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La sessione pomeridiana del 15 novembre del Convegno “Dimensione comunitaria della santità” organizzato dal Dicastero delle Cause dei Santi La sessione pomeridiana del 15 novembre del Convegno “Dimensione comunitaria della santità” organizzato dal Dicastero delle Cause dei Santi  (Vatican Media)

Nel matrimonio e nella famiglia la dimensione comunitaria della santità

Con le relazioni dell’economista Stefano Zamagni e del teologo francese padre François-Marie Léthel, si è concluso, oggi pomeriggio, 15 dicembre il Convegno “Dimensione comunitaria della santità” organizzato dal Dicastero delle Cause dei Santi. Il cardinale Semeraro: anche l’amicizia è un aspetto da scoprire nella comunione dei santi

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Con un intervento su “La politica come azione edificatrice di comunità”, è stato l’economista Stefano Zamagni, docente dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, ad aprire questo pomeriggio, 15 dicembre, l’ultima sessione del Convegno “Dimensione comunitaria della santità”, iniziato lunedì scorso e organizzato dal Dicastero delle Cause dei Santi a Roma, all’Istituto Patristico Augustinianum. Lo studioso si è soffermato in particolare sul transumanesimo, ossia il tentativo da parte di alcuni grossi centri di ricerca, localizzati soprattutto nella Silicon Valley, negli Stati Uniti, di sostituire l’uomo ricorrendo alla cosiddetta intelligenza artificiale super intelligente. Su tale questione, per il professor Zamagni, occorrerebbe aprire un dibattito, perché bisogna capire che queste novità vanno governate e oggi in pochi si facciano domande etiche. L’economista ha inoltre parlato del ruolo dei cattolici nell’azione politica, per contribuire nella costruzione di una società migliore, e di “Economy of Francesco”, il movimento internazionale di giovani economisti, imprenditori e change-makers impegnati in un processo di dialogo inclusivo e di cambiamento globale orientato a una nuova economia, nato dall’invito di Papa Francesco, a coltivare “il sogno di un nuovo umanesimo rispondente alle attese dell’uomo e al disegno di Dio”.

Gli sposi santi

Ha, invece, affrontato il tema della santità degli sposi e della famiglia, padre François-Marie Léthel, della Pontificia Facoltà Teologica Teresianum, evidenziando, anzitutto, che “la dimensione comunitaria della santità si manifesta in modo privilegiato nel matrimonio e nella famiglia” e che nella Papa Francesco spiega che “ci sono molte coppie di sposi sante, in cui ognuno dei coniugi è stato strumento per la santificazione dell’altro”. Quindi, il teologo francese dell’ordine dei carmelitani scalzi ha illustrato una serie di esempi di santità nel matrimonio.

Due coppie esemplari

La beatificazione di Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, il 21 ottobre nel 2001, ha rappresentato una grande novità che “ha aperto una strada per altre coppie sante”, ha osservato padre Léthel, aggiungendo che quando i due sposi “sono santi, si vede una santità comune, una santità di coppia che non è una semplice addizione, ma piuttosto una moltiplicazione della santità dei due coniugi”. È quanto emerge con chiarezza nei genitori di Santa Teresa di Lisieux, i Santi Luigi e Zelia Martin, una coppia “con un'intensa vita cristiana”. Significativa, pure la testimonianza dei benerabili Carlo Tancredi e Giulia di Barolo, vissuti nell’800. Un matrimonio “tra due rappresentanti di grandi famiglie aristocratiche”, ma “felice e santo” e, soprattutto, ha rimarcato il religioso, “un vero matrimonio d'amore tra due giovani profondamente cristiani, anche molto colti e aperti alla grande cultura europea”. A Torino, dopo la caduta di Napoleone, la loro è una vita tutta di carità, nello spirito di san Francesco di Sales, “una carità coniugale, che riunisce due personalità molto diverse in una perfetta armonia, nella continua condivisone” di diversi progetti e opere. Amici e benefattori dei santi sacerdoti torinesi Cottolengo, Cafasso, Bosco e altri, fondano anche due congregazioni religiose, quella delle suore penitenti di Santa Maddalena, aperta alle donne più ferite, ex prostitute e carcerate, e quella delle suore di Sant'Anna. Erano amici e benefattori dei santi sacerdoti torinesi: Cottolengo, Cafasso, Bosco e altri.

Una santità “familiare”

Hanno vissuto 52 anni di matrimonio, pure come “cammino di santità”, anche i venerabili Sergio e Domenica Bernardini, poveri e semplici contadini nella Modena di fine ottocento e del secolo scorso. Terziari francescani, con una forte spiritualità eucaristica e mariana, ha raccontato padre Léthel, con il permesso del vescovo, “avevano nella loro casa una cappella con la Presenza Eucaristica”. Hanno avuto dieci figli: otto femmine, delle quali sei religiose, di cui cinque nella Pia Società di San Paolo e una ancella francescana del Buon Pastore, e due maschi, entrambi sacerdoti cappuccini, uno dei quali è divenuto vescovo. Hanno inoltre adottato un seminarista nigeriano, studente a Propaganda Fide, Felix Ade Job, che è stato arcivescovo di Ibadan e presidente della Conferenza episcopale nigeriana.

Il martirio degli Ulma, beatificati lo scorso settembre

Infine il teologo francese ha parlato della recente beatificazione, il 10 settembre 2023 in Polonia, di Josef e Wiktoria Ulma con tutti i loro figli, uccisi dai nazisti il 24 marzo 1944 a Markowa e considerati martiri. “Un avvenimento di grande importanza per la Chiesa”, ha osservato il carmelitano scalzo. I loro sei bambini avevano tra gli 8 e i 2 anni e il settimo era ancora nel grembo materno, “una straordinaria novità, tanto significativa”. “Nella Polonia occupata dai nazisti, Jozef e Wiktoria avevano accolto otto ebrei, membri di due famiglie e li avevano nascosti per un anno e mezzo nella loro fattoria - ha raccontato padre Léthel -. Sapevano di rischiare la vita”. Sono stati assassinati insieme a loro. “Questa drammatica riunione di una famiglia ebrea e di una cristiana nello stesso martirio ha un significato molto profondo e offre la luce più bella sull'amicizia giudeo-cristiana”, ha osservato il religioso, che ha concluso il suo intervento evidenziando che la beatificazione della famiglia Ulma ci fa conoscere di più la “dimensione comunitaria della santità, nella grazia del martirio”.

L’amicizia fra i santi

In conclusione il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha rilevato che in questi giorni, nei diversi interventi, è stato ricorrente il tema dell’amicizia e ha richiamato le parole di Gesù ai suoi discepoli nell’Ultima Cena: “Vi ho chiamato amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi”. Per il porporato, allora, oltreché alla “communio sanctorum”, la comunione dei santi, occorre anche guardare alla “amicitia sanctorum”, l'amicizia dei santi, che va approfondita nell’ambito di “caritas” e “dilectio”. Ovvero amore e carità, elementi essenziali per rendere santa ogni congregazione.

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15 novembre 2023, 16:03