Solidarietà in azione: l’impegno delle Caritas in Europa
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Ucraina, Georgia e Germania. È stato dedicato in particolare a questi Paesi il intitolato “Solidarietà in azione seguendo i segni dei tempi” sul lavoro di Caritas in Europa. Dopo l’introduzione di Marta Petrosillo, direttrice della comunicazione di Caritas Internationalis, è intervenuto Aloysius John, segretario generale della Confederazione nata il 12 dicembre 1951 per volere di Papa Pio XII. Fin dalla sua fondazione, ha ricordato, la Caritas è sempre stata accanto ai poveri. Dal periodo successivo alla Seconda guerra mondiale fino ad oggi, i poveri sono il centro e il cuore della rete Caritas nel mondo.
La Caritas non chiude mai
Il 70.mo anniversario di Caritas Internationalis è anche un’occasione per ringraziare ogni persona incontrata. Lo ha sottolineato monsignor Michael Landau, presidente di Caritas Europa, aggiungendo che oltre a fornire aiuti, l’obiettivo è quello di portare speranza. Nel Vecchio continente, ha detto monsignor Landau, Caritas Europa - uno dei 160 membri della Confederazione - ha lavorato nel corso della storia tra sofferenze inimmaginabili, guerre, incendi e catastrofi naturali. Un impegno portato avanti nel segno della solidarietà che non si è interrotto durante la nascita e la fine di regimi totalitari. Oggi, ha osservato il presidente di Caritas Europa, la pandemia è diventata anche una crisi sociale. La disuguaglianza sta aumentando e per molte persone diventa difficile vivere una vita dignitosa. Durante la crisi legata al Covid, ha ricordato monsignor Landau, è stato adottato lo slogan: la Caritas non chiude. “Come Caritas in Europa e in tutto il mondo - ha affermato - continuiamo ad essere accanto alle persone più vulnerabili. La nostra missione di base è quella di sempre: vedere le necessità ed agire”. “Noi dobbiamo essere un raggio di luce, quella fessura attraverso cui passa la luce, la speranza”.
In cammino senza perdere la speranza
Al webinar è intervenuta anche Maria Nyman, segretario generale di Caritas Europa. “Lavoriamo attivamente con le istituzioni europee - ha detto - per affrontare le cause alla base della povertà e della disuguaglianza”. “Ci occupiamo di progetti tesi a stimolare politiche occupazionali, sociali e cooperazione internazionale. Ci concentriamo sui giovani, sull’innovazione, sull’ecologia integrale sempre in comunione con Caritas Internationalis”. “La crisi - ha affermato Maria Nyman - ha mostrato cosa succede quando le persone vengono lasciare indietro, quando i sistemi pensionistici sono deboli. Vedo comunque un futuro radioso per la Caritas perché ci sostiene Gesù. Siamo una organizzazione in cammino senza mai perdere la speranza”.
Caritas Ucraina: in prima linea in un Paese al collasso
Le drammatiche conseguenze provocate da otto anni di crisi legate al conflitto in Ucraina sono state al centro dell’intervento di Tetiana Stawnychy. È la guerra che dura da più anni in Europa, ha ricordato la presidente di Caritas Ucraina. Dal 2014 sono state assistite più di 800 mila persone. I mezzi di comunicazione parlano poco di questo conflitto in cui si usano armamenti sempre più letali. Vengono anche utilizzati droni e aumenta il numero delle vittime. Complessivamente sono quasi 13 milioni le persone che hanno bisogno in Ucraina di aiuti umanitari. La crisi si riflette in molti aspetti della vita quotidiana: i sistemi sanitari non funzionano e aumentano i prezzi dei beni di base e dell’elettricità. La popolazione, ha detto Tetiana Stawnychy, deve affrontare difficoltà estreme.
