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La difesa della Casa comune, da Paolo VI a Francesco

Con la sua partecipazione alla Cop28 di Dubai, Papa Francesco compie un gesto storico: è la prima volta che un Pontefice si reca ad una conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Ed è il culmine di decenni di difesa della Casa comune da parte della Santa Sede nell'epoca contemporanea

Marine Henriot - Città del Vaticano

Fin dalla sua elezione nel marzo 2013, Papa Francesco ha posto l'accento sulla salvaguardia del Creato e la protezione dei poveri e dei deboli. La pubblicazione dell'enciclica Laudato si' nel giugno 2015 ne è la dimostrazione: un testo dedicato alle questioni ambientali e sociali che richiama uno dei fili conduttori del pontificato: "Tutto è collegato... il grido della terra e il grido dei poveri non possono più attendere".  Tuttavia, se Laudato si' e la più recente esortazione apostolica Laudate Deum hanno contribuito alla diffusione di una dottrina ecologica della Chiesa, questa risale a molto tempo prima. Lo sottolinea frate Thomas Michelet, domenicano francese e professore presso l'Università Pontificia San Tommaso d'Aquino (Angelicum) a Roma, autore del libro "I Papi e l'ecologia", che a Pope, in vista del prossimo viaggio di Francesco a Dubai dice: "L'enciclica Laudato si' sviluppa un magistero espresso in diverse decadi".

Gli appelli di Paolo VI 

La prima menzione del rischio di una "catastrofe ecologica" da parte di un Papa compare nella dichiarazione di Paolo VI nel suo (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura) nel 1970. "Questo discorso segna una svolta nell'insegnamento dei Papi, da una prospettiva che possiamo davvero definire ecologica nel senso in cui la intendiamo oggi", commenta frate Michelet. Un altro dei Messaggi più significativi di Paolo VI è senza dubbio quello rivolto nel giugno del 1972, in cui il Pontefice utilizza - come analizza padre Michelet nel suo libro - concetti tipicamente ecologici e moderni per l'epoca, quali l'indissolubilità dell'uomo dal suo ambiente.

Oggi, infatti, emerge la consapevolezza che l'uomo e il suo ambiente sono più che mai inseparabili: l'ambiente condiziona essenzialmente la vita e lo sviluppo dell'uomo; quest'ultimo, a sua volta, perfeziona e nobilita il suo ambiente con la sua presenza, il suo lavoro, la sua contemplazione. Ma la capacità creativa umana porterà frutti veri e duraturi solo nella misura in cui l'uomo rispetterà le leggi che regolano lo slancio vitale e la capacità di rigenerazione della natura: entrambi sono quindi solidali e condividono un futuro temporale comune. Pertanto, l'umanità è avvertita di sostituire alla spinta, troppo spesso cieca e brutale, di un progresso materiale lasciato al suo solo dinamismo, il rispetto della biosfera in una visione complessiva del suo dominio, diventato 'un'unica Terra'...

Papa Paolo VI
Papa Paolo VI

Il messaggio di Giovanni Paolo II

Dopo due decenni, il ritorno dell'ecologia al centro del magistero pontificio è dovuto al messaggio di Giovanni Paolo II per la . Un testo oggi considerato il primo documento di un Papa dedicato globalmente all'ecologia. "La società odierna non troverà soluzione al problema ecologico, se non rivedrà seriamente il suo stile di vita. In molte parti del mondo essa è incline all'edonismo e al consumismo e resta indifferente ai danni che ne derivano. Come ho già osservato, la gravità della situazione ecologica rivela quanto sia profonda la crisi morale dell'uomo", scriveva il Papa polacco.

Numerose dichiarazioni sull'ambiente sono state firmate in seguito, e si afferma anche la dimensione ecumenica su questo terreno ecologico. Giovanni Paolo II, Pontefice proveniente da un Est in piena industrializzazione, vede con i propri occhi le sofferenze inflitte alla natura. "C'era davvero una catastrofe ecologica in questi Paesi dell'Est e penso che Giovanni Paolo II ne fosse consapevole, e in alcuni passaggi della sua enciclica sul lavoro (Laborem exercens), ad esempio, vediamo affiorare questa questione", sottolinea frate Michelet.

Giovanni Paolo II
Giovanni Paolo II

Benedetto XVI, il Papa verde

Da parte sua, Benedetto XVI aveva l'obiettivo di fare della Città del Vaticano il primo Stato al mondo con un bilancio del carbonio equilibrato, ovvero compensare le sue emissioni di gas serra. Il Papa tedesco ha incoraggiato la piantumazione di alberi, l'installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto dell'Aula Paolo VI, l'abbandono dei pesticidi non biologici a Castel Gandolfo, la residenza estiva dei Pontefici. Oltre a queste azioni simboliche, l'interesse di Benedetto XVI per l'ecologia si riscontra anche nell'enciclica Caritas in veritate, pubblicata nel giugno 2009, in cui si legge: "Le questioni legate alla cura e alla salvaguardia dell'ambiente devono oggi tenere in debita considerazione le problematiche energetiche. L'accaparramento delle risorse energetiche non rinnovabili da parte di alcuni Stati, gruppi di potere e imprese costituisce, infatti, un grave impedimento per lo sviluppo dei Paesi poveri. Questi non hanno i mezzi economici né per accedere alle esistenti fonti energetiche non rinnovabili né per finanziare la ricerca di fonti nuove e alternative". Benedetto XVI era "preoccupato di denunciare i legami un po' neopagani di certe idee ecologiche", afferma il professor Michelet.

Benedetto XVI
Benedetto XVI

La novità di Francesco

Papa Francesco quindi sta seguendo le orme dei suoi predecessori attingendo al terreno comune del pensiero cristiano, basato sulla salvaguardia del Creato. Secondo fra Thomas Michelet, "la nuova percezione di Francesco, molto forte nella Laudato si', è la percezione che il pianeta è diventato un piccolo essere fragile". "Il pianeta stesso è diventato una povera piccola cosa nelle mani dell'uomo, che è diventato superpotente attraverso la sua tecnologia, cosa che ovviamente non era prima. Infatti, l'uomo ora ha i mezzi tecnici per distruggere il pianeta Terra, cosa che ovviamente cambia molto il nostro approccio al mondo", conclude il frate domenicano.

Papa Francesco
Papa Francesco

Il Vaticano più "green"

Il 6 luglio 2022, il Vaticano ha aderito ufficialmente alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, impegnandosi a raggiungere la neutralità di carbonio, un progetto avviato da Benedetto XVI. Su questa base, lo scorso novembre il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ha annunciato di aver lanciato un programma di sviluppo della mobilità sostenibile intitolato "Conversione ecologica 2030", che mira anche a ridurre le emissioni di CO2 del suo parco veicoli. Le auto dello Stato della Città del Vaticano saranno gradualmente sostituite da veicoli elettrici.

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27 novembre 2023, 16:00