Maria Lia Zervino, lo sguardo femminile nel governo della Chiesa
Sebastián Sansón Ferrari e Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Grande è stata la gioia nella diocesi di Mar del Plata alla notizia della nomina di Maria Lia Zervino, Presidente dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche, quale membro del Dicastero per i Vescovi. E’ in questa diocesi dell’Argentina che Zervino è stata fortemente impegnata. Oggi, dopo essere stata direttrice istituzionale della Commissione nazionale Giustizia e Pace della Conferenza episcopale argentina, tra gli altri incarichi, insegna Comunicazione Ecclesiale nella Scuola Universitaria di Teologia Universitaria, in collaborazione con la Conferenza Episcopale Argentina.
Ha accolto la sua nomina con grande sorpresa e definisce storico l’impegno che assumerà, al servizio della Chiesa:
Maria Lia Zervino, come ha ricevuto la notizia della nomina?
Come una grande sorpresa di Gesù, come Gesù fa normalmente e anche come Papa Francesco fa, che ogni giorno ci sorprende! E quindi per me è stato un colpo. Devo ringraziare con tutto il cuore il Papa, sono sicura che lui è contento perché me lo ha detto il Cardinal Ouellet (Prefetto del Dicastero per i vescovi ndr) ed anche lui è contento, però è davvero un grandissimo grazie che rivolgo al Santo Padre. Penso sia anche un riconoscimento del mio carisma. Io sono sociologicamente laica però appartengo all'associazione dell’Ordo virginum che si chiama Servidoras ed è argentina, fondata dal Servo di Dio padre Luis Maria Etcheverry Boneo. Siamo siamo una famiglia di donne consacrate al servizio della chiesa e questo è proprio quello che devo fare adesso: un servizio alla Chiesa universale.
Qual è, dal suo punto di vista, l'importanza di questa missione che lei da oggi compirà all'interno della Chiesa?
Penso che la nomina del Santo Padre sia qualcosa di storico, perché essere parte del gruppo che può aiutare alla nomina dei vescovi significa essere parte di un settore di governo della Chiesa, quindi è molto importante che ci sia questo sguardo femminile. Papa Francesco dice sempre la Chiesa e non il Chiesa, perché la Chiesa è donna, quindi, mettere la nostra vita e la nostra visione in questo servizio, penso sia una cosa assolutamente in linea con quello che il Papa aveva già detto all'inizio del suo pontificato, durante la prima conferenza stampa di ritorno da Rio de Janeiro (viaggio apostolico a Rio de Janeiro per la XXVIII Giornata mondiale della gioventù, 28 luglio 2013 ndr). Mentre era in volo disse che le donne dovevano partecipare ai gruppi decisionali della Chiesa e questo è veramente un evento che certifica quello che lui ha detto. Ed è un riconoscimento all’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche, che sono quasi tutte laiche di tutto il mondo, e che mi permettono di sentire, così come loro sentono, di cosa ha bisogno la Chiesa per essere una Chiesa sinodale e quindi, anche loro, in un certo senso, sono riconosciute.
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