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Pietro Orlandi con l'avvocato Laura Sgrò Pietro Orlandi con l'avvocato Laura Sgrò 

Accuse a Wojtyla, Pietro Orlandi e l’avvocato Sgrò si rifiutano di fare nomi

Il fratello della ragazza scomparsa non ha indicato le fonti delle informazioni al Promotore di Giustizia. Ci si attendeva che lo facesse l’avvocato, che nei mesi scorsi aveva più volte lamentato di non essere stata ancora convocata: ma ha sorprendentemente scelto di opporre il segreto professionale

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Incontro-lampo dell’avvocato Laura Sgrò con il Promotore di Giustizia Alessandro Diddi: la mattina di sabato 15 aprile la legale della famiglia Orlandi si è recata in Vaticano dov’era stata convocata in qualità di testimone per riferire in merito alle fonti delle informazioni riguardanti Giovanni Paolo II e più in generale sul caso della ragazza scomparsa. L’avvocato ha scelto di opporre il segreto professionale e dunque si è rifiutata di riferire da chi lei e Pietro Orlandi abbiano raccolto le “voci” sulle presunte abitudini di Papa Wojtyla che, secondo quanto raccontato dal fratello di Emanuela durante la trasmissione Di martedì, “la sera se ne usciva con due suoi amici monsignori polacchi” e “non andava certo a benedire le case”. Parole che Pietro Orlandi ha pronunciato in diretta su La7 la sera dell’11 aprile, dopo essere stato lungamente ascoltato dal Promotore di Giustizia, lasciando così intendere di voler in qualche modo asseverare il contenuto di un audio nel quale un membro della Banda della Magliana faceva pesanti allusioni sul Pontefice polacco. 

“Questa mattina – ha dichiarato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni – il Promotore di giustizia, professor Alessandro Diddi, insieme al professor Gianluca Perone, Promotore applicato, ha ricevuto l’avvocato Laura Sgrò, come da lei ripetutamente e pubblicamente richiesto, nell’ambito del fascicolo aperto sulla vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi, anche per fornire quegli elementi, relativi alla provenienza di alcune informazioni in suo possesso, attesi dopo le dichiarazioni fornite da Pietro Orlandi. L’avvocato Sgro si è avvalsa del segreto professionale”.

 

Il Promotore di Giustizia nei giorni scorsi aveva assicurato di voler andare fino in fondo e di indagare ogni pista possibile per cercare la verità sulla scomparsa di Emanuela, avendo ricevuto per questo un mandato dal Papa e dal segretario di Stato. Come ha raccontato lo stesso Pietro Orlandi in trasmissione, durante la sua lunga testimonianza resa l’11 aprile, aveva fatto presente al magistrato inquirente le accuse contenute nell’audio dell’esponente della Banda della Magliana e anche le voci che circolavano in Vaticano sulle presunte abitudini di Giovanni Paolo II. Richiesto di fornire informazioni che consentissero di portare avanti l’indagine riferendo da chi avesse appreso queste informazioni Orlandi non ha indicato nomi. Ci si aspettava dunque che questi li potesse fornire l’avvocato Sgrò, anch’essa convocata sulla base delle sue ripetute richieste al termine dell’audizione di Pietro Orlandi. Oggi però il legale, inaspettatamente e sorprendentemente, ha preferito opporre il segreto professionale decidendo così di non collaborare con le indagini dopo che più volte e pubblicamente, negli scorsi mesi, aveva chiesto di poter essere ascoltata.

“Nell'istanza che ho appena presentato in Vaticano ho chiesto, per l’ennesima volta, di poter incontrare il promotore di giustizia Alessandro Diddi, in seguito alle notizie date alla stampa sull'apertura del fascicolo” aveva dichiarato Laura Sgrò a Fanpage.it lo scorso 11 gennaio. “Mi aspetto un incontro tempestivo – aveva aggiunto – Vorrei consegnargli personalmente le chat e altri documenti: non mi aspetto una risposta immediata da parte di Diddi ma confido che mi convochi quanto prima: perché se io dico che ho delle prove, tu hai il dovere di ascoltarmi”. Ora che il contatto c’è stato e la convocazione pure, accompagnata alla piena disponibilità di ascoltare, valutare e indagare, la risposta da parte dell’avvocato è stata il silenzio.

Aggiornamento delle ore 19.55
Questo pomeriggio abbiamo ricevuto una comunicazione da parte dell’avvocato Laura Sgrò in merito a quanto riportato in questo articolo. Nella comunicazione (inviata al Prefetto del Dicastero per la Comunicazione, al Direttore della Sala Stampa della Santa Sede e al Direttore Editoriale dei media vaticani) si contesta la veridicità del titolo: “Accuse a Wojtyla. Pietro Orlandi e l’avvocato Sgrò si rifiutano di fare i nomi”. “Tale affermazione - scrive l’avvocato Sgrò - non corrisponde al vero. Intendo a riguardo che sia fatta piena luce”.

“Avendo consultato l’Ufficio del Promotore di Giustizia – dichiara il prefetto del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini - posso confermare che quanto riferito da Pope in merito alle dichiarazioni fatte su Papa Giovanni Paolo II, in televisione, e alla testimonianza resa dinanzi al Promotore di Giustizia vaticano, risponde esattamente al vero. Né Pietro Orlandi né l’avvocato Laura Sgrò hanno ritenuto di fornire al Promotore nomi o elementi utili riguardo alle fonti di tali affermazioni e alla loro credibilità. Per la magistratura vaticana sarebbe stato essenziale conoscere la fonte delle voci riportate da Orlandi. Purtroppo ciò non è avvenuto. Nella sua comunicazione l’avvocato Sgrò sostiene anche che quanto da noi scritto sia una pressione su di lei tesa a indurla a violare la deontologia professionale e in particolare il segreto professionale. Anche questa affermazione non è veritiera. Pope si è limitato a riportare i fatti in maniera obiettiva e trasparente. La richiesta di incontrare il Promotore di Giustizia è stata fatta dall’avvocato Sgrò l’11 gennaio 2023. Ed è stata reiterata a più riprese a mezzo stampa nei mesi successivi l’intenzione di consegnare ‘personalmente’ documenti al Promotore di Giustizia. Come già detto, il Promotore di Giustizia non ha ricevuto alcun nome o elemento utile relativamente alle accuse rivolte a Papa Wojtyla, come correttamente affermato nel titolo e nel testo dell’articolo di Pope”.

 

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15 aprile 2023, 13:13