La Santa Sede: gli Stati rispettino il diritto umanitario internazionale
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Di fronte all’intensificarsi dei conflitti, come in Ucraina e Gaza, la Santa Sede ribadisce con forza che la guerra è sempre una sconfitta per tutti. Monsignor Ettore Balestrero, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Onu di Ginevra, intervenendo alla 57ma Sessione ordinaria del Consiglio dei Diritti umani, ieri 11 settembre a Ginevra, invita a ricordare che la Dichiarazione universale dei diritti umani “funge da bussola morale”. Nonostante però “il diritto internazionale umanitario” sia fondamentale “per salvaguardare la dignità umana”, le sue violazioni continuano a provocare sofferenza, ad esacerbare le crisi umanitarie, a minare lo Stato di diritto e a favore l'impunità. In momento in cui “discriminazione, molestie e violenza sono in aumento e molte comunità religiose, in particolare i cristiani, sono prese di mira”, Balestrero parla della necessità di “ampliare percorsi sicuri e regolari per i rifugiati e i migranti”. Gli Stati, è l’imperativo “hanno l'obbligo positivo di promuovere un ambiente che favorisca la libertà di religione, credo e di coscienza”, devono poi promuovere la fraternità umana, impegnandosi nel dialogo e nell’ascolto, soprattutto di chi è più povero e meno potente, con l’obiettivo di “proteggere la dignità umana, favorire la fratellanza umana e promuovere la pace e la stabilità”.
Preoccupazione per le bombe a grappolo
L’Osservatore della Santa Sede, in precedenza, durante la 12.ma Riunione degli Stati Parte della Convenzione sulle munizioni a grappolo, sempre a Ginevra, il 10 settembre, aveva espresso la preoccupazione del Vaticano rispetto alla produzione, allo stoccaggio, al trasferimento e all’uso nei conflitti armati delle munizioni a grappolo, soffermandosi sulla necessità di considerare i trattati di disarmo come “impegni morali nei confronti delle generazioni presente e future”. Balestrero aveva quindi ribadito l’importanza della Convenzione sulle munizioni a grappolo, indicando che ribadire e rispettare il diritto internazionale e gli accordi internazionali sul disarmo, non è debolezza, ma “una nobile fonte di forza e di responsabilità nei confronti di tutta l'umanità”. Di fronte al ritiro degli Stati Parte, la Santa Sede esprime profonda preoccupazione e invita le nazioni ad aderire alla Convenzione, la cui universalizzazione è da ritenersi “obbligo legale”.
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