"I cammini della spiritualità", firmato a Roma memorandum tra Lazio e Galizia
Stefanie Stahlhofen - Città del Vaticano
"Uno strumento per incrementare ancora di più il valore del pellegrinaggio". Così monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione, descrive il Memorandum di collaborazione tra Regione Lazio e Comunità Autonoma della Galizia siglato oggi, 6 febbraio, dal titolo "I cammini della spiritualità - Via Francigena e Cammino di Santiago di Compostela". Una iniziativa avviata nell'ambito del Giubileo. La cerimonia si è svolta in mattinata a Palazzo Borromeo, sede dell'Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede a Roma; presente il segretario generale Macei, l'ambasciatore Riccardo Guariglia. Gli interventi sono stati affidati ad Alfonso Rueda, presidente della Giunta della Comunità Autonoma della Galizia, e monsignor Fisichella, che, a margine dell'evento, ha offerto ai media vaticani alcuni spunti su questo memorandum che - ha detto - "è molto più di un semplice atto di collaborazione".
Monsignor Fisichella, cosa significa questo Memorandum tra il Cammino di Santiago e la Via Francigena firmato nel Giubileo 2025?
Certamente è il segno di una collaborazione importante tra due regioni, la Galizia e il Lazio, che posseggono quello che sono i "tesori" delle mete dei pellegrini. Il Lazio possiede la tomba di Pietro e Paolo a Roma e la Galizia la tomba di Santiago. Credo però che questo vada molto al di là di un semplice atto di collaborazione, perché diventa uno strumento per incrementare ancora di più il valore del pellegrinaggio. Il pellegrinaggio attraverso i cammini significa dare voce a quella dimensione di spiritualità che è una ricerca che gli uomini e le donne di oggi sentono in maniera profonda. Ecco, il cammino che è inevitabilmente simbolo della vita aiuta a riscoprire non solo chi siamo, ma anche che abbiamo bisogno di Dio.
Perché è importante fare un pellegrinaggio a piedi, non arrivare con aereo o autobus e percorrere, ad esempio, cinque metri per passare la Porta Santa?
Perché il cammino a piedi impegna, il cammino a piedi è faticoso. Il cammino a piedi consente di incontrare le persone che insieme con te camminano. Il cammino a piedi aiuta a instaurare delle relazioni interpersonali, ma soprattutto aiuta a contemplare la bellezza della natura e quindi, inevitabilmente, quando uno intraprendere il cammino a piedi, sa di andare incontro a un'avventura che è quello di riscoprire, in una parola, la bellezza: delle relazioni, del mondo, della natura, del creato e soprattutto la bellezza di compiere un'esperienza unica.
Qual è l'ultimo cammino che ha fatto e qual è il pellegrinaggio che vorrebbe fare?
Proprio due domeniche fa, insieme a 600 persone e con il commissario governativo, abbiamo percorso un pezzo di Francigena fino al Mons Gaudii e dal Mons Gaudii (il Monte della Gioia, in zona Montemario a Roma). Poi queste persone che sono arrivate le ho condotte fino alla Porta Santa e alla Tomba di Pietro. Quindi un piccolo cammino che però, in un periodo come questo, in cui gli impegni sono tanti, consente di conservare il grande desiderio. Poi certo, mettersi in cammino sulla Francigena o a Santiago richiede molto tempo e per il momento, confesso, io ne ho molto poco.
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