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La Pontificia Accademia di Teologia La Pontificia Accademia di Teologia

Staglianò: preoccupa la direzione di questa civiltà tecnica e tecnocratica

Il presidente della Pontificia Accademia di Teologia (PATH) apre i lavori del XII Forum Internazionale che si svolge oggi e domani, 7 e 8 marzo, alle università Lumsa e Lateranense: “Costruire insieme con filosofia, teologia, scienze e tutti gli altri saperi, una civiltà della solidarietà e dell’amicizia sociale”

Pope

“In che direzione stiamo andando”? Quale ragione potrà salvare l’umano in una società che rischia di diventare “sempre più post-umana”, dominata sempre più dal virtuale, dal metaverso e dall’intelligenza artificiale; una società, insomma, sempre più tesa a soddisfare le esigenze dell’“io”, fino ad arrivare a inserire il diritto all’aborto in una Costituzione? Sono domande di ampio respiro quelle poste da monsignor Antonio Staglianò nel suo intervento in apertura dei lavori del XII Forum Internazionale della Pontificia Accademia di Teologia (PATH), di cui è presidente. L’appuntamento – promosso a cadenza biennale da oltre vent’anni - si svolge oggi, 7 marzo, all’Università Lumsa di Roma e domani 8 alla Pontificia Università Lateranense e vede riuniti accademici, teologi e personalità del mondo di scienze e cultura a confronto sul tema “Quale razionalità per i credenti del XXI secolo? Dalla Fides et ratio alla Veritatis gaudium. Fede e ragione a 1700 anni da Nicea”.

Il "diritto" d'aborto in Francia

Ribadendo l’auspicio, già espresso dal Papa, di un cambio di “paradigma” della teologia, “in uscita” da Università, accademie e anche “sacrestie” e più vicina al vissuto del popolo, monsignor Staglianò nel suo intervento sul tema “Teologia come ‘teiologia teosofica’ per un dialogo a tutto campo” si è soffermato a riflettere sull’attualità, facendosi voce dei dubbi di molti. Ha citato quindi la recente approvazione in Francia della proposta che inserisce nella Costituzione francese il diritto all’aborto. È “qualcosa di effettivamente preoccupante perché segnala la direzione verso cui questa civiltà della tecnica e della tecnocrazia sta andando”, ha sottolineato il presule.

“Siamo interrogati - ha aggiunto - su quale ragione aiuterà gli esseri umani per costruire una scienza dell’uomo che possa salvaguardare l’umano nel futuro e orientarlo non tanto al metaverso o alla sostituzione dell’umano all’intelligenza artificiale, non tanto un superuomo, ma una nuova pienezza dell’umanità”.

Una società oggi "schiumosa"

Staglianò ha citato il filosofo Emanuele Severino secondo il quale “il paradiso della tecnica sarà l’inferno degli umani”. È una situazione preoccupante, ha affermato, ricordando che oggi la società non è più liquida, come sosteneva il filosofo polacco Zygmunt Bauman, ma “schiumosa”, secondo la definizione del filosofo tedesco Peter Sloterdijk. Perché “nella società liquida almeno l’acqua è trasparente”, qualcosa si vede, mentre “la schiuma ti impedisce di guardare al di là del tuo naso e ti chiude nell’individualismo egotico, dentro il tuo mondo, e paradossalmente – ha detto il presidente della PATH - l’unica cosa che si potrà condividere in una società futura di questo tipo sarà la propria solitudine”.

Dio, fondamento ultimo di tutte le cose

Per superare questo rischio, ha proseguito, non bisogna andare oltre l’umano, bensì restare nell’umano, perché lì c’è già tutto. E bisogna restarci attraverso il dialogo con tutti, non escludendo nessuno. “Attraverso una ragione rinnovata da questo dialogo a tutto campo, si può costruire insieme, con la filosofia, la teologia, le scienze e tutti i saperi, una civiltà dell’amore, della solidarietà, della fratellanza, dell’amicizia sociale, una società pienamente umana, perché abbiamo tutti a cuore l’essere umano, il suo destino, il suo futuro”, ha affermato monsignor Staglianò.

Dio resta il fondamento ultimo di tutte le cose, ha concluso Staglianò, ricordando che la vera sapienza è una persona: Gesù di Nazaret, l’amore fatto carne.

I lavori domani alla Lateranense

Oltre a Staglianò, i lavori mattutini al Forum hanno visto le relazioni del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e di Giuseppe Tanzella-Nitti. La sessione pomeridiana prevede gli interventi di Ilaria Morali e di Paolo Benanti; la conclusione è affidata a Paul van Geest. Domani i lavori riprendono alla Lateranense con l’intervento di Giulio Maspero e le relazioni di Antonio Ereditato e di Cecilia Costa.

 

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07 marzo 2024, 14:45