La "pandemia parallela" dei bambini vittime del Covid-19
Michele Raviart - Città del Vaticano
Sono definiti “le vittime più vulnerabili della pandemia”, i bambini oggetto dei due documenti presentati oggi, uno dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dalla Commissione vaticana Covid-19 e l’altro dalla Pontificia Accademia della Vita. “I bambini che a causa della pandemia hanno perso uno o entrambi i genitori, o persone di riferimento, si stima siano più di 5 milioni”, spiega a Pope suor Alessandra Smerilli, segretario ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, “il che vuol dire che un bambino ogni 12 secondi sta perdendo una persona di riferimento e non se ne parla abbastanza".
Ascoltare le grida silenziose d'aiuto
Sono loro a subire più di tutti l’insicurezza alimentare, la povertà e le violenze domestiche e tutte le conseguenze dovute alla crisi, non solo sanitaria, causate dal coronavirus, come anche l’aumento dei matrimoni infantili. “Volevamo mettere l'accento su questo, analizzare questa situazione e dare alcuni suggerimenti ai governi per dire: “occupatevi di tutto questo” e alla Chiesa e alle Chiese locali perché questi temi, questi problemi, siano messi al centro dell'attenzione”, spiega ancora suor Smerilli. “È una situazione di emergenza e come in emergenza bisogna agire e mettercela tutta perché le grida a volte silenziose di questi bambini possano essere ascoltate da tutti noi”.
Una pandemia parallela
Particolarmente gravi sono le conseguenze nel settore dell’istruzione, dalle difficoltà a seguire la didattica a distanza nei Paesi più ricchi, fino alla perdita dell’intero anno scolastico. Una sorta di “pandemia parallela”, la definisce il documento della Pontificia Accademia per la Vita, il terzo dedicato ai soggetti più colpiti dalla pandemia dopo quello relativo agli anziani e ai disabili. “Parliamo di pandemia parallela”, spiega monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, “perché spesso i bambini hanno subito una disattenzione pericolosissima nei loro confronti, e non parlo solo dell’abbandono scolastico, ma anche delle grandi disuguaglianze di opportunità, delle difficoltà per un bambino e un ragazzo nell'affrontare situazioni per lui impensabili, persino problematiche”. “Per la loro crescita ordinaria dai 10 ai 15 anni”, infatti, “lo sviluppo del cervello e della conoscenza comporta l’incontrarsi e c’è stata come una compressione di tutto questo. Perdere un anno di scuola è una perdita che non può essere recuperata così facilmente”.
Una marcia in più di amore da parte della Chiesa
I bambini non devono essere, quindi, lasciati soli dagli adulti, a partire innanzitutto dalla famiglia, ma anche dalle istituzioni e dalla Chiesa. “Credo che per i bambini dobbiamo avere tutte le attenzioni”, sottolinea ancora monsignor Paglia, “ma con una marcia in più di amore, di affetto e di responsabilità. Penso ai catechismi, penso agli incontri con le parrocchie, penso alle stesse liturgie. Che tutto sia fatto con regolarità, ma che non si abbandoni nessuno”.
Il vaccino è sicuro e efficace
Passaggio decisivo per la cura dei bambini è quello della vaccinazione, più volte definita come “un atto d’amore” da Papa Francesco. Non solo vanno sensibilizzati i genitori sull’importanza e la sicurezza dei vaccini, ma vanno anche garantite le dosi in maniera equa e sostenibile in tutti i Paesi. “La vaccinazione, va ribadito, è sicura ed efficace”, sottolinea il dottor Alberto Villani, primario di Pediatria all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. “E’ molto importante dirlo proprio ai genitori perché è ad oggi l'unico mezzo oggettivo che abbiamo per combattere il rischio di morte e la forma grave della malattia, ma anche soprattutto per far sì che i bambini possano avere una qualità di vita compatibile con la loro età”. “Questo non significa - come nell'adulto è già dimostrato - che se si è vaccinati non si corre il rischio di poter essere infettati - conclude il dottor Villani -, ma chiaramente lo si è in forma molto più lieve senza conseguenze più gravi”. “Abbiamo anche potuto vedere nei milioni di dosi che sono state fatte ai bambini che quello che può accadere è ciò che normalmente accade dopo una vaccinazione, ossia dolore nel luogo dell’inoculo con del rossore, qualche lineetta di febbre, dei sintomi di tipo simil influenzale, un po' di mal di testa, ma è tutto qui. Né sono immaginabili conseguenze a medio o lungo termine e tutto ciò che nel tempo esce fuori come notizie false, viene poi regolarmente smentito, quindi si può stare tranquilli”. Lo stesso fenomeno paventato delle miocarditi, “per le quali è ancora da dimostrare un nesso di casualità con i vaccini”, “sono estremamente lievi e si risolvono in pochissimi giorni senza sintomi importanti”, mentre la preoccupazione è per le miocarditi “reali, concrete e gravi che si hanno in corso di infezione da Sars-Cov2”, nei bambini non vaccinati.
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