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Terra Santa, Basilica Betlemme (archivio) Terra Santa, Basilica Betlemme (archivio)

Colletta pro Terra Santa, Sandri: sperare contro ogni speranza

In vista del rinnovarsi dell’evento, il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali rievoca i due viaggi del 2021 con cui Papa Francesco ha portato speranza tra le comunità cristiane del Medio Oriente: in Iraq e a Cipro e Grecia

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Speranza contro ogni speranza, mentre il mondo era immerso nel dolore della pandemia: questo il senso dei due viaggi compiuti lo scorso anno da Papa Francesco - in Iraq a marzo e a Cipro e Grecia a dicembre - secondo il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, che li cita nella in programma il 15 aprile. La Colletta costituisce la principale fonte di sostentamento della vita che si svolge attorno ai Luoghi Santi, oltre a essere strumento della Chiesa per stare accanto alle comunità ecclesiali del Medio Oriente. Un bisogno di speranza che nasce dalle parole pronunciate dal Papa nell’ della Domenica delle Palme dello scorso anno sulla Passione del Signore: “Questo ci stupisce: vedere l’Onnipotente ridotto a niente… vedere il Dio dell’universo spoglio di tutto. Perché ti sei lasciato fare questo? Lo hai fatto per noi, per toccare fino in fondo la nostra realtà umana”.

I pellegrinaggi di Francesco nelle terre dei più soli

Nel 2021 Papa Francesco si è fatto pellegrino di speranza “tra i più soli e i più sofferenti: i nostri fratelli e sorelle dell’Iraq – ha ricordato il porporato – terra dell’esilio, terra che ha saputo custodire il nome di Cristo nonostante le violenze della guerra e della persecuzione”. Il popolo di Dio ha camminato, dunque, con Francesco nelle strade di Mosul e Qaraqosh, ha pregato con lui nella cattedrale di Baghdad e così su quella terra bagnata dal sangue dei molti martiri, come i testimoni uccisi il 31 ottobre 2010 durante una liturgia, “si è sprigionata la luce della Pasqua di Passione e Resurrezione”. Anche a Cipro il Papa si è confrontato con la sofferenza della divisione di una terra i cui popoli non riescono a sedersi alla stessa mensa dell’Eucaristia: “Non sono mancati altri appelli, gesti e inviti alla pace per altre terre che la storia della salvezza e le vicende bibliche ci invitano a comprendere come ‘Terra Santa’”, ha concluso.

Cristo continua a soffrire, come nell’Ucraina di oggi

Tra le terre sante di oggi, quelle dove si continua a soffrire, quelle in cui “la libertà di vivere la fede è conculcata e impedita dalla persecuzione in molti casi, dall’ambiente ostile talvolta, spesso dalla globalizzazione dell’indifferenza, dalla violenza delle guerre di cui l’umanità purtroppo sembra non essere mai paga” il cardinale Sandri non può non citare l’Ucraina. Perché, riflette il prefetto, “se Cristo ha sofferto ed è morto una volta sola e non può morire più, il Suo Corpo, che è la Chiesa, continua a soffrire”. Per questo nel cammino quaresimale che conduce alla Pasqua, c’è l’invito a lasciarsi dare sollievo dalla carezza del Nazareno, a lasciare che il Signore visiti le nostre solitudini e a rispondere con l’amore al Suo amore.

La Colletta del Venerdì Santo per i luoghi in cui il Verbo si fece carne

Il gesto dell’offerta, “anche piccola, ma da parte di tutti – spiega ancora Sandri – oltre a consentire ai nostri fratelli e sorelle di continuare a vivere e sperare, offre una testimonianza vivente al Verbo fatto carne nei Luoghi e per le strade che videro la sua presenza”. Questo l’invito finale del prefetto che ricorda come in questi ultimi due anni i cristiani di Terra Santa abbiano celebrato la Pasqua e il Natale in una sorta di isolamento: “Senza il calore e l’amicizia solidale dei pellegrini che visitavano i Luoghi Santi e le locali comunità – ha detto – le famiglie hanno sofferto oltre misura per la mancanza di lavoro più che per gli effetti immediati della stessa pandemia”. Per questo, dunque, la Colletta in favore della Terra Santa, collocata nel giorno della Passione salvifica del Signore, non ha nulla di sorpassato, anzi: “Essa esprime anzitutto la consapevolezza delle nostre radici che si trovano nell’annuncio e nella redenzione che si è diffuso da Gerusalemme ed è giunto a tutti noi”.

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24 marzo 2022, 12:06