiche sulla diminuzione dell'inquinamento sono la prova degli effetti negativi dell’attività industriali incontrollata sull'umanità. Quest'ultima dovrebbe incoraggiarci ad andare oltre le nostre attuali ambizioni sulla cura della nostra casa comune. La pandemia di Covid-19, afferma la Comece, è legata alla più grande crisi socio-ecologica, già visibile attraverso il cambiamento climatico, la scomparsa delle biodiversità e le sue devastanti conseguenze sui gruppi più vulnerabili. Un mondo fragile, affidato da Dio alle cure dell'uomo, ci sfida – si legge ancora – a escogitare modi intelligenti per dirigere, sviluppare e limitare il nostro potere.

Il Covid-19, un’opportunità per cambiare modelli di vita

Dopo questa pandemia non possiamo, dunque, riproporre i nostri vecchi modelli e ristabilire le nostre consuete abitudini, ma dovremmo cogliere questo momento – esorta il documento – come un'opportunità per lavorare per il cambiamento radicale e rafforzare i nostri sforzi verso lo sviluppo integrale e il pensiero innovativo verso il futuro. Il piano di ripresa – conclude la Comece – deve necessariamente agire su più livelli: la ripesa economica, la tutela ambientale e la conversione ecologica. Obiettivi da realizzare con urgenza. Non ultima, è necessaria una forte promozione della giustizia sociale: ovvero il rispetto delle esigenze dei più vulnerabili, al fine di garantire una piena coesione sociale in Europa.
 

 

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28 maggio 2020, 12:13