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Le immagini della devastazione in Ucraina Le immagini della devastazione in Ucraina 

Krajewski, a nome del Papa un nuovo dono per l’Ucraina

L’Elemosiniere pontificio in questi giorni partirà per il Paese dell’Est. Si tratta della quarta missione per il cardinale incaricato da Francesco di mostrare la sua vicinanza e il suo sostegno ad un popolo in grave sofferenza

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Di nuovo in viaggio, di nuovo da solo alla guida di un mezzo che poi sarà destinato alla consegna dei viveri per le persone in difficoltà, di nuovo per portare a termine la missione affidata dal Papa: offrire vicinanza e aiuto, far sentire che non si è abbandonati ma sostenuti con la forza della preghiera e non solo. Stavolta il cardinale Konrad Krajewski, prefetto del nuovo Dicastero per il Servizio della Carità, ha come destinazione le zone di Odessa, ?ytomyr, Charkiv ma anche altre località dell’est dell’Ucraina. L’Elemosiniere entra per la quarta volta nel Paese in guerra dal 24 febbraio scorso e donerà il pulmino per impiegarlo nella distribuzione di aiuti ai poveri. 

In un comunicato del Dicastero, diffuso dalla Sala Stampa Vaticana, si legge che la missione dell’Elemosiniere del Papa è “di visitare e sostenere varie comunità di fedeli, sacerdoti e religiosi, e i loro vescovi, che da più di 200 giorni continuano a rimanere nei luoghi del loro ministero nonostante i pericoli della guerra".

Il cardinale Krajewski e il pulmino che sarà donato al suo arrivo
Il cardinale Krajewski e il pulmino che sarà donato al suo arrivo

In silenzio e in preghiera

Un viaggio “anche accompagnato da aiuti concreti attraverso le Caritas delle varie diocesi” ma soprattutto “un viaggio silenzioso e evangelico, per stare con la gente che soffre, pregare e confortare ciascuno di loro mostrando con la propria presenza che non sono soli in questa situazione che sta portando solo distruzione e morte”. Vedere da vicino le fosse comuni, la scorsa Pasqua, ha lasciato un segno nel cardinale che ha vissuto lì, tra le macerie e il dolore, il Triduo pasquale e che da allora continua a prodigarsi per aiutare il popolo ucraino e i tanti profughi ospitati in Italia.

La logica del Vangelo

Papa Francesco all’ aveva ricordato i “fiumi di sangue e di lacrime” che scorrevano in Ucraina, levando un nuovo appello per salvare “i nostri fratelli e sorelle oppressi dalle bombe e dalla paura”. In quell’occasione aveva ribadito la disponibilità della Santa Sede a “mettersi al servizio” della pace, con l’annuncio di due missioni imminenti quella del cardinale Michael Czerny, allora prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e del cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere pontificio. Da lì a poco la partenza per Leopoli con la tappa in Polonia, Paese dal cuore aperto all’accoglienza dei fratelli ucraini. È “la logica del Vangelo” a guidare questa prima missione nella quale porta il sostegno concreto del Papa, come i contribuiti agli autisti dei tir che trasportano gli aiuti.

Il Papa insieme all'Elemosiniere che gli mostra la prima ambulanza da donare all'Ucraina
Il Papa insieme all'Elemosiniere che gli mostra la prima ambulanza da donare all'Ucraina

Insieme a Maria nel dolore della guerra

La seconda missione nasce nel segno di Maria. È all’indomani della consacrazione al Cuore immacolato della Vergine in particolare di Russia e Ucraina che il cardinale Krajewski, di ritorno da Fatima dove il Papa lo aveva inviato per celebrare l’atto di affidamento, parte di nuovo per Leopoli per consegnare un’ambulanza benedetta e donata da Francesco. Un viaggio in solitudine per regalare il mezzo al Centro regionale per la Salute della madre e del bambino. “Il Pontefice - aveva detto l’Elemosiniere a Pope - è sempre colui che mette i ponti, che porta la pace, quindi questa l'ambulanza è proprio per la gente che soffre ma rappresenta anche l’abbraccio del Santo Padre”.  L’ultima missione cade nella Settimana Santa. Il cardinale riparte per donare una seconda ambulanza ad un centro cardiologico di Kiev. È un viaggio per essere vicini sul Golgota di oggi e per cantare – afferma Krajewski – l’Alleluia perché Cristo è risorto. Per arrivare alla Resurrezione si scende nel buio del dolore, in una toccante Via Crucis a Borodjanka tra le fosse comuni, tra corpi straziati e senza nome. “Mancano le lacrime e mancano le parole”: dice l’Elemosiniere, ma la fede è la certezza, come l’amore di Dio che non smette mai di stupire.

Il cardinale Krajewski in preghiera davanti una fossa comune
Il cardinale Krajewski in preghiera davanti una fossa comune

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09 settembre 2022, 10:15