È beato José Torres Padilla, Semeraro: prete fedele e amico di poveri e ambulanti
Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano
“Una sorta di prestatore a fondo perdutoâ€, per le sue opere di carità gratuita. “Uno strano canonico, con vagabondi e venditori ambulanti per amiciâ€, per la sua vicinanza ai bisognosi dei quartieri più complicati di Siviglia, dove pochi altri osavano addentrarsi. Una “profonda unità con il Signoreâ€, fonte primaria della sua “forza interioreâ€. Sono questi tratti, individuati dal cardinale Marcello Semeraro, a restituire la figura di José Torres Padilla nell’omelia per la messa della sua beatificazione celebrata oggi, 9 novembre, nella cattedrale di Siviglia.
Il corso d'acqua raccontato da Ezechiele
Il prefetto del dicastero delle Cause dei santi traccia un parallelo tra il sacerdote spagnolo e un commento di Isidoro di Siviglia al testo scelto per la liturgia, dal libro del profeta Ezechiele. “Da sotto la soglia del tempio usciva un corso d’acquaâ€, riprende il porporato, spiegando il duplice significato dell’immagine: “il Battesimo, che è l’acqua che disseta e ristora tutti quelli che hanno seteâ€, ma anche “considerato che la visione profetica parla di un’acqua che scaturisce dal lato destro del tempioâ€, un rimando “al costato aperto di Cristo crocifisso†da cui “uscì sangue ed acquaâ€.
"Essere contemplativo nell'azione"
Tale immagine, di un torrente “che vivifica, rinnova e produce molto frutto, a me piace riferirla al nuovo beato José Torres Padillaâ€, afferma il porporato, definendolo “sacerdote sempre fedele†e “pronto a donarsi, a uscire da sé per andare con carità verso gli altriâ€. Una qualità che fa risaltare nel sacerdote spagnolo “l’unità della vita†e “l’essere contemplativo nell’azioneâ€.
Studio, meditazione e servizio concreto
Il cardinale Semeraro passa poi in rassegna vari tratti della personalità del beato Torres Padilla, come la sua capacità di unire preghiera e studio: “passava due ore a studiare e tre ore a meditare su ciò che aveva studiatoâ€. Questo non gli impediva di dedicare altrettanti momenti delle sue giornate al servizio dei più bisognosi. Il sostegno economico a chi desiderava diventare sacerdote e a “giovani donne con una vocazioneâ€, per le quali in caso di “pericoloâ€, non mancava di cercare “una famiglia che le accogliesseâ€.
Nel "lato sbagliato" di Siviglia
Una vita vissuta “in povertà†- vestiva solo di una sola “talare rattoppata†– e vicino ai bisognosi e agli ammalati, spesso relegati nei quartieri del “lato sbagliato†del Guadalquivir, il fiume che divide Siviglia, dove a prevalere era la “delinquenzaâ€. Eppure, il sacerdote spagnolo vi si recava senza alcun timore, pulendo e sistemando i loro letti.
Il "capolavoro" del beato
Del beato Torres Padilla, il cardinale Semeraro ricorda anche la “direzione spiritualeâ€, capace di diffondere la sua “fama di santità†al punto di valergli il soprannome di “El Santeroâ€. Tra i beneficiari di questo salutare “contagio†si ricorda Sant’Angela della Croce, che fondò l’Istituto delle Sorelle della Croce sotto la direzione del sacerdote spagnolo. Questo fu il suo “capolavoroâ€.
"La santità incoraggia ad incontrarsi"
“La santità incoraggia ad incontrarsiâ€, quindi, è il concetto finale espresso dal porporato. Un’unità che rispecchia quella divina e che, riaffermando , è “matrice del legame tra noi cristiani†e “fornace ardente di amore†capace di bruciare “i nostri egoismi, i nostri pregiudizi, le nostre divisioni interiori ed esterneâ€. Un’esperienza che è “certezza†di una finale “comunione con Dioâ€.
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