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J¨¦r?me Lejeune (1926-1994), medico genetista francese, primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita e dichiarato venerabile nel 2021 J¨¦r?me Lejeune (1926-1994), medico genetista francese, primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita e dichiarato venerabile nel 2021

Lejeune, scienziato libero e difensore della dignit¨¤ umana

A trent¡¯anni dalla scomparsa del servo di Dio, il genetista francese primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita e scopritore della Trisomia 21 come causa della sindrome di Down, presentata alla Pontificia Accademia per la Vita una sua biografia. Paglia: diceva che ¡°la qualit¨¤ di una civilt¨¤ si misura dal rispetto che ha verso i pi¨´ deboli¡±

Alessandro Di Bussolo - Città del Vaticano

¡°La qualità di una civiltà si misura dal rispetto che ha verso i suoi membri più deboli. Non ci sono altri criteri di giudizio¡±. Sono le parole del servo di Dio Jérôme Lejeune, medico genetista e primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita (Pav), che per l¡¯arcivescovo Vincenzo Paglia, attuale guida della Pav, condensano "l¡¯importanza e l¡¯attualità della sua ricerca e del suo insegnamento sul piano scientifico ed umano¡±. Il presule lo ricorda introducendo l¡¯evento di presentazione del libro "Jérôme Lejeune - la libertà dello scienziato", di Aude Dugast, tenuta questo pomeriggio a Palazzo San Calisto a Roma, nella sede della Pontificia Accademia per la Vita.

Un momento della presentazione del libro su Lejeune
Un momento della presentazione del libro su Lejeune

Scomparso due mesi dopo la nomina a presidente

Alla presenza dell¡¯autrice della biografia, che definisce ¡°preziosa e completa¡±, e da poco tradotta in italiano, monsignor Paglia sottolinea che Lejeune, scopritore della Trisomia 21 come causa della sindrome di Down, è stato ¡°un anticipatore¡± della nuova strada avviata da san Giovanni Paolo II nella vita della Chiesa, segnata dall¡¯attenzione sull¡¯importanza di difendere e promuovere la vita umana. Nel 1994 Papa Wojtyla lo nominò, ricorda il presule, primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita, istituita l¡¯11 febbraio, ma il 3 aprile dello stesso anno lo scienziato morì a Parigi, a 68 anni. Nel 1974 san Paolo VI lo aveva nominato membro della Pontificia Accademia delle Scienze, e nel 1986, san Giovanni Paolo II lo chiamò a far parte del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari.

Lejeune e la cultura dello scarto dei più fragili

Paglia usa le parole di Papa Francesco per dire che ¡°Jérôme Lejeune nel suo lavoro di genetista ha fornito strumenti validi e moderni per contrastare quella troppo diffusa cultura dello scarto che colpisce i fragili e i deboli, e tra tutti gli anziani e i bambini¡±. Per questo, prosegue, ¡°mi piace pensare che Jérôme Lejeune oggi sia al nostro fianco, a fianco del Papa, nel ribadire la dignità preziosa ed inviolabile di ogni essere umano, sempre, soprattutto quando è incolpevolmente colpito da una sindrome genetica¡±. L¡¯arcivescovo ricorda che, grazia alle ricerche del genetista francese ¡°per la prima volta al mondo venne stabilito un legame tra uno stato di deficit intellettivo e un'aberrazione cromosomica. I genitori dei bambini affetti dalla sindrome di Down  - sottolinea Paglia - sapevano ora che la disabilità del loro figlio non era dovuta ad una malattia ereditaria. E noi ci auguriamo che il progresso scientifico arrivi a debellare questa Sindrome. Ecco la vera scienza al servizio dell¡¯umanitࡱ.

La strada dello sviluppo umano integrale universale

La biografia presentata, secondo il presidente della Pav, ci restituisce Lejeune ¡°nel suo lavoro, nelle sue convinzioni, nelle scelte di vita, nella sua dimensione umana, professionale, familiare¡±. E ricorda la moglie, la signora Birthe Lejeune, scomparsa nel 2020, che ha potuto conoscere personalmente a differenza dello scienziato, ¡°vivacissima anche quando l¡¯Accademia iniziava una sua nuova fase per affrontare le nuove sfide che si pongono davanti a noi, come quella della pandemia¡±. La strada da imboccare ora, conclude l¡¯arcivescovo Paglia, è quella dello sviluppo umano integrale universale, obbligata dalle ¡°condizioni economiche, sociali, culturali, ambientali, in cui la nostra vita si sviluppa¡±. E prendendo a prestito ancora le parole di Francesco, spiega che ¡°solo in un pianeta non inquinato, solo dentro un mondo in cui ci riconosciamo davvero fratelli e sorelle tra noi, potranno darsi le condizioni per un autentico sviluppo umano integrale¡±.

