Eli Pariser: in un mondo lacerato la tecnologia deve servire il bene comune
Deborah Castellano Lubov- Città del Vaticano
Dobbiamo migliorare la qualità morale della nostra comunicazione e lavorare per realizzare piattaforme sociali che promuovano il bene comune. Il guru della tecnologia Eli Pariser, fondatore e attuale co-direttore di New Public Network, organizzazione no-profit dedicata alla costruzione di fiorenti spazi pubblici digitali, ha lanciato questo appello, parlando di come promuovere e investire in comunità online significative che contribuiscano al bene. Lo ha sottolineato oggi all'università Urbaniana, a Roma, invitato alla conferenza per il Giubileo della Comunicazione, cui hanno preso parte i presidenti delle Commissioni Episcopali per la Comunicazione e i direttori degli uffici di comunicazione, in cui sono state affrontate alcune tra le domande più frequenti che gli operatori della Chiesa si trovano ad affrontare. Eli Pariser, che sul suo sito afferma di voler aiutare la tecnologia e i media a servire la democrazia, ha avuto numerosi successi commerciali, in particolare, nel 2011, ha previsto i pericoli connessi all'iper-personalizzazione del web e ha teorizzato la cosiddetta “filter bubble” ("bolla di filtraggio", ecosistema personalizzato dell’informazione creato dagli algoritmi, ndr), nell'omonimo libro bestseller del New York Times.
Bill Gates, Tim Berners-Lee e altri giganti della tecnologia e luminari di internet si sono mostrati preocupati rispetto al fenomeno messo in luce da Pariser in un discorso TED visto da milioni di persone. Attivista e imprenditore, che si concentra su come rendere la tecnologia e i media al servizio della democrazia, ha anche contribuito a guidare MoveOn.org, ha co-fondato Avaaz.org, che ora è la più grande organizzazione di cittadini al mondo, e ha co-fondato Upworthy.
Cosa l'ha colpita di più in questo Giubileo delle Comunicazioni in Vaticano e di quale messaggio lei si fa portavoce?
Beh, ciò che mi ha colpito è che viviamo in un'epoca molto fratturata e pericolosa. Non solo nel mondo, ma anche nel modo in cui comunichiamo tra di noi online. Pertanto, mi sembra importante che ci ricordiamo della qualità morale del modo in cui comunichiamo e che pensiamo anche a come strutturare i nostri mezzi di comunicazione in modo da sostenere i nostri “angeli” piuttosto che i nostri “demoni”. Questo è il messaggio di cui sono qui a parlare. Sono qui per discutere di come costruire spazi online che tirino fuori il meglio di noi e non il peggio.
Le piattaforme dei social media occupano uno spazio incredibilmente potente in tutto il mondo. Osservando la loro immensa influenza, che obblighi hanno nei confronti del bene comune?
Credo che il problema sia che le piattaforme di social media che abbiamo ora non sono costruite per il bene comune. Sono costruite per gli inserzionisti. Sono costruite in questo modo dall'alto verso il basso in cui sono essenzialmente dei re [come] Mark Zuckerberg ed Elon Musk. E questo non è molto utile quando cerchiamo di unirci come comunità. Alla luce di ciò, penso che dobbiamo pensare al di là delle piattaforme commerciali e iniziare a pensare a come costruire la comunità in altri modi, online, per mettere in primo piano la virtù civica piuttosto che il semplice commercio.
Lei ha una grande esperienza di impegno civico e competenza nella promozione della comunità. Che cosa è necessario per costruire e guidare questo slancio, in modo che possa davvero essere una risorsa utile e affidabile per i suoi utenti?
Traggo grande ispirazione dal modo in cui abbiamo costruito le comunità nel mondo offline, investendo in parchi, biblioteche e chiese e in tutti quei luoghi che hanno lo scopo di riunire le persone in un modo diverso rispetto a quello che ha a che fare esclusivamente con il vendere cose. Penso che dobbiamo fare questo investimento online, il che sembra difficile da immaginare ora. Ma era difficile immaginare, quando si è iniziato a creare parchi, che si potessero avere parchi pubblici per tutti. Pertanto, penso che dobbiamo avere un po' di fiducia e iniziare a costruire, e ci sono molte persone in tutto il mondo che stanno già costruendo questo oggi.
Potrebbe parlare un po' delle attività di New_Public e su cosa state lavorando ora?
New_Public è un laboratorio di ricerca e sviluppo che studia come costruire spazi pubblici digitali che siano davvero al servizio dell'intera persona, dell'anima e della comunità, anziché solo degli inserzionisti. Stiamo lavorando con un gruppo di organizzazioni di media pubblici dall'Australia all'Europa al Canada, e stiamo anche iniziando a costruire spazi pubblici digitali locali in cui le persone possono comunicare con altre persone della loro comunità e incontrarsi offline.
Come è noto, lei ha portato alla luce il fenomeno della “bolla dei filtri”... Dopo le vostre analisi, cosa vi ha insegnato sul potere della comunicazione? Secondo lei, che tipo di potere ha la comunicazione?
Credo che ieri Colun McCann abbia detto che la distanza più breve tra due persone è una storia, e credo che questa sia la distanza più breve e anche la più lontana, a seconda che condividiamo le stesse storie o che possiamo ascoltare le storie degli altri. Quindi, abbiamo bisogno di mezzi di comunicazione che ci aiutino ad ascoltare le storie degli altri e a capire da dove veniamo, e questo deve essere progettato in modo diverso dai mezzi di comunicazione che abbiamo ora, che ci intrappolano in una “bolla” molto piccola di una sola storia.
Questa conferenza globale sulla comunicazione, qui, l'ha arricchita?
È stato arricchente ed è stato molto stimolante ascoltare il Papa e altre persone che hanno parlato dell'importanza morale di costruire un mezzo di comunicazione che funzioni per tutti. Non è solo una questione di tecnologia, è una questione di moralità e di spirito. È stato davvero, davvero commovente sentirlo.
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