Costruire la pace in tempi di guerra
Andryi Postnikiv, direttore umanitario di Caritas Ucraina, ha ricordato che tra le zone controllate dal governo e quelle non controllate si snoda una cosiddetta “linea di contatto”. In queste aree è molto difficile portare aiuti ed è in costante aumento il numero delle vittime a causa delle mine. Tutti i servizi forniti dalle amministrazioni pubbliche sono molto limitati. Ai problemi di accesso ai servizi sanitari, si aggiunge anche la crisi economica ed occupazionale: iI numero di persone che hanno perso il lavoro è aumentato sensibilmente. Si registra una situazione disastrosa anche per quanto riguarda l’erogazione dell’acqua potabile. Le procedure burocratiche rendono ancora più difficoltoso il lavoro di Caritas Ucraina. “Ci sono anche problemi di sicurezza – ha detto Andryi Postnikiv - per il nostro personale e per le persone che assistiamo”. “Facciamo tutto il possibile per mantenere un contatto con le amministrazioni e le chiese”. Si tratta di fornire assistenza, in zone scosse dal conflitto, in particolare alle persone più fragili, tra cui anziani, disabili e bambini. Nelle attività della rete della Caritas in Ucraina è molto importante il lavoro delle donne “che hanno grandi capacità nell’aiutare le persone più vulnerabili”. L’impegno principale di Caritas Ucraina, ha affermato infine Andryi Postnikiv, è finalizzato a promuovere progetti per la protezione delle persone e a sostenere interventi umanitari legati allo sviluppo e alla costruzione della pace.
Caritas Georgia: solidarietà tra assistenza e formazione
L’organizzazione più giovane di Caritas Europa è in Georgia. È stata fondata ufficialmente il 3 novembre del 1994. Nel primo periodo, seguito alla caduta dell’Unione Sovietica, sono stati avviati soprattutto progetti umanitari per aiutare le persone distribuendo cibo e beni di prima necessità. Lo ha ricordato Anahit Mkhoyan, direttore di Caritas Georgia. “Il Paese era rimasto quasi paralizzato, noi abbiamo continuato a lavorare”. “Nel 2008, durante la guerra in Georgia, siamo state tra le prime organizzazioni che hanno continuato a portare aiuti”. La realtà di Caritas Georgia, ha poi affermato Anahit Mkhoyan, si apre oggi a più direttrici: progetti per minori, centri di accoglienza per migranti, case famiglia e mense sono solo alcuni fronti di questo impegno. Grazie al lavoro di Caritas Georgia, vengono aiutati in particolare oltre 1500 bambini. “Sono i nostri bambini e noi – ha detto Anahit Mkhoyan - siamo la loro famiglia”. Molti progetti di Caritas Georgia sono dedicati alle nuove generazioni. “Lavoriamo con molti giovani che non sono cattolici. Abbiamo aperto centri tecnologici per la formazione: cerchiamo in particolare di insegnare a programmare siti web”. “Per quanto riguarda il futuro - ha concluso Anahit Mkhoyan - ci sono tante aspettative. E dove c’è una aspettativa c’è la Caritas”.
Caritas Germania: oltre 25 mila strutture al servizio dei più deboli
È in Germania l’organizzazione più antica di Caritas Europa. Ha lavorato anche durante gli anni difficili del nazismo e nel periodo in cui il Paese era diviso. Lo ha ricordato Mathilde Langendorf, portavoce di Caritas Germania, aggiungendo che sono più di 25 mila le strutture e i servizi forniti in tutto il Paese. “Si tratta di una organizzazione davvero grande. Siamo attivi anche nel settore del welfare. Si vedono spesso nelle strade veicoli della Caritas che aiutano le persone”. Caritas Germania fornisce anche servizi all’infanzia. “Per fare tutto questo - ha detto Mathilde Langendorf - abbiamo quasi 700 mila impiegati. E l’81% sono donne”. Caritas Germania è anche sostenuta da centinaia di migliaia di volontari. Il futuro, ha poi ricordato la portavoce di Caritas Germania, è sinonimo di sfide: quella principale è la questione del lavoro. Un’altra sfida è la digitalizzazione. “La solidarietà, infatti, si muove anche on line”. E questo, ha spiegato Mathilde Langendorf, richiede “una formazione per utilizzare questi strumenti digitali”. Anche durante le fasi più dure della pandemia, ha concluso, Caritas Germania è sempre stata operativa.
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