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Le religiose in prima linea, eroine nascoste della Chiesa

Al seminario sulle suore impegnate in zone di conflitto e contro la tratta, organizzato dalla Unione delle superiori generali e dall’Ambasciata Usa presso la Santa Sede, la testimonianza di suor Berini, premiata “Women of Courage” 2018 da Melania Trump

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

In prima linea, nelle periferie fisiche ed esistenziali, nei conflitti e nelle carceri, tra i giovani a rischio devianza o suicidio, ci sono soprattutto loro, le religiose. Che giocano un ruolo fondamentale anche nella lotta al traffico di esseri umani con “Talitha Kum”, la Rete Internazionale della Vita Consacrata contro la tratta. Di loro, del loro servizio e del ruolo che giocano e che potrebbero giocare in futuro nella Chiesa, si è parlato nel seminario "Le religiose impegnate in prima linea in zone di conflitto e contro la tratta", organizzato a Roma dall’Unione internazionale delle superiore generali e dall’ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede.

Suor Berini, l’omaggio dell’ambasciatrice Gingrich

Protagonista suor Maria Elena Berini, 73 anni, delle Sorelle della carità di Santa Thouret, missionaria in Chad per 35 anni e da 11 in Repubblica Centrafricana, che il 30 marzo è stata premiata a Washington dalla first lady statunitense Melania Trump come “Donna di coraggio” 2018 insieme ad altre persone impegnate nella difesa della salute pubblica, dei diritti umani, della giustizia, della pace e della dignità della donna. Nel settembre del 2017, ha ricordato l’ambasciatrice degli Usa presso la Santa Sede Callista L. Gingrich prima di omaggiare pubblicamente la religiosa originaria di Sondrio, sior Berini ha accolto nella sua missione di Bocaranga, migliaia di persone in fuga dall’attacco delle milizie musulmane Balaka.

“Siamo rifugio sicuro perché accogliamo anche i musulmani”

“La gente viene a noi perché si sente accolta e sicura – ci ha raccontato suor Berini - sanno che noi abbiamo salvato anche molti musulmani, e i ribelli quando sono venuti la seconda volta praticamente non ci hanno fatto del male perché sapevano che noi avevamo accolto delle donne musulmane. Noi non guardiamo alla religione, alla cultura, alla provenienza. Sono persone che hanno bisogno di affetto, di amore, di accoglienza”.

Blessing: via dalla strada, le orsoline mi hanno trattata da persona

Nel panel dedicato alla lotta alla tratta di esseri umani e alla schiavitù moderna, ha portato la sua testimonianza Blessing Okoedion, giovane nigeriana ex vittima del traffico di esseri umani, che ha lasciato per sempre la strada grazie all’aiuto delle suore orsoline della Casa di Ruth a Caserta. Blessing a marzo ha parlato ai giovani del mondo e a Papa Francesco nella riunione presindodale. “Quando ho fatto la denuncia – ci ha spiegato - i poliziotti mi hanno portato alla Casa di Ruth. Ma ero così disperata, non mi sentivo più una persona. Però le suore mi hanno dato una mano tesa vera, con la speranza vera. Non hanno visto me e le altre ragazze fuggite dalla strada come numeri, ma come persone reali, che hanno una storia, che hanno una vita che ha bisogno di libertà”.

Suor Pereira: dare uguaglianza alle donne nella Chiesa e nella società

Suor Yudith Pereira, della congregazione delle Religiose di Gesù e Maria, direttrice della rete di Solidarietà con il Sud Sudan, è stata protagonista del panel sulle religiose in zone di guerra. “Io penso che tutto il mondo sappia chi sono le suore e cosa fanno – ha sottolineato ai nostri microfoni - ma non penso che siano riconosciute e valorizzate nella forma più appropriata. Molte volte ci chiamano le “Piccole sorelle” e sono abituati a vedere le suore siano in posti di assistenza, ausiliari, anche nella Chiesa. Io penso che dare l’uguaglianza, nei posti di responsabilità, alle religiose, alle laiche, questo ancora manca nella Chiesa e nella società”.

Mons. Gallagher: portano la compassione di Gesù tra chi è in difficoltà

L' arcivescovo Paul Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati della Santa Sede, nel suo intervento che ha chiuso i lavori del seminario, ha ripercorso alcune tappe della sua esperienza pastorale nel servizio diplomatico della Santa Sede, in cui ha riconosciuto come "fondamentale" l'impegno delle religiose, dal Burundi, dove tre suore sono state uccise “in modo terribile”, al Guatemala, dove “le suore salvavano ragazze vittime della tratta” e anche in Australia, dove “aiutavano una comunità aborigena”. â€śLe religiose nel mondo stanno facendo un lavoro magnifico – ha detto poi a Pope l’arcivescovo Gallagher - con grande tenerezza, con passione. Loro dimostrano una faccia della Chiesa, una faccia del mistero di Cristo per gli uomini che è indispensabile per la vita della Chiesa. Loro hanno il coraggio di andare in posti dove noi uomini forse abbiamo paura di andare, e portano la compassione di Gesù per le persone in difficoltà. Possiamo solamente applaudire e speriamo che questa testimonianza continui sempre”.

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11 aprile 2018, 18:05