Giornata dei Poveri, le scarpe del Papa per il senzatetto
Don Pawe? Rytel-Andrianik, Don Marek Weresa – Città del Vaticano
Nell'odierna ottava Giornata Mondiale dei Poveri il Papa ha invitato i poveri e i senzatetto alla Messa e a un pasto comune che si terrà in Aula Paolo VI con 1300 persone. Farà parte di questo gruppo anche Giuseppe, un senzatetto di Roma, che pochi giorni fa ha ricevuto in dono un paio di scarpe che il Pontefice a sua volta aveva avuto in regalo. Celebrare la Giornata Mondiale dei Poveri significa seguire Gesù e pensare semplicemente allo stesso modo indicato nel Vangelo, perché è quello che avrebbe fatto Cristo, e quindi è quello che anche noi faremo. Così, il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, spiega ai media vaticani il senso dell'evento che vede oggi, 17 novembre, Papa Francesco impegnato a presiedere la Messa nella basilica vaticana per poi condividere il pranzo con 1300 persone bisognose in Aula Paolo VI.
Le scarpe del Papa a un senzatetto
Il cardinale, parlando delle attività del Dicastero per il Servizio della Carità e dei numerosi esempi di bontà e aiuto, ha raccontato di Giuseppe, un “senzatetto locale”, che vive per strada da anni. Questa settimana, il Papa ha ricevuto un paio di scarpe numero 42. Francesco ha consegnato immediatamente questo dono all'ufficio dell'elemosineria pontificia. Poche ore dopo è arrivato Giuseppe bisognoso di scarpe, diceva di non poter più camminare con quelle vecchie che calzava. Il numero 42 era provvidenzialmente proprio il suo. “Ha ricevuto subito le scarpe del Santo Padre, le ha indossate e domenica sarà anche alla mensa del Papa”.
“La preghiera del povero sale fino a Dio”
Il porporato, in riferimento al tema dell'edizione di quest'anno della Giornata Mondiale dei Poveri “La preghiera del povero sale fino a Dio”, sottolinea che il modello nella preghiera per noi è Gesù che, nel Vangelo, ci ha lasciato molte immagini ed esempi che mostrano la virtù della perseveranza. “Vinciamo quando preghiamo Dio”, osserva Krajewski. Allo stesso tempo, precisa che il modo e i tempi attraverso cui Dio ascolta le preghiere del “povero” è un mistero. Potrebbe volerci un atteggiamento prolungato di preghiera, come nella storia di Santa Monica, madre di Sant' Agostino; oppure ci sono situazioni in cui le invocazioni vengono ascoltate molto rapidamente; ma ci sono anche casi in cui le preghiere non vengono esaudite. Questo per un semplice motivo, afferma il cardinale: ciò che accadrebbe potrebbe non essere per il mio bene. “Ecco perché Dio ascolta quelle preghiere che fanno sì che diventiamo belli, per piacere a Dio e alle persone. Sono per il nostro bene e questa è probabilmente la cosa più importante”, dice l'elemosiniere.
Restituire dignità ascoltando
Krajewski ricordato che gli eventi odierni sono preceduti da numerose iniziative di cura dei poveri come l'ambulatorio sotto il Colonnato del Bernini, aperto tutti i giorni e che accoglie quotidianamente circa 150 senzatetto. Tutti coloro che ne hanno bisogno, anche le persone senza documenti o che non conoscono l'italiano, possono contare su un'assistenza medica completa. In primo luogo, però, c'è l'ascolto del prossimo, della sua storia e delle sue necessità, perché “restituire la dignità avviene anche ascoltando”. Queste persone con fragilità vengono visitate da medici e ricevono gratuitamente farmaci dal Santo Padre presso la farmacia vaticana. Il pasto dopo l'Eucaristia con i poveri, organizzato dal Dicastero per il Servizio della Carità, è offerto dalla Croce Rossa Italiana. Al termine tutti riceveranno dai padri della Congregazione dei Missionari Sacerdoti uno zaino contenente cibo e generi di prima necessità per la vita quotidiana.
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