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I membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei MInori in udienza dal Papa il 5 maggio I membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei MInori in udienza dal Papa il 5 maggio

Tutela Minori, nuove strategie contro gli abusi. Nasce Fondo per le vittime di Paesi poveri

Conclusa la plenaria a Roma della Pontificia Commissione. Aggiornate le linee guida della Dottrina della Fede del 2011, stipulati accordi e partenariati per la formazione e il safeguarding, rafforzato l'impegno per il contrasto della pedofilia online. Il cardinale presidente O’Malley: “Il Papa ci ha chiesto molto e noi siamo tutti impegnati a realizzarlo”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

“Un nuovo framework universale” per aggiornare le linee guida della Dottrina della Fede dodici anni fa; un Fondo con i contributi delle Conferenze episcopali per la formazione e l’assistenza alle vittime, partenariato con la Fondazione GHR per programmi di safeguarding; strategie per contrastare gli abusi dei minori online; uno studio approfondito sul tema della vulnerabilità nelle sue varie forme; un piano strategico per mettere al centro i bisogni di vittime e sopravvissuti e affrontarli nei meccanismi di rendicontazione della Chiesa. Energie, idee e risorse sono state impiegate dai membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori durante la plenaria per analizzare ed elaborare il lavoro del presente e del futuro, alla luce del rinnovato invito del Papa a continuare a impegnarsi per migliorare gli standard di condotta e salvaguardare la Chiesa dall’orrendo crimine degli abusi sessuali.

Le indicazioni del Papa

L’organismo – istituito nel 2014 e con la Praedicate Evangelium inserito all’interno del Dicastero per la Dottrina della Fede – ha concluso la sua plenaria, iniziata il 3 maggio a Palazzo Maffei Marescotti a Roma. Mentre negli anni e anche di recente si sono registrate alcune dimissioni, da novembre 2022 si è arricchito dieci nuovi membri. Tutti i componenti, guidati dal cardinale di Boston, Sean O’Malley, sono stati ricevuti il 5 maggio scorso dal Papa, il quale - denunciando nel suo discorso “l’incapacità di agire adeguatamente per fermare questo male e di assistere le sue vittime” e stigmatizzando anche i "peccati di omissione", non meno gravi delle violenze degli abusatori - ha chiesto alla Commissione di non scoraggiarsi nella sua missione “che rappresenta una visione globale di come la Chiesa possa diventare un luogo sempre più sicuro per tutti”.

Stare a fianco alle vittime

“La Commissione mantiene questa visione e crede fermamente che le promesse debbano essere accompagnate da cambiamenti verificabili all'interno della Chiesa che dimostrino come i giovani e le persone vulnerabili non siano a rischio e che ci si vuole impegnare per stare al fianco delle persone colpite dagli abusi sessuali”, affermano i membri in una nota, in cui dicono di aver accolto “con favore” le parole del Papa, come pure la conferma del Motu Proprio Vos estis lux mundi come “legge permanente”.

Aggiornate linee guida

Alla luce di questi cambiamenti e rinnovati inviti, nella plenaria sono state introdotte alcune novità e quelli che il cardinale presidente O’Malley definisce “aggiustamenti” per la metodologia di lavoro. Anzitutto sono state aggiornate le Linee guida della Chiesa, emanate per la prima volta nel 2011 dall’allora Congregazione per la Dottrina della Fede, che – come chiede la Praedicate Evangelium - richiedono un’attenzione alle politiche di safeguarding in tutta la Chiesa. È stato quindi elaborato un “nuovo Framework universale delle linee guida” (UGF) che, disponibile dal 31 maggio, sarà sottoposto a leader della Chiesa, gruppi di vittime e parti interessate per un periodo di commenti pubblici prima dell'approvazione finale nel corso dell'anno.  

