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Un razzo Falcon 9 parte dalla base di Vandenberg nel 2022. Sarà lo stesso vettore su cui sarà trasportato il satellite con il nanobook del Papa Un razzo Falcon 9 parte dalla base di Vandenberg nel 2022. Sarà lo stesso vettore su cui sarà trasportato il satellite con il nanobook del Papa 

Spei satelles, lanciate nello spazio le parole del Papa

? partito dalla base californiana di Vandenberg il satellite che trasporta il nanobook con le parole di speranza che Francesco pronunciò in piazza San Pietro il 27 marzo 2020, quando l'umanità era nella morsa più dura della pandemia. Una volta in orbita, il Cubesat realizzato dal Politecnico di Torino trasmetterà alcuni dei messaggi di speranza del Pontefice, che potranno essere captati dai radioamatori di tutto il mondo. L'iniziativa è promossa dal Dicastero per la Comunicazione

Michele Raviart – Città del Vaticano

Una parola di speranza può essere infinitamente piccola, ma può raggiungere chiunque e arrivare ovunque, anche nello spazio. È quanto è avvenuto la scorsa notte, alle ore 23.19 italiane, dalla base spaziale di Vandenberg, in California, quando le parole del Papa che unirono l’umanità davanti alla pandemia, pronunciate in solitudine da Francesco in una Piazza San Pietro segnata dalla pioggia il 27 marzo del 2020, sono state lanciate in orbita intorno alla terra, custodite in un nanobook e trasportate da un satellite.


Un lavoro di squadra

"Spei Satelles", “custode di speranza”, è il nome della missione spaziale, promossa dal Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, coordinata dall’Agenzia Spaziale Italiana, cui hanno partecipato il Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr), che ha realizzato il nanobook, il Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale del Politecnico di Torino, che ha costruito il satellite, e gli studenti dell’Istituto universitario salesiano di Venezia, che hanno realizzato il logo dell’evento. Hanno partecipato anche l’IDCGE di Buenos Aires, mentre all’apostolato digitale di Torino è stato affidato il coordinamento pastorale e culturale della missione.

Il momento del lancio della missione Spei satelles

Le parole del Papa in pochi millimetri

Il nanobook realizzato dall’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Cnr è una piccola lastra di silicio grande all’incirca due millimetri per due, che al suo interno avrà inciso in codice binario il messaggio e le immagini del Papa della del 2020 raccolte nel volume “Perché avete paura, non avete ancora fede?” edito dalla Libreria Editrice Vaticana. Una scelta obbligata, quella di tradurre le parole di Francesco in serie di “0” e “1”, perché era impossibile adattare i caratteri di stampa tradizionale a dimensioni così piccole. Per dare un’idea, ogni foro inciso in corrispondenza del carattere “1” – lo “0” rimane uno spazio vuoto – è grande meno di un millesimo dello spessore di un capello umano.

I dettagli del lancio satellitare

Cubesat 3U è invece il tipo di satellite progettato in cinque mesi dal Politecnico di Torino in cui il nanobook sarà inserito e inviato nello spazio. Si tratta di un parallelepipedo di dimensioni 34x10x10 centimetri dal peso di quasi tre chili. All’esterno è ricoperto da pannelli solari necessari per la sua alimentazione, mentre all’interno, oltre al nanobook, ci sono due computer di bordo, una batteria, sensori per le misurazioni, piccoli magneti per la stabilizzazione e due sistemi di comunicazione a frequenza ultra alta UHF. Questi ultimi trasmetteranno attraverso due antenne alcuni messaggi di speranza che Papa Francesco ha pronunciato durante il suo magistero e che potranno essere captati dai radioamatori di tutto il mondo.

La parola del Papa ogni volta che sorgerà il sole

Dopo il lancio il satellite, i cui sistemi ad alta tecnologia sono stati benedetti da Papa Francesco lo scorso 29 marzo, ha raggiunto lo spazio attraverso un razzo vettore Falcon 9 di Space X e, grazie al veicolo di trasferimento orbitale ION dell’azienda italiana D-ORBIT, sarà infatti posizionato a 525 chilometri di altezza dalla Terra in sincronia con la rotazione del sole, in modo da poter sorvolare ogni punto della superficie terrestre alla stessa ora locale solare. Ogni volta che sorgerà, chi sarà collegato alla frequenza di 437,5 Mhz, portà essere raggiunto da una parola di conforto e di sprone sulla strada della speranza.

Impegnarsi nella misericordia

Inoltre, il nome di chi si è registrato sul  della Spei Satelles, sarà inserito in un ulteriore chip trasportato nel satellite. Lo hanno fatto in centinaia, impegnandosi a fare un’azione di misericordia sulla Terra. Maria dal Messico, ad esempio, esporrà messaggi di pace nel suo negozio. Andrea, studente statunitense di 17 anni, scriverà una lettera di ringraziamento ai suoi insegnanti per l’amore e la dedizione con cui vivono la loro missione, mentre don Renato, dall’Italia, si impegna ad aiutare i ragazzi ad esprimere in rete con intelligenza, rispetto ed empatia. Visto successo sarà possibile iscriversi anche dopo il lancio e i nomi saranno scritti a distanza sulla memoria del chip dalla stazione di controllo a terra.

Sognare lo spazio per essere “Fratelli Tutti”

“Il messaggio di Papa Francesco nello spazio è segno ed immagine di tenerezza e benedizione per il mondo”, spiega padre Lucio Adriàn Ruiz, segretario del Dicastero per la comunicazione e ideatore dell’intero progetto Spei Salletes . “Oggi questo progetto diventa realtà grazie alle tante istituzioni e persone che hanno scelto di unirsi e fare squadra. La immensità dello spazio ci fa sognare sempre, e oggi abbiamo tutti bisogno di tornare a sognare assieme, con la speranza che torni nel mondo la così tanto implorata pace impegnandoci tutti. Colgo questa unione e questa comunione”, ribadisce, “come un primo grande frutto e segno di speranza. Lavorare insieme per portare questo segno di speranza ci rende più amici, fratelli e sorelle tra noi, ‘Fratelli tutti”. La missione Spei Satelles, afferma Silvia Natalucci, responsabile dell’Agenzia Spaziale Italiana, è “un perfetto esempio di come un uso pacifico delle tecnologie possa contribuire alla creazione di una cultura condivisa di pace e speranza fra i popoli”. Per Andrea Notargiacomo, primo ricercatore del Cnr l’iniziativa “rappresenta un connubio unico tra scienza, tecnologia, cultura e fede, dimostrando come l'interazione tra competenze, idee e pensieri differenti possa generare forte innovazione e, allo stesso tempo, essere una preziosa fonte di arricchimento umano e sociale. “Avremo l’opportunità di accrescere le nostre conoscenze sia tecniche sia scientifiche, e insieme contribuire a diffondere parole di speranza per il nostro futuro”, ha commentato invece Sabrina Corpino, che ha guidato gli studenti del Politecnico nella realizzazione del satellite.

Un gesto di fraternità e di speranza

L’intera missione, si legge nel sito ufficiale della Spei Satelles è “un gesto forte, evocativo, universale, coinvolgente che richiama l’umanità alla speranza ed alla necessità che essa venga coltivata con gesti concreti, materiali o spirituali come quello compiuto dal Papa in quella piazza vuota”. Si tratta anche di una testimonianza di quanto il rapporto tra scienza, tecnica e fede possa essere fecondo, oltre a un messaggio di inclusività vista la quantità di persone, soprattutto giovani, che hanno idealmente collaborato con il Papa per il progetto. La missione risponde anche alla “necessità di un forte richiamo, in tempo di guerra, ad un segno per la pace, per la fratellanza, per la condivisione”. “Una tecnologia”, si legge ancora, “simbolica, che sia seme di speranza”.

Nel 2022 la missione artica nelle Svalbard

In questo senso è da considerare anche la missione che si è svolta nell’arcipelago norvegese delle Svalbard nel 2022 quando, a 1200 chilometri dal polo nord, una delegazione a cui ha partecipato anche padre Lucio Adriàn Ruiz, segretario del Dicastero per la comunicazione ed ideatore dell’intero progetto Spei Salletes, si è recata nella banca mondiale che custodisce lì i semi delle piante di tutto il mondo per depositarci anche il nanobook del Papa. Anche dalle parole, infatti, possono germogliare frutti.

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13 giugno 2023, 09:01