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La Messa per la Regina Elisabetta, presieduta nella Basilica di San Paolo del cardinale Roche La Messa per la Regina Elisabetta, presieduta nella Basilica di San Paolo del cardinale Roche 

Roche: Elisabetta II, una saggia leader ispirata dalla fede

Nella Basilica papale di San Paolo fuori le mura, stamani Messa di commemorazione per la Regina, scomparsa l’8 settembre scorso, presieduta dal prefetto del Dicastero per il Culto Divino: i valori che ha sempre custodito in cuore l'hanno resa grande

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

L’affetto del mondo per una sovrana che manca molto, per la quale tanti hanno nutrito profondo rispetto e stima. E’ uno degli aspetti sottolineati dal cardinale britannico Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, nella Messa di commemorazione per la Regina Elisabetta II, morta l’8 settembre scorso. Una cerimonia nella Basilica di San Paolo fuori le mura organizzata dalle ambasciate di Gran Bretagna, Australia e Canada presso la Santa Sede, concelebrata fra gli altri anche dai cardinali James Michael Harvey, arciprete della basilica paolina, e George Pell, nonché dall'arcivescovo Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, davanti a una folta rappresentanza di diplomatici accreditati in Vaticano.

La foto dela Regina Elisabetta alla Messa nella Basilica di San Paolo
La foto dela Regina Elisabetta alla Messa nella Basilica di San Paolo

 

La gemma nascosta

Il porporato, nell’omelia, la ricorda come “una grandissima donna, una moglie profondamente affettuosa e una madre orgogliosa”, ma anche “una sovrana devota che ha esercitato una saggia leadership”. Per comprendere ciò che in lei spiccava bisogna guardare, sottolinea Roche, alla “gemma nascosta che la rendeva così grande”, “lei costruì la sua vita sulle verità e sui valori che si trovano nella vita di Cristo: il mistero del Dio fatto uomo, del potere dell'amore di Dio capace di superare persino la morte, della grande dignità di ogni persona, della speranza al di là della disperazione, del fatto che questa vita terrena è un'importante porta d'accesso al paradiso, e di come anche ora – aggiunge il cardinale - possiamo creare un assaggio di quel paradiso attraverso il modo in cui viviamo, amiamo e serviamo con rispetto coloro che ci circondano”. Tutte chiavi che portano “alla vera grandezza di spirito e alla generosità del cuore, al servizio degli altri”.

 

Il faro della fede

La Regina nel Natale 2014, ricorda il cardinale Roche, aveva indicato in Cristo l’esempio da seguire per “rispettare e valorizzare tutte le persone, di qualsiasi fede”. L’affetto del suo popolo dimostra che “il Vangelo in cui crediamo e i cui valori sono stati vissuti dalla nostra amata Regina non sono avulsi dalla vita di tutti i giorni”. “Guardando indietro ora è chiaro - aggiunge il porporato - che la sua fede cristiana, di cui diede testimonianza in giovane età, in un momento in cui il mondo stava uscendo dalla brutalità senza precedenti della seconda guerra mondiale, fu qualcosa che le diede coraggiosa fiducia dal momento della sua ascesa al trono nel 1952 fino al giorno della sua morte”. “Per la Regina non c'era dicotomia tra la fede che professava e ciò che era come capo di tante nazioni”. Una vita dunque vissuta nella prospettiva, afferma Roche, di Dio e affrontata con fede e per questo anche oggi Elisabetta resta una sovrana molto amata.

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28 settembre 2022, 10:45