Parolin: giustizia e bene comune devono orientare politica ed economia
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Andare in tutto il mondo e annunciare il Vangelo, perdonare i peccati e battezzare è il ruolo della Chiesa in ogni società, un ruolo che “viene da Gesù Cristo e dall’‘intraprendenza’ dei suoi discepoliâ€. Lo ha detto ieri il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, nella conferenza tenuta a Vigevano, nel teatro Cagnoni, alla presenza di esponenti del mondo istituzionale, sociale, culturale, sul tema “Presenza e dialogo della Chiesa nella societàâ€. Il porporato ha spiegato che quello di Gesù è un annuncio di bene, “che interpella le coscienze e chiede l’adesione della libertàâ€, “un atteggiamento mosso dallo spirito che invita, non dalla legge che impone†e che nella vita e nella società il cristiano deve “assumere e proporre uno stile ascetico, fatto di umiltà, di ascolto e di dialogo, su cui porre l’autenticità del giudizio che l’agire comporta†e ancora porsi in un “radicale atteggiamento di continua conversione perché il suo convincimento sia sempre più autentico in quanto ispirato dal Signore e criticamente attento all’evoluzione della realtà e della storiaâ€.
Il ruolo della Chiesa nel campo sociale, culturale e politico
La Chiesa, nel campo sociale, culturale e politico deve “mantenere l’atteggiamento che caratterizza la piena valorizzazione della libertà umana di fronte al bene, il cui giudizio compete a Dio e alla coscienzaâ€, ha sottolineato il cardinale Parolin, aggiungendo che, “poiché l’agire sociale chiede regole di giustizia per tutti, allora è necessario salvaguardare la libertà dei riferimenti di fondamento valoriale e insieme stabilire regole di diritto a cui ispirare i comportamenti, perché siano secondo giustiziaâ€. C’è poi da ricordare che “nella vita sociale occorre armonizzare efficacia operativa e dignità umana, competenza e passione comune†ha proseguito il porporato, che a proposito di scelte per il futuro ha specificato che per la Chiesa ad orientare l’agire politico ed economico non deve essere il profitto individuale, bensì la giustizia e il bene comune a livello politico e la carità a livello personale ed ecclesiale. Ma oggi, ha osservato il cardinale Parolin, l’ambito pubblico è diventato palcoscenico dello scontro tra le responsabilità funzionali di sistema e la sostenibilità della politica degli orientamenti storici delle decisioni politiche e inoltre “il comportamento politico e sociale non può essere assimilato all’agire dei fenomeni fisici e biologici, studiati con metodo scientificoâ€. Per tale motivo “la giustizia umana deve esprimere il riferimento al fondamento valoriale che muove la libertà al bene e non solo la correttezza proceduraleâ€.
Il vero cristiano nella società
Il porporato ha concluso il suo intervento parlando del modo in cui il cattolico deve porsi di fronte alla società rendendo una testimonianza: “Per essere vero cristiano deve essere autenticamente buon cittadino e per essere buon cittadino deve essere autenticamente uomo e per essere autenticamente uomo deve dare la sua risposta di amore al mistero che lo interpella proprio nella sua storia e che trova in Gesù Cristo il suo fondamento insieme storico ed escatologicoâ€.
La consacrazione del nuovo altare del duomo
Nel pomeriggio il cardinale segretario di Stato ha consacrato il nuovo altare della cattedrale di Sant'Ambrogio che è stata oggetto di alcuni interventi di restauro, in particolare nel presbiterio, nell’ambito di un progetto di lavori iniziati nel 2016, che hanno riguardato anche il Museo diocesano, il Palazzo Vescovile e l’Archivio diocesano. Nella sua omelia il porporato ha ricordato che attorno all’altare “si ritrovano i diversi cammini di tutti i battezzati, le famiglie, i giovani, i poveri, i bisognosi, prediletti dal Signore†come spesso ribadisce Papa Francesco, e l’altare rende presente “l’evento della Pasqua, perché la comunità cristiana confessi la sua fede nel Signore Risorto e da questo evento sia costituita come comunità di salvatiâ€. Nell’altare, ha poi evidenziato il cardinale Parolin, “la terra si congiunge al cielo e il cielo scende sulla terraâ€. “Veniamo qui per portare le nostre fatiche, le nostre delusioni, le nostre domande, le nostre gioie spesso spente, le nostre certezze e le nostre incertezze†ha continuato il porporato. Ma nello spezzare il pane dell’ultima cena c’è l’incontro con Cristo Risorto e dunque l’apertura alla speranza.
Irradiare la bellezza dell’amore nel mondo
Quindi il porporato ha rimarcato che il presbiterio rinnovato e il nuovo altare del duomo di Vigevano parlano ai fedeli di Gesù Cristo non solo attraverso “i simboli e gli episodi biblici, ma anche con il linguaggio della bellezzaâ€. Da qui l’auspicio che la contemplazione della bellezza della cattedrale di Sant’Ambrogio diventi “non soltanto fruizione estetica, ma soprattutto impegno a irradiare la bellezza di Gesù, che è la bellezza dell’amoreâ€, cosa che avviene quando ciascuno “nello Spirito Santo, colmo di gratitudine eucaristica, va nel mondo per donare la sua vita per gli altri come testimonianza dell’amore del Padreâ€.
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