Un Fondo con i contributi delle Conferenze episcopali

In linea poi con le indicazioni del Papa che ha lodato il lavoro della Commissione per appianare le disuguaglianze nei Paesi più poveri dove le vittime “soffrono in silenzio” non avendo risorse per denunciare e ottenere assistenza, è stato istituito un Fondo costituito dai contributi delle Conferenze episcopali. L’obiettivo è fornire programmi di sviluppo delle capacità al fine di garantire un maggiore accesso alla formazione e all'assistenza alle vittime, alle loro famiglie e alle comunità nelle parti più povere del mondo. Il programma pilota è stato firmato con la Chiesa in Ruanda e a tutela del fondo è stato approvato un protocollo di erogazione finanziaria che regola l’uso dei contributi donati come parte di un programma di sviluppo delle capacità. Il nome è Memorare.  

Accordi con GHR e Dicastero per l'Evangelizzazione

Diversi gli accordi stipulati poi dalla Tutela Minorum. Uno è il partenariato con la Fondazione statunitense GHR, condiviso per la prima volta con la Commissione nel dicembre dello scorso anno, per gestire un programma per fornire consulenti regionali esperti nel safeguarding. Già il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale si era avvalso di una partnership simile con la GHR per assistere la risposta della Chiesa alla pandemia Covid-19. Con la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, la GHR supervisiona assunzione, contrattazione e il pagamento diretto del personale regionale. Tutti i consulenti erano presenti alla plenaria e hanno partecipato pure all’udienza con il Papa.

L’altro accordo di collaborazione è quello firmato il 21 aprile con il Dicastero per l’Evangelizzazione al fine di promuovere gli obiettivi di tutela attraverso il lavoro dell’ufficio vaticano che supervisiona la vita della Chiesa in più della metà del territorio del mondo. La plenaria ha commissionato “uno studio approfondito sul tema della vulnerabilità nelle sue varie forme, in modo da dotare le entità della Chiesa di misure solide per combattere questo settore emergente degli abusi”.

Rapporto annuale su politiche e procedure di salvaguardia

Sempre durante l’assemblea di Roma, è stato rivisto il quadro di riferimento per il Rapporto annuale sulle politiche e procedure di salvaguardia nella Chiesa, richiesto dal Papa nell’aprile 2022 e ribadito nell'ultima udienza. “Il piano – si legge nella nota della Commissione - adotta una metodologia di progettazione incentrata sull'uomo che si concentra sul modo in cui i bisogni delle vittime e dei sopravvissuti possono essere considerati prioritari e affrontati nei meccanismi di rendicontazione della Chiesa, con l'obiettivo di offrire proposte al Santo Padre su come affrontare le lacune”.

Tra le novità, poi, il lavoro per uno strumento di verifica che servirà a “valutare l’adeguatezza delle linee guida per la salvaguardia delle chiese locali” e anche le strategie per rispondere prontamente alla richiesta di Francesco di combattere i mali dell’abuso di minori online. Infine un piano strategico quinquennale che identifica obiettivi, traguardi e indicatori di performance per misurare i progressi e rendere conto alle parti interessate.

O'Malley: impegnati a realizzare quanto richiesto dal Papa

“Il Santo Padre ci ha chiesto molto e noi siamo tutti impegnati a realizzarlo”, afferma O’Malley, sottolineando che questi sviluppi rappresentano “un importante cambiamento verso una direzione più incentrata sull’impatto per la Commissione”. Direzione “ripida e veloce per tutti noi”, dice il porporato: “Questo ritmo accelerato negli ultimi sei mesi ha causato dolori crescenti, poiché abbiamo cercato di rispondere a esigenze sia a breve che a lungo termine”. Nella plenaria, sono quindi messi a punto “alcuni aggiustamenti in funzione della nostra metodologia di lavoro, in modo da chiarire i nostri diversi ruoli e creare un senso di appartenenza comune al nostro mandato e alla nostra responsabilità collettiva per la sua attuazione”. “Abbiamo cercato le risorse necessarie – conclude O’Malley - per rispondere adeguatamente e siamo fiduciosi nel piano che abbiamo definito e nelle persone che lavorano con noi”.

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08 maggio 2023, 12:40