Contrastare le ideologie che puntano a dividere

Il Pontefice ha offerto la ¡°visione globale¡± che tutti dobbiamo avere della ¡°Vita¡± con le due encicliche: Laudato sì e Fratelli tutti: ¡°una unica grande famiglia umana a cui il Signore ha affidato la custodia dell¡¯unica Casa comune e la responsabilità delle generazioni. Sì, una sola umanità, un solo pianeta¡±. Nel giorno in cui Papa Francesco ¡°è al vertice del G7 a parlare di intelligenza artificiale e pace¡±, Paglia conclude ricordando Lejeune ¡°sapeva di vivere in un mondo dove la politica e le ideologie puntano a dividere¡±. Ma compito dell¡¯Accademia ¡°è vivere e testimoniare la visione di un mondo nel quale si accolga e si rispetti l¡¯armonia, camminando verso l¡¯unità e la concordia tra tutti, con il criterio ¡°del primato da dare ai più deboli e ai più piccoli¡±.

Le Méné: un difensore incondizionato della vita

Dopo il presidente della Pav, Jean-Marie Le Méné, membro ordinario dell¡¯Accademia, ricorda di aver assistito personalmente ¡°all'ultima battaglia del professor Lejeune contro la morte. La sua ultima preoccupazione era la Pontificia Accademia per la Vita. Ha chiesto a Dio il tempo per istituirla in modo stabile e per proporre le nomine. Ho trasmesso a Roma alcuni dei nomi che mi aveva dato nel suo letto d'ospedale, poco prima di morire¡±. E sottolinea che Lejeune condivideva ¡°con alcuni precursori la visione di un mondo che era diventato incapace di distinguere tra bene e male, anche quando era in gioco la vita umana¡±. E¡¯ stato ¡°un difensore incondizionato della vita, che Giovanni Paolo II ha ringraziato ¡®per aver preso l'iniziativa di creare la Pontificia Accademia per la Vita¡¯. Che sia fonte di forza spirituale per l'Accademia¡±. Lui che mise in guardia gli scienziati e la società ¡°dalla tentazione di condannare a morte i pazienti per motivi medici¡±.

Barahona: la sua eredità nella genetica e bioetica

Nel suo successivo intervento, Monica Lopez Barahona, membro dell¡¯accademia e rappresentante della Cattedra ¡°Jérôme Lejeune¡± di Madrid, sottolinea che Lejeune ha lasciato ¡°un'eredità duratura nel campo della genetica medica e della bioetica. Il suo lavoro non solo ha cambiato la comprensione dei disturbi genetici, ma ha anche ispirato una visione etica della medicina genetica. La sua vita e opera continuano a essere una fonte di ispirazione per medici, scienziati e difensori della vita, in particolare delle persone con disabilitࡱ. E ricorda che lo scienziato genetista ¡°è sempre rimasto fedele alla verità. Ha sempre capito che non c'è contraddizione tra la fede e la scienza, perché la fede ci dà la verità rivelata e la scienza ci fa capire come funziona il mondo. E quando la sua intelligenza gli indicava la strada da seguire, anche se ripida, come difendere pubblicamente la vita dei suoi pazienti e rischiare attacchi violenti, non ha avuto paura: l'ha seguita¡±.

Le tappe del processo di beatificazione

Lopez Barahona ripercorre infine le tappe del processo di beatificazione di Lejeune, avviato nel 2012: nel 2014 il medico e genetista francese è stato dichiarato dalla Chiesa Servo di Dio e nel 2021 Venerabile. La Fondazione Jérôme Lejeune, creata nel 1995, conclude, ¡°raccoglie la sua eredità scientifico-culturale e continua la sua missione di ricerca e supporto alle persone con disabilità intellettuale di base genetica, perpetuando il suo impegno per la scienza e la dignità umana¡±. Missione che svolge accogliendo e curando le persone con disabilità intellettuale di base genetica, a Parigi, nella clinica più grande d'Europa per questi pazienti, che ha assistito già più di 12 mila pazienti, ma anche in Spagna, Argentina e Nantes. E poi attraverso la ricerca medica sulle malattie dell'intelligenza di origine genetica, e la difesa della vita e della dignità delle persone, ¡°specialmente le più vulnerabili, che devono essere rispettate dal concepimento fino alla morte naturale¡±.

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14 giugno 2024, 18:30