? beata Madre Elisa Martinez, umile verso i poveri e i malati
Michele Raviart – Città del Vaticano
“Vorrei dilatare il mio cuore per abbracciare tutte le creature sparse in ogni angolo della Terra, specialmente le più bisognose ed emarginate”. Sono le parole che diceva Madre Elisa Martinez, fondatrice della Congregazione delle Figlie di Santa Maria di Leuca, che sono state ricordate dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi nella celebrazione della Messa di Beatificazione della religiosa salentina nel Santuario che alla congregazione dà il nome, in rappresentanza di Papa Francesco.
Un edificio spirituale costruito sull'umiltà
Amava i poveri, “perché in essi scopriva più limpido il volto di Cristo”, ha sottolineato Semeraro, ribadendo più volte come sia stata l’umiltà la virtù che più ha caratterizzato la vita della Beata, nata a Galatina nel 1905 e morta a Roma nel 1991, che dedicò la sua Congregazione alla formazione delle adolescenti, all’educazione della prima infanzia, all’assistenza delle madri nubili e al servizio parrocchiale. È stata l’umiltà, infatti, “il cemento col quale Madre Elisa ha costruito il suo edificio spirituale, di modo che ogni cosa la faceva con gioia senza aspettarsi compensi e apprezzamenti umani” e “accettando anzi, quelle umiliazioni che lo stesso servizio del prossimo comporta”. Da qui la spinta verso “gli umili, i poveri, i malati e i sofferenti”.
Dio ci accoglie in tutto
Il Vangelo del giorno ricorda come il Signore non abbandona mai nessuno, anche se si soffre e Madre Elisa, ricorda il prefetto, “si è sentita proprio così: sempre custodita dalle mani di Dio, anche nei momenti dell’incomprensione, del sospetto e del rifiuto”. “Ella”, infatti, “era ben consapevole che Dio ci accoglie in tutto quello che noi siamo e in tutto quanto ci accade”.
Un'ispirazione per tutto il Salento
La Messa di Beatificazione è stata celebrata “sotto lo sguardo della Vergine” al Santuario di Santa Maria di Leuca, ed è stata “la prima volta che una simile Liturgia è celebrata nella nostra terra”, ha ricordato il cardinale Semeraro, nato in provincia di Lecce, “e questo può diventare per tutti noi un segnale, un richiamo, un invito pressante ad essere Santi”. Un “dono che questa nostra terra del Salento oggi riceve”, perché, come ha ricordato spesso anche Papa Francesco, “la santità, se pure ha dall’Alto la sua chiamata, tuttavia ha normalmente le sue radici in habitat umani, ‘in storia di terra e di Chiesa' ”.
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