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Gambetti e Ravasi presentano il nuovo ciclo “Lectio Petri”

Presentata la seconda edizione dell’iniziativa promossa dal Cortile dei Gentili e dalla Fondazione Fratelli Tutti per riflettere su messaggio di san Pietro a partire dagli Atti degli Apostoli. Il primo dei quattro appuntamenti il 24 ottobre alle 19

Eugenio Bonanata - Città del Vaticano

Letture, meditazioni e musica nella cornice della Basilica Vaticana per approfondire la vita e la spiritualità di San Pietro. Questo l’obiettivo della seconda edizione del ciclo ‘Lectio Petri’, iniziativa del Cortile dei Gentili e della Fondazione Fratelli Tutti, presentata questa mattina, 19 ottobre, ai giornalisti. “Una collaborazione positiva per valorizzare il nostro patrimonio”, afferma il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, alla conferenza stampa presso la sede della Fondazione Fratelli Tutti assieme al cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Assieme, moderati dalla vaticanista Rai Vania De Luca, hanno illustrato il percorso che prende le mosse alcuni passi significativi degli Atti degli Apostoli, ma che parla sostanzialmente di pace e di amore.

Uno sguardo diverso

“Tante figure, che rappresentano uno sguardo diverso rispetto a quello del teologo, dell’esegeta e del credente”, spiega a Telepace il cardinale Ravasi a proposito della formula che prevede il coinvolgimento in ogni serata di esponenti del mondo della cultura, dello sport, dei media e delle imprese che leggeranno i testi scelti affiancandolo nel suo commento. Nell’elenco degli ospiti c’è anche il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli, la storica dell’Università La Sapienza Emma Fattorini, il cantautore Roberta Vecchioni, le giornaliste Francesca Fagnani e Gaia Tortora, l’attrice e conduttrice Beatrice Fazi. “Il fine - aggiunge il cardinale Ravasi - è di far accostare a questo orizzonte particolare, creato dallo splendore della Basilica e dai testi sacri, anche le persone che non credono ma che stanno percorrendo un itinerario di ricerca”.

Ascolta l'intervista con il cardinale Gianfranco Ravasi

L'abbraccio

L’idea di fondo è quella dell’abbraccio di Piazza San Pietro. “Il Bernini – afferma ancora il cardinale Ravasi - ha concepito questa particolare forma perché secondo ciò che ha scritto voleva che venissero tutti - i cattolici, gli eretici, che nel linguaggio dei tempi erano i protestanti o gli ortodossi, e quelli che lui chiamava i pagani, cioè quelli che hanno nessuna fede - per trovare non soltanto una figura come quella del Papa, idealmente di Pietro e dei suoi successori, ma anche le ragioni profonde dell’essere e dell’esistere, così come lo propone l’Evangelo”.

Una dimensione che richiama l’attualità del messaggio di Pietro, come afferma il segretario generale della Fondazione Fratelli Tutti padre Francesco Occhetta. “Si tratta di condividere i fondamenti della giustizia e della pace che in una testimonianza di verità possono offrire al mondo degli spunti per camminare assieme sulla scia di questo modello che ha cambiato la storia di molti e che noi chiamiamo Pietro”. Un tema centrale in un tempo come quello attuale segnato dalla guerra. “Quando ci troviamo nelle situazioni di conflitto e di crisi - osserva Occhetta - abbiamo bisogno di grandi testimonianze per sapere dove dirigere lo sguardo e il cuore. Pietro lo ha fatto e può insegnare a noi come tenere alto questo livello, perché quando c’è un amore per un ‘per chi’, tutto il resto viene riorganizzato e anche la guerra non ha più senso”.

Ascolta l'intervista con padre Francesco Occhetta

Religione e cultura

L’auspicio è che molti possano riconoscersi nell’esperienza dell’apostolo Pietro, che porta fino a Papa Francesco. Anche il cardinale Ravasi insiste su questo argomento, guardando all’Ucraina e alla Terra Santa. In questi casi, dice, sono due gli attori che parlano in modo significativo, oltre alla politica e la diplomazia o addirittura le armi. “Uno è la religione, nella figura di Papa Francesco, che di là di ogni confessione è l'unica voce, anche a livello politico globale, che risuona con un messaggio che cerca di andare oltre la brutalità dell'azione bellica. L’altra voce dovrebbe essere la cultura. Ma purtroppo viviamo tempi nei quali non ci sono grandi figure culturali che possano intervenire: la cultura è un po' muta ed è per questo che dobbiamo stimolare l'umanesimo perché ci sia rispetto per l'umanità”.

Il calendario prevede quattro appuntamenti a partire dal prossimo 24 ottobre alle ore 19. Ci saranno anche degli intermezzi musicali per favorire la contemplazione e la meditazione. Per quanto riguarda i temi, dopo “La cura e la guarigione”, al centro della prima serata, si parlerà: della crisi interna alla Chiesa delle origini (21 novembre), delle persecuzioni e delle carceri (23 gennaio, e della comunione fraterna (27 febbraio).

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19 ottobre 2023, 